Ecco perché aumentare il prezzo del biglietto è sbagliato

2 Gennaio 2018

È la notizia di capodanno e ne stanno parlando tutti, ognuno ha un’opinione più o meno motivata. Ma se vogliamo analizzare l’aumento del biglietto singolo ATM da €1,50 a €2 previsto per il gennaio 2019 con gli strumenti dell’analisi economica possiamo affermare che sia una scelta sbagliata perché aumenta il costo relativo dell’utilizzo dei mezzi pubblici da parte degli utenti occasionali, che hanno una elasticità della domanda maggiore rispetto agli abbonati. Questo ovviamente rende relativamente meno costoso l’utilizzo di tutti gli altri mezzi di trasporto, tra i quali l’automobile.

Un cittadino non abbonato ogni volta che esce fa un rapido confronto tra i vari costi dello spostamento, monetari, di tempo e di effettiva “suola delle scarpe”. Una famiglia di 4 persone che vuole andare al cinema dovrà spendere €16 in biglietti ATM e ovviamente sarà più facile che decida di utilizzare l’auto. Infliggendo un costo alla società, perché come sappiamo il traffico è una delle più famose esternalità e ogni volta che immettiamo in circolazione un’auto rallentiamo tutti gli altri, creando un costo sociale di cui il singolo non tiene conto quando prende la sua decisione.

L’esempio della famiglia di 4 è estremo, ma chiunque debba comprare un biglietto sarà più restio ad usare il mezzo di trasporto pubblico se il suo prezzo sale. Qualunque sia il calo della domanda, andrà a beneficio di altri mezzi di trasporto, alcuni virtuosi, come i piedi e la bicicletta, altri meno come l’automobile. Un economista vi direbbe che state aumentando il costo marginale e quindi la quantità desiderata diminuirà per forza, soprattutto se non cambiano i benefici marginali (tempo di percorrenza?) o i costi marginali delle altre opzioni.

Questo ovviamente non succede per gli abbonati, il loro costo marginale dell’utilizzo del mezzo è nullo e quindi la loro decisione non cambierà.

Come possiamo evitare il calo della domanda degli utenti non abbonati? Uno dei metodi è sicuramente aumentare il costo opportunità dell’utilizzo dei mezzi di trasporto non virtuosi come l’automobile e magari simultaneamente aumentare i benefici dall’utilizzo dei mezzi pubblici. Aumentare il costo di ingresso in area C, fermo alla somma irrisoria di €5 dalla sua entrata in vigore 6 anni fa, renderebbe relativamente più caro utilizzare l’automobile e di conseguenza relativamente più conveniente la scelta del mezzo pubblico. Oppure far rispettare le strisce gialle per il parcheggio dei residenti renderebbe più difficile mollare l’auto una volta arrivati a destinazione, anche questo è un disincentivo.

Ovviamente poi, la riduzione del traffico aumenterebbe la velocità dei mezzi di superficie contribuendo ad accrescere il beneficio dell’utilizzo del mezzo pubblico. A tal proposito mi domando se abbia ancora senso l’esenzione per auto ibride dal pagamento di Area C. A parte la regressività di questo tipo di misure, poco importa se la 94 è bloccata tra SUV diesel o ibridi, il traffico è traffico. A giudicare dal traffico dentro le mura spagnole in orario nemmeno di punta o il prezzo di Area C è troppo basso o ci sono troppe auto ibride in circolazione.

Ho anche dubbi sull’opportunità di mantenere gli sconti per chi utilizza le autorimesse del centro, se tutti i giorni si vuole arrivare in auto sotto l’ufficio nella traversa di via Torino e intralci il 15 forse €3 sono pochini.

Purtroppo però oltre alle esigenze di mobilità l’amministrazione comunale è anche interessato a far quadrare i conti dell’azienda municipale. La vendita dei biglietti già copre una parte davvero meritoria del bilancio di ATM ma ammettiamo che si debbano ritoccare le tariffe, davvero l’aumento della corsa singola è l’unico modo? E soprattutto possiamo immaginare di accompagnarla ad altri cambiamenti?

È di pochi giorni fa la notizia che si potranno pagare i biglietti direttamente ai tornelli della metropolitana con la carta di credito, questo permetterebbe l’istituzione di nuove tariffe che potrebbero non disincentivare troppo l’utente occasionale. Ho in mente i daily e weekly cap di Londra, ovvero i tetti alla spesa giornaliera o settimanale per coloro che pagano una corsa alla volta con la carta d credito o la Oyster card (carta ricaricabile). Sapere che non si spenderà di più del costo di un abbonamento giornaliero o settimanale secondo me permetterebbe di prendere il mezzo pubblico con più leggerezza. Forse anche aumentare lo sconto del carnet da 10 biglietti potrebbe incentivare l’uso occasionale ma programmato dei mezzi pubblici. A Milano lo sconto è dell’8% mentre a Parigi è del 20%.

Se poi le esigenze di bilancio sono così pressanti starei comunque attento ad aumentare del 30% il prezzo del biglietto singolo, la riduzione della domanda potrebbe non portare all’aumento sperato dei ricavi o addirittura ad una loro riduzione. Come si insegna nei corsi di microeconomia1 (e come sappiamo bene noi fumatori) quando ci sono esigenze stringenti di gettito si tende ad aumentare le tariffe dei beni con domanda più rigida. Nel caso del trasporto pubblico gli utenti con domanda più rigida sono gli abbonati. Se un cittadino Milanese ha deciso che l’abbonamento settimanale/mensile/annuale è il modo migliore per spostarsi difficilmente un leggero aumento gli farà cambiare scelta. In relazione ad altre città poi, i cittadini Milanesi abbonati ottengono molto ad un prezzo inferiore.  Il costo del settimanale è di 7,5 biglietti singoli mentre il mensile di 23 biglietti. A Parigi sono 12 e 40 rispettivamente.

TAG: atm, biglietto, milano, mobilità, trasporto pubblico.
CAT: Milano

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