Forza Nuova a Milano: “Casa e lavoro non ce l’abbiamo noi non ce l’avranno loro”
Sono pochi. Poco più di 150. Ma sono, come sa chi li ha già visti in piazza, disposti in modo ordinato. Ognuno ha una bandiera nera con la scritta FN. Divisa d’ordinanza: Giubbetto nero. Scarpe nere a stivaletto. Jeans. Teste rasata e lunghi basettoni. Si dispongono su tre file. Due sono coloro che tengono in mano il megafono e scandiscono slogan. Contro gli immigrati. Per la loro rivoluzione. Quella di Forza Nuova.
È l’anteprima della serata. Prima loro, poi il loro capo. Roberto Fiore. Chiedono “sovranità nazionale, politica, militare e monetaria”. A pochi metri da loro si siede un giovane ragazzo. Idenificato come un antagonista. Si chiama Pietro. Codino con riporto sulla testa. Felpa, barba, e un giubbetto alla rapper. “Di qui non me ne vado” dice mentre alcuni dei militanti di Forza Nuova gli si avvicinano. Ci sono uomini della Digos dappertutto e controllano quello che accade. A un certo punto, seduto sugli scaloni, Pietro ha un battibecco con alcuni dei militanti.
Viene considerato un provocatore dei centri sociali. “Voi sporcate tutto quando manifestate, noi lasciamo la piazza pulita”. Poi si scende nel politico. Il ragazzo, Pietro, assolutamente calmo rammenta che l’apologia di fascismo è reato.
Dialoga con un siciliano di 52 anni, militante di FN. Anche lui con la divisa d’ordinanza, ma mi colpisce perché non porta i classici stivali da skin, ma delle scarpe a punta in stile cowboy.
“Sei un camerata vai con loro” gli dice Pietro indicandogli di tornare a mescolarsi con gli altri di Forza Nuova. Poi l’accusa: “A te piace il ventennio”. Il militante di Forza Nuova si toglie i guanti e urla: ” Ma quale ventennio voi siete la sinistra che ha rovinato il Paese, avete fatto incarcerare Bettino Craxi”. È allora che decido di andarmene. Ho visto anche troppo.
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