Metamorfosi urbane fra città e teatro: Luca Stoppini e il Teatro Due di Parma

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27 Settembre 2020

Cosa accade quando un teatro incontra la città che lo ospita? Quando gli attori escono dalle scene per abitare strade, parchi, bar, musei e negozi e chi quotidianamente vive questi spazi entra in teatro, quando le luci di scena sono spente?

A queste domande ha provato a rispondere Luca Stoppini con il progetto “Perché era lui perché ero io. Metamorfosi della città nello spazio del teatro A/R”: un percorso fotografico a cui hanno preso parte oltre 100 persone e che ha visto come protagonista principale le città di Parma, interpretata dagli attori dell’ensemble del Teatro Due e dai frequentatori abituali dei loro “luoghi dell’anima”. Grazie a un punto di vista inconsueto, a uno sguardo straniante, Stoppini ha risemantizzato alcuni luoghi della città, scelti dagli stessi attori in quanto significativi per il loro panorama emotivo, inserendo l’elemento teatrale, il corpo in scena, ma fuori dalla scena, nel quotidiano.

Andata e ritorno, perché a chi invece ogni giorno calca la “scena” dell’ordinario è stato chiesto di farsi ritrarre in teatro, fuori dalle abitudini di tutti i giorni, dai cliché nei quali, più o meno consapevolmente, tutti ricadiamo vivendo le nostre esistenze. L’elemento magico è così entrato in gioco: lo spazio si è fatto arte, i protagonisti hanno riscritto, per un breve momento, le loro vite, immaginandone altre. Potenziali, lontane e diverse. E allora gli attori si sono immersi nei libri, hanno giocato fra i ragazzini, si sono fermati al centro di una navata o si sono arrampicati su un albero. Lontani, distanti dal palcoscenico, ma portando con sé la magia della scena. Il prete, la libraia, gli studenti dell’accademia, i ragazzini, sono entrati in teatro, ma senza quel distacco che lo spazio e il tempo dello spettacolo impongono, senza quel vago timore che a volte colpisce chi vive la scena come un mondo altro, troppo altro da sé.

La mostra – al Palazzo del Governatore fino al 1 novembre – racconta questo viaggio e lo fa occupando gli spazi di uno dei luoghi simbolo della città con immagini in grande formato, ambientate, attraverso l’uso di luci naturali e artificiali, come se vivessero, ancora una volta in scena. Il visitatore attraversa il percorso immergendosi in questi sguardi, che rimandano a esperienze fuori dall’ordinario e che vogliono raccontare una città che si riappropria, anche grazie allo straniamento, della sua anima più profonda, del sentimento di stupore, della magia che permette di immaginare infiniti differenti scenari e la fa vivere, ogni volta diversa, nell’esperienza di ognuno. Un omaggio a Parma, al teatro, ma soprattutto alla vita che anima e definisce gli spazi, mai soltanto elementi urbani, ma mondi emotivi, troppo spesso dimenticati nella fretta di tutti i giorni. Ognuno, camminando nelle sale, potrà ritrovare forse una piccola parte di sé in questo mondo altro, un momento di riscoperta di quello che, per ciascuno, significa la parola Parma. In fondo questo è il gioco del teatro.

Perché era lui perché ero io. Metamorfosi della città nello spazio del teatro A/R, è un progetto Speciale Reggio Parma Festival 2019, inserito nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 e sarà aperta fino al 1 novembre, con ingresso libero, da martedì a domenica.

TAG: luca stoppini, mostra, palazzo del governatore, Parma, perché era lui perché ero io, Teatro due
CAT: Musei-Mostre, Teatro

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