Uno sportello per il lavoro nel carcere di Opera, lo Stato vince la mafia perde

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30 Marzo 2017

Uno sportello per il lavoro. Un luogo in cui rivolgersi per cercare di ripartire. Ma non da casa propria; o dalle proprie precarie certezze, casalinghe o familiari.

Questo sportello nasce dove non era mai stato prima. In un carcere. A Opera. A Milano. Per questo oggi c’era un picchetto d’onore ad attendere il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti

Il picchetto d’onore

E il Ministro, ovviamente interpellato sulla questione delle amicizie per trovare lavoro, si presta a parziali risposte salvo poi invitare a dare spazio alla cognizione di un evento che, di per sé, è  un momento storico per il Paese

Poletti: Unire il sapere e il saper fare,

Quello che però davvero conta in questa bella pagina di storia che hanno scritto le istituzioni del nostro Paese ( Carcere di Opera, Afol, città  metropolitana, Regione) è lo sguardo e l’orizzonte cui hanno saputo guardare gli occhi del direttore del penitenziario: Giacinto Siciliano. 

A lui si deve, e alla sua equipe di collaboratori,  un’idea di carcere assolutamente all’avanguardia. Con l’edificazione di un progetto di recupero del detenuto che abbia solide basi morali, e un forte radicamento al territorio. Qui ad Opera sono nati laboratori di lingue, una liuteria, una compagnia teatrale, in cui i detenuti lavorano in questo modo su se stessi. Vi mostrero’ più  avanti le immagini di questo bellissimo progetto. Prima però  voglio farvi toccare con mano cosa significa avere senso dello Stato ed esserne  leali servitori. Vi presento Giacinto Siciliano

le immagine dell’ufficio di Formazione e Lavoro con il primo candidato

I laboratori

Infine ho voluto sentire Giuseppe Zingale Direttore Generale di Afol

 

 

 

TAG: Afol, Elena Buscemi, Gabriele Siciliano, giuliano poletti
CAT: Milano

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