Lavoratori dello spettacolo: “Non ci sono solo le partite Iva”

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3 Dicembre 2020

Sono scesi in piazza poco prima che la commissione congiunta lavoro e cultura li accogliesse in Regione Lombardia.

I lavoratori dello spettacolo sono inferociti. Non solo perché a loro di ristori non ne sono mai arrivati. Ma anche perché adesso che la Regione avrebbe stanziato 1000 Euro per ognuno di loro, si scopre che lo ha fatto a favore delle partite Iva e degli autonomi. Solo che il mondo dello spettacolo è normato da una pluralità di contratti, molti dei quali sono a tempo determinato o indeterminato, in cooperativa, gli scritturati, gli intermittenti; insomma una pletora di artisti, musicisti, tecnici del suono ed altri ancora, completamente rimasti fuori da ogni genere di ristoro. E quando l’assessore alla Cultura, Stefano Bruno Galli, dice che sono stati dati soldi (dalla Regione) al mondo dello spettacolo, al contrario di quello che avrebbe fatto il Governo, nessuno lo nega. Averli tuttavia dati a loro non ha significato tutelare il lavoro,a partire appunto dal mondo dello spettacolo. Uno di loro mi dice: “Accettare una realtà come Netflix, è ai limiti della tolleranza umana”

Il servizio con le interviste

TAG: Cultura, indennizzi, lavoratori dello spettacolo
CAT: Milano

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