Parigi, Banca d’Italia: “Protezionismo scelta inadeguata per i mercati”

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11 Aprile 2018

La crisi che ha colpito i mercati e le economie globali nel 2008 può tornare? È il quesito posto dall’istituto Superiore di Politica Internazionale di Milano nell’ambito di un dibattito cui hanno preso parte: Giuseppe Parigi, Banca d’Italia, Brad Setser, Council on Foreign Relations, Gao Haihong, Chinese Academy of Social Sciences, Franco Bruni, Ispi e Università  Bocconi, José Siaba Serrate, Coordinator of the Think20, Lorenzo Codogno, London School of economics,  Francesco Giordano, Unicredit. In collegamento skype: Lucrezia Reichlin, London Business School.

Giuseppe Parigi, in particolare, ha illustrato con un’analisi approfondita le attuali condizioni di mercato. Le quali sono oggi in espansione mentre i mercati scontano ancora gli effetti della crisi del 2008 e le misure adottate in quel contesto. Opzioni che sono sfociate in provvedimenti di tipo protezionistico, paradigma Donald Trump, nell’alveo di politiche di tipo nazionalistico.

Alla base della crisi, comunque, ci sono diversi fattori. Innanzitutto la crisi demografica, ha detto Parigi, che accompagna tutte quelle nazioni in cui progredisce lo sviluppo e il benessere. Il contestuale avvento di un’immigrazione che decritta i nuovi assetti economici di una parte del mondo e che sussume processi e complessità sociologiche, antropologiche e quindi anche economiche. E in quest’ambito molto incide il contestuale avvento di una rivoluzione tecnologica in corso, anch’essa in grado di modificare gli assetti produttivi e il tessuto economico di interi continenti oggi soggetti a processi d’implementazione neoindustriale che declinano la necessaria derubricazione di alcune figure professionali sostituite da professionalità fin qui sconosciute.

All’interno di questo contesto trasformativo l’adozione di misure restrittive di un mercato in espansione e in cambiamento, costituisce un elemento di difficoltà sistemica. Questo genere di politiche economiche infatti – ha detto ancora nella sua riflessione Parigi – rischiano di sollecitare fibrillazioni proprio sul mercato occupazionale. Da questo assunto si evince quindi la necessità di porre in essere misure di tipo espansionistico. L’intervento pubblico, per questo motivo, viene considerato atto a favorire lo scambio commerciale, di forza lavoro. La semplificazione burocratica, infine, diventa una leva esiziale.

 

L’intervento di Giuseppe Parigi

TAG: Crisi Finanziaria, Giuseppe Parigi, mercati
CAT: Milano

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