Direttiva Bolkestein la politica si confronta con i commercianti

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9 Marzo 2017

È stato un confronto serrato, anche aspro e a tratti, duro.

Da una parte, loro: i venditori ambulanti. Gente che si sveglia sei giorni su sette alle 4.00 del mattino per occupare le piazzole, acquistate grazie alle licenze. Uomini e donne che faticano sotto il sole a 40° gradi o che stanno 10 ore al freddo magari con temperature sotto le zero. Gente incazzata  da quando l’Europa ha dato il via a processi di deregulation  per favorire la concorrenza. Per quei  molti che adesso potrebbero mandare all’aria il lavoro di coloro che si sono indebitati per avere le licenze.

Quando sale sul palco Matteo Trotta, uno dei commercianti presenti e che passerà buona parte del tempo, sceso dal palco,  a stemperare gli animi, fa un discorso chiaro che mette in luce le difficoltà dei venditori ambulanti. Difficoltà  economiche, difficoltà  con la burocrazia e con un’Europa soffocata da una politica sempre più  miope

E dopo di lui sale sul palco un altro dei commercianti: Alessandro Musolino. Attacca a fronte bassa. Ce  l’ha con Giovanni Floris ed un certo tipo d’informazione che “non fa il suo lavoro” che non spiega ” come da oggi chiunque sia qui sul palco tra i relatori  potrebbe diventare un venditore ambulante”. Ce l’ha con L’Europa, la sua volontà  di deregolamentare tutto, danneggiando le famiglie, come la sua

 

 

La politica ha risposto e ha deciso di confrontarsi seriamente con i commercianti.

Stefano  Buffagni 5 stelle e consigliere regionale è stato l’organizzatore dell’evento all’Auditorium Gaber. Buffagni ha uno sguardo ironico, ti fa uno screening appena ti vede e si capisce che lui del mondo politico, diffida. Ha studiato Economia, con i numeri ci sa fare e sa che l’economia ruota attorno alla politica. O forse, pensa il contrario.  E’uno che ci mette passione comunque; che sarà  anche vero che le ideologie sono morte, tuttavia la sua idea di politica se la porta dentro continuamente. La politica, lui, la somatizza. Sembra viaggiare sul filo del rasoio. Con quel sorriso che non si capisce se è una mano tesa o un maglio pronto a colpirti. Un idealista. Così quando prende la parola non le manda a dire. Lui è contro questa idea di Europa. E sta dalla parte dei commercianti.

Un altro che non ama sottrarsi alla battaglia è Massimiliano Romeo, Lega Nord. Quando prende la parola lo si percepisce che è  già carico. Lui è  più  navigato come politico. Ha però  una naturale idiosincrasia alle ipocrisie. Detesta i compromessi quando sono al ribasso e tendono a nascondere la verità. È uno schietto. E preparato. Beve continuamente, sul palco. Prima e dopo il suo intervento. Ha una specie di fuoco sacro che lo investe quando va allo scontro. Con i commercianti fa come sempre: dice quello che pensa. “La politica cerca di sfuggire alle sue responsabilità. Sono giuste le vostre richieste, ma anche quelle di chi ha già  partecipato ai bandi”. Ne nasce una querelle. E lui non si sottrae al confronto anche quando dal pubblico cercano di dargli su con la voce. Uno che ha fatto Pontida, si sente come a casa.

Un altro che a sorpresa scatena la partecipazione del pubblico è  il capogruppo di Forza Italia, Claudio Pedrazzini. Il Consigliere di Forza Italia ha sempre modi molto eleganti e gentili. Un uomo raffinato. Di rado lo si vede alzare la voce. Semmai la sua gentilezza lo spinge ad essere sobrio nei modi. Quando prende la parola però  racconta dei 70 anni di suo padre, ancora oggi fiero venditore ambulante. Conosce i sacrifici della categoria, ma ne conosce anche i limiti. “Una parte della categoria non è stata invitata”. Diventa rosso in volto, le tempie gli si gonfiano, lui stantuffa come un treno: la delicatezza ha lasciato il passo ad un giovane guerriero. Il pubblico lo incalza e lui resta fermo sulle sue posizioni. Le radici non si dimenticano. “E se non si può  vincere allora meglio negoziare”

Eccolo

Un altro che della bonarieta’ ha fatto una fisicità è Carlo Malvezzi di Area Popolare.  Lui è  un altro degli uomini miti. Però  quando prende la parola, in un clima già  surriscaldato, sguinzaglia tutte le leggi che ha mandato a memoria e che ha studiato. Invoca quindi collaborazione ma anche conoscenza delle tappe che hanno visto protagonisti i presenti per portare a coscienza quando e dove sono nati i problemi. E la gente lo sta ad ascoltare

Ecco, un altro che ha sempre avuto modi gentili è Enrico Brambilla, Pd. Non parte avvantaggiato in questa platea in cui si capisce che simpatizzanti di centrosinistra non ce  ne sono o se ci sono, non si sentono. Brambilla,  già  dal nome si capisce la sua milanesita’, è  persona che fa della riservatezza, uno stile. Non è  però uno che scappa quando c’è da “azzuffarsi” politicamente. È  un casciavit, rossonero, geneticamente abituato a soffrire. Inoltre sta a sinistra. Dove ci si scinde con solerzia. Però fa un ragionamento lineare. Dove non si può  vincere bisogna cercare di trovare ragionevolmente una soluzione alternativa. Alla fine propone una mozione “comune”. Un invito all’unità  per sostenere questa gente che, lui lo sa, si spezza la schiena.

 

 

Il confronto finisce con la promessa di non perdersi di vista. Gli uni, i commercianti, hanno bisogno della politica. E loro, i politici, hanno bisogno di questa gente che ha solide radici. Nella realtà.

 

 

TAG: Bolkestein
CAT: Milano

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