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Milano

Milano dal basso in alto: un’esperienza social-metropolitana

di Marco Dell’Acqua
2 Gennaio 2020

Non esiste una Milano, ne esistono tante. Ognuno si costruisce la sua mappa mentale della città, fatta non solo delle bellezze che ci circondano ma anche dalle banalità quotidiane, come dove fare la spesa, andare al lavoro con itinerari che sono comuni per alcuni e sconosciuti per altri.
Milano, ogni giorno decide se fare da sfondo alle nostre vite, ad esempio quando passiamo in tram di fronte a Santa Maria delle Grazie o mettersi al centro della scena mondiale, com’è stato con la prima della Scala.

Chi vive a Milano sa bene a cosa ci si riferisce, a quella miscela fatta di solidarietà, visibilità, luccichio, fighettismo, imbruttimento, fretta, pavé, semafori, mezzi affollati (che però funzionano), amicizie, socialità, ostentazione, riservatezza.
E’ un susseguirsi di ossimori, di scandali e di eccellenze (basti pensare alla Sanità); di storia e di storie. Di strade larghe e di vicoli stretti- Di archistar e di periferie malmesse.

Una città dove però tutto ha un’anima anche se non immediatamente decifrabile.
Ad aiutarci a capire meglio cosa succede sotto la Madonnina (ma anche sopra visti i grattacieli che sono spuntati in questi ultimi anni e come ci mostra spesso Andrea Cherchi) ci sono i social media, che svolgono una una funzione sia informativa (se si ha pazienza si trovano notizie e immagini davvero interessanti) sia sociale nel senso di far incontrare le persone.
Una delle esperienze più significative in questo senso è quella di Passeggiando per Milano (e dintorni) .
Un gruppo Facebook nato qualche anno fa che conta ormai quasi 25.000 iscritti.
La partecipazione è aperta a tutti coloro che vogliano condividere contributi e contenuti sulla storia si Milano, con la foto di un luogo noto o di un momento significativo, una descrizione storica o artistica. Il materiale pubblicato deve essere originale (vale a dire non riprodotto), questo crea la rete con i commenti e (a volte) dei ricordi e permette a persone di quartieri diversi di conoscerne altri.
L’altro aspetto peculiare del gruppo è quello di ritrovarsi per delle passeggiate condivise in mezzo alla città. Durante i percorsi si scoprono elementi singolari come case di architetti famosi ma che nessuno si ricordava. Dove hanno abitato dei celebri premi Nobel o la Callas. O ancora perché una via si chiama in un modo o dove si può vedere la statua di Nelson Mandela. Inoltre non mancano le visite a chiese straordinarie per il patrimonio che conservano come Sant’Eustorgio e la Cappella Portinari o ancora San Fedele la chiesa dei Manzoni;
Si al plurale, infatti era il luogo di culto frequentato da Alessandro ma nella cripta sono conservate alcune opere di Piero (l’irriverente artista del novecento) compresa una delle sue famose scatolette.
Altre sono delle sorprese come San Francesco al Fopponino realizzata da Gio Ponti (una delle spine dorsali della narrazione di questo gruppo) o quella gigantesca del Corpus Domini di fronte all’Arco della Pace.
Ma l’aspetto più incredibile è quello sociale, le persone durante le passeggiate si conoscono, si rincontrano, si frequentano. Si abbracciano. Tutti, ma proprio tutti, hanno “diritto di cittadinanza”, c’è chi è più attivo ma non chi è più bravo o più qualcosa. Quando ci si trova tutti insieme (circa cento persone) è come un simbolico riprendersi la città dal basso per due motivi: uno perché non siamo abituati a guardare i palazzi con il naso all’insù; due perché, pacificamente, il “serpentone dei sentimenti” tiene insieme gli uni agli altri per “riappropriarsi” di Milano senza mediazioni ma così come la sente ognuno dei partecipanti.
Foto di Andrea Cherchi

milano
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