Malvezzi: “Non si può uccidere la storia”
“Non si può uccidere la storia dell’umanità”. Valerio Malvezzi, in quest’incontro di cui lo ringrazio, ancora una volta tocca i temi profondi dell’umanità. Un’umanità che proprio lui, economista, dice avere bisogno di poeti come lo è stato Giuseppe D’ambrosio Angelillo. Un mondo che non può negare alla Grecia di essere stata il faro della civiltà filosofica insieme all’Italia, patria del diritto romano. E proprio contro chi vorrebbe il nostro Paese retrocesso verso le retrovie della democrazia, si scaglia l’invettiva di Malvezzi. L’ ermeneutica contemporanea che vorrebbe tradurre la glossa moderna in un peana a favore dei mercati che distruggono la piu autentica delle verità, ovvero che la felicità non è data dalla “Techne”, verso cui abbiamo rarefatto la nostra inclinazione personale, dunque non dai beni materiali; semmai dall’enorme ricchezza del pensiero umano che ha indivuduato categorie per ricercare quel senso della vita , che diventa spirito di coscienza. “Alcuni mi scrivono che la filosofia non c’entra nulla con i mercati e con gli spread. Replico a queste persone: ogni cosa che voi toccate ha a che fare con l’energia e con il pensiero. Senza questi due ultimi due elementi non ci sarebbe pensiero, non ci sarebbe libertà.”
Un commento
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Gentile Max Rigano, il signor Malvezzi e’ un dottore in Economia che insegna a contratto Comunicazione tra Banca e Impresa. Per favore non lo presenti come un “economista” o come “professore”: non e’ corretto. Rispetto al valore della liberta’ da considerare per le decisioni di voto per le Europee: secondo me tiranni e i fascisti non sono le elite europee che opprimerebbero l’Italia, culla del diritto romano (2000 anni fa), o la Grecia, terra di bellezza e arte etc. (3000 anni fa). Sono quelli che in Parlamento entrano in conflitto con l’Unione Europea perche’ non rispettano i patti firmati (appunto ‘pacta sunt servanda’), oppure votano il cosiddetto decreto sicurezza per fomentare la paura e l’odio. Un saluto, Sandro