I ragazzi del Biscione, tra amarcord e coscienza di sé
12 Ottobre 2016
L’occasione è stata la presentazione del Libro di Carlo Vitagliano “I ragazzi del Biscione” nella sede della casa editrice Melalampo a Milano, ieri sera. Insieme a lui un altro Carlo cioè quel Freccero che proprio insieme a Vitagliano, dal 1982 in poi, dettero vita alle televisioni del Cavaliere con una serie di trasmissioni che portarono la Fininvest a battere mamma-Rai in termini di ascolto. L’occasione è stata propizia per capire come gli uomini di oggi rileggono i ragazzi che furono, con le loro fragilità e i colpi di genio; descritti in un ambito più simile ad un luna park, ad un parco giochi d’infanzia, tra guasconate e creatività finissima, in cui l’editore Silvio Berlusconi lasciava mano libera a questi impressionisti del tubo catodico, che vissero l’esaltante crescita della tv privata “con la stessa passione con cui i giovani oggi si avvinghiano ai social network”.Insomma un ritratto pennellato dalle parole, con il contributi di uno storico della tv come il Prof. Giorgio Simonelli che tra le ancora vivide intemperie di giovani bohemien della tv, riportate in vita dalla risacca della memoria, coglie alcuni momenti per farne ermeneutica pura in un linguaggio confuso come quello della televisione degli anni ottanta, a cavallo tra l’idealismo rivoluzionario delle avanguardie e l’incipiente modello americano alle porte. Con loro anche il critico tv Nanni Delbecchi, e il Chammel Manager di Mediaset Gian Paolo Parenti. Una serata ben spesa per capire un pezzo della storia della tv italiana e degli italiani stessi
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Arcore, Carlo Freccero, Carlo Vitagliano, I ragazzi del Biscione, Pro. Simoncelli, Rai Tv, silvio berlusconi
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Milano
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