Chi sono i milanesi oggi, qual è l’anima vera della città?

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4 Febbraio 2016

C’è grande fermento per le primarie milanesi. Un movimento dal basso che ha reagito prontamente e un’attenzione generale elevata. Ma soprattutto, c’è una grande incognita su chi andrà a votare. Non c’è sondaggio che possa toglierci questa sensazione di spaesamento. Nulla è scontato perché le parti a confronto rappresentano diverse anime della città. Valori e linguaggi solo apparentemente vicini in realtà antropologicamente distinti.

Come tutte le trasformazioni socioculturali, avviene sotto i nostri occhi e neanche ce ne accorgiamo. Ogni candidato interpreta non solo una sua idea di città ma soprattutto una sua base sociale che non si lascia esaurire in termini sociodemografici. Non è questione di reddito né di età e probabilmente neanche di condizione professionale. Sono sfumature molto più sottili e sfuggenti che ciascuno potrà interpretare e che soprattutto, da domenica in poi, tutti le potranno contare. Chi sono i milanesi oggi, qual è l’anima vera della città, quella che ha la capacità di autodeterminarsi e quindi di trasformarla. Al di la di una previsione più o meno fondata, il solo fatto di descriverle ci porterebbe a giudicarle con il metro della nostra sensibilità personale, tutto sommato poco utile in questa fase. Può servire invece soffermarci su quella matrice comune a cui essere rimandano, al di là di quale sarà il vincitore.

Come si possono descrivere oggi gli abitanti di Milano, cosa li caratterizza rispetto al resto della popolazione italiana? È impressionante registrare prima di tutto quanto sono cambiati anche rispetto a un recente passato. Senso civico e tensioni solidali hanno sostituito in pochi anni il carrierismo, l’attenzione esasperata all’apparenza, lo snobismo di una città che ha subito un netto ridimensionamento ma allo stesso tempo non ha rinunciato al suo orgoglio. Il cosiddetto civismo milanese non è solo un’etichetta che sta per il terzo settore ma è soprattutto una forma mentis che predispone al dialogo e alla collaborazione. Il dinamismo del nuovo skyline sottintende un movimento vitale di apertura nei confronti del mondo e di disponibilità alla rielaborazione e alla contaminazione.

 

Cosa pensano i milanesi rispetto al resto d’Italia – Indagine Episteme
(% di chi si dichiara “molto d’accordo con l’affermazione, e ∆ rispetto alla media italiana)

cosa pensano i milanesi

 

Da capitale della creatività Milano è diventata capitale dell’accoglienza come capacità di assorbire nuovi stimoli e di metterli in un circuito virtuoso. Moda e design recuperano senso attraverso un’idea di stile che resta inconfondibile. Perché inconfondibile? Perché pieno di tante cose. Milano è la città delle donne prima di tutto perché le milanesi sono testimoni attive di questi valori e protagoniste della vita pubblica e produttiva. Ma è anche la città del lavoro perché i gesti e le pratiche hanno sempre la priorità sulla retorica delle parole. Ma è anche la capitale della cultura e della comunicazione perché proprio le parole hanno un peso e una destinazione. Difficile sintetizzare tutto ciò in una sola proposta, chi riuscirà a farlo si scoprirà tra poco.

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TAG: milano, primarie 2016, Primarie del Pd, primarie milano
CAT: Milano

Un commento

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  1. andrea.gilardoni 8 anni fa

    Milano è diventata la capitale della maleducazione. Detto da un milanese d’adozione. Grazie per l’articolo, però.

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