“Le regioni salveranno l’Europa”
22 Novembre 2016
Lo dichiara Raffaele Cattaneo Presidente del Consiglio della Regione Lombardia durante la presentazione della Conferenza delle Assemblee legislative Regionali europee, (Calre) che si terrà a Varese Giovedi 25 e Venerdi 25 Novembre prossimo alle Ville Ponti dove si troveranno le delegazioni dei Parlamenti regionali europei. “C’è la necessità di un’Europa più prossima e dal volto più umano e credo che i territori e in particolare le Regioni possano contribuire a ricostruire questo rapporto che sembra essersi interrotto” – ha dichiarato Cattaneo
Cattaneo: regioni fautrici di un rapporto diretto con il territorio
Cattaneo: c’è bisogno di più Regioni per evitare il riflusso centralista
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Calre, Raffaele Cattaneo
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Milano
3 Commenti
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Il debito pubblico italiano è poco più della metà del debito pubblico del Giappone. Negli ultimi 20 anni, come spiega la Banca d’Italia, il debito pubblico italiano (aumentato “stranamente” più durante i governi di Cdx che di quelli di Csx) è cresciuto esclusivamente per colpa degli interessi passivi; infatti l’esistenza nel periodo di un avanzo primario attesta che le entrate sono maggiori delle spese. A fronte di un debito pubblico elevato, c’è una ricchezza privata elevata e un debito privato relativamente basso. Ciò che conta è il rapporto debito/Pil, che dipende anche dal denominatore, i.e. crescita, ma ciò è impedito dai vincoli UE; che hanno co-determinato un calo del Pil (denominatore) di almeno 150 mld (-10%) e impediscono di recuperarlo.
Errata corrige: Chiedo scusa, ho sbagliato a pubblicare qui il mio commento sul debito pubblico.
E’ ANCHE UN PROBLEMA CULTURALE, OLTRE CHE DI FARDELLO INSOSTENIBILE. Il decentramento funziona se è accompagnato da adeguato capitale sociale. Con la nascita delle Regioni, si è interrotto il processo di convergenza del Sud rispetto al Nord. E’ anche un problema culturale, persino nel caso della Germania Est. A partire dal 1998-‘99, ho cercato di approfondire le cause della situazione meridionale e soprattutto della mentalità dei meridionali, causa ed effetto insieme del sottosviluppo del Sud, come tutti gli indicatori attestano, arrivando ad alcune conclusioni che investono la dimensione culturale-antropologica e che indicano, quindi, le modalità più efficaci di intervento. La previsione (Rapporto 2012) della SVIMEZ per il Sud è sconfortante: “In termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno nel 2011 ha confermato lo stesso livello del 57,7% del valore del Centro Nord del 2010. In un decennio il recupero del gap è stato soltanto di un punto e mezzo percentuale, dal 56,1% al 57,7%. Continuando così ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio”. Durante la crisi, la distanza è cresciuta. Il problema semplice come fare 2+2 è che, con la crisi provocata dalla trasformazione epocale in atto, che sarà dura e lunga, non ci possiamo più permettere il fardello di 20 Regioni-mini Stati costose e in gran parte (vedi tutte quelle del Sud) inefficienti e inquinate da camarille e mafie. Ne bastano tre.