Forma e poesia del jazz, da De Piscopo alle stelle Bosso, Lanzoni e Cafiso
CAGLIARI _ Italian Jazz Rules! Festa dell’orgoglio tricolore da sempre, la rassegna Forma e Poesia del jazz, con le sue ventisei edizioni alle spalle può vantarlo come timbro di fabbrica sin dall’inizio quando nelle sue primissime reunions la manifestazione organizzata a Cagliari dall’omonima associazione diretta con passione e ostinatezza da Nicola Spiga, ospitava giovani talenti ai loro debutti come il pianista Stefano Bollani da queste parti amatissimo. Anche la puntata numero ventisette di questo festival che dall’11 al 21 settembre si tiene negli spazi dell’ex Lazzaretto sembra rispettare la tradizione chiamando a suonare tra gli altri delle star come Fabrizio Bosso e Tullio De Piscopo accanto ad altri straordinari musicisti come Mauro Ottolini, il trio di Alessandro Lanzoni con Francesco Cafiso, Vanessa Tagliabue Yorke . Ma anche Eleonora Strino e Antonio Floris, Luca Mannutza , Max Ionata e Fabio Zeppetella. E comunque non mancano anche un po’ di stranieri: come lo spagnolo Jorge Pardo in duo con Stefania Tallini, il russo Sasha Mashin e il batterista svizzero Jojo Mayer al quale è stato attribuito l’onere di aprire il festival che in “Me/Machine” esplora “nuove possibilità e narrazioni ritmiche, cercando una forma di coesistenza simbiotica tra performer e tecnologia digitale: un approccio artistico per affrontare un futuro sempre più imprevedibile e in rapido avvicinamento”- Dal vivo propone un duetto improvvisato “con una macchina che imita il comportamento umano e un essere umano che imita le idiosincrasie di una macchina”.
Giovedì alle 21 spazio a una vera e propria star come il batterista Tullio De Piscopo che dal vivo stavolta proporrà una sorta di compendio ragionato in musica dei momenti più salienti della sua appassionante carriera nel jazz ma anche nel pop. Sarà un viaggio che partendo da Napoli arriverà sino a New York ”procedendo attraverso brani dedicati a Pino Daniele, le canzoni che l’hanno trasformato in un fenomeno popolare, come “Stop Bajon” e “Andamento Lento“, senza trascurare la vena più jazzistica attraverso pagine di Charles Mingus, Elvin Jones, Duke Ellington”. Prima del set riceverà il Premio alla carriera assegnato dall’Associazione Enent’s Partner. Ad aprire il concerto di De Piscopo sarà il trio romano del chitarrista sardo Antonio Floris composto da Gabriele Pagliano al contrabbasso e Cesare Mangiocavallo alla batteria. Il trio proporrà dal vivo standards mainstream e brani originali del giovane chitarrista vincitore del Premio intitolato all’indimenticabile Marco Tamburini. Prologo tutto made in Sardinia venerdì 13, con il rocker e cantautore Alberto Sanna che (alle19,45) presenterà il suo libro “Kalaritana” che racconta quaranta anni di vita musicale tra anedotti e ricordi. A seguire la giovane e talentuosa compositrice e pianista Stefania Tallini in duo con il sassofonista e flautista spagnolo Jorge Prado in un live variegato che offrirà anche interpretazioni e omaggi a Chick Corea, Paco de Lucia e Cameron de la Isla con i quali Prado ha suonato a lungo. Chiude la serata il trombonista Mauro Ottolini e la cantante Vanessa Tagliabue Yorke con il progetto “Nada Màs Fuerte” che riprende le tracce dell’omonimo album pubblicato lo scorso mese di marzo. La musica proposta dall’esuberante e rinomato trombonista è ispirata dalle tradizioni popolari e di alcune grandi interpreti sudamericane come Chavela Vargas e Maria Grever, Victoria Santa Cruz e le grandi cubane Celia Cruz e Maria Teresa Vera, ma anche la regina del fado portoghese Amalia Rodrigues e la libanese Fairouz. Con Ottolini e Tagliabue, Thomas Sinigaglia alla fisarmonica, Marco Bianchi alla chitarra classica, Giulio Corini al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria.
Corini e De Rossi li ritroviamo anche l’indomani sabato (ore 20,15) a chiudere il trio della chitarrista napoletana Eleonora Strino indicata da molti come cuno dei talenti top della scena europea. Nel set proposto al festival sardo proporrà un repertorio che spazia dai motivi tradizionali della musica napoletana alla tradizione boppistica proponendo anche originali arrangiamenti di colonne sonore di Bakalov.
A ruota un altro trio, quello diretto dal pianista Alessandro Lanzoni – che all’età di soli 14 anni conquistò il premio intitolato a “Massimo Urbani” aprendo così una lunga serie di riconoscimenti: dal premio “Martial Solal” a Parigi a soli 18 anni al Top Jazz di “Musica jazz” dello scorso annpo che lo ha incoronato miglior nuovo talento- è ormai considerato uno dei più interessanti musicisti della scena nazionale. Con lui a completare la formazione ci saranno il bassista Enrico Morello e il batterista Matteo Bortone ed in più un super ospite come il sassofonista siciliano Francesco Cafiso, altra giovane stella del firmamento jazz tricolore. Anche lui grande cacciatore di premi: dal “Django D’or” al “Massimo Urbani” fino all’onorificenza di Cavaliere “al merito della Repubblica Italiana” conferitogli dal Presidente Mattarella due anni fa.
A chiudere domenica 15 il ciclo di concerti al Lazzaretto sarà una super gig. Si apre alle 20,15 con il trio tutto italiano di Max Ionata, sax tenore, Fabio Zeppetella, chitarra e Luca Mannutza, organo hammond ai quali si aggiungerà il batterista russo Sasha Mashin. Finalissima con il set del trobmbettista torinese Fabrizio Bosso, tra i migliori in assoluto in Italia. Con il trombettista anche il pianista Julian Oliver Mazzariello, il contrabbassista Jacopo Ferrazza e Nicola Angelucci alla batteria compagni di viaggio del doppio album “State of art” del 2017 e nel 2020 a “We4”, rappresentazione “rappresentazione compiuta, nel suono, nell’interplay e nella composizione, dell’intesa fra i quattro musicisti”.
Altri eventi: Da giovedì 12 a domenica 15, la Sala Archi del Lazzaretto ospiterà la mostra “100 e non sentirli”, esposizione di una quarantina di radio d’epoca collezionate dal radioamatore Ampelio Jose Melini.
Sabato 14 alle 11,30 Andrea Polinelli presenta il suo libro “Gato Barbieri, una biografia dall’Itaia tra jazz , pop e cinema”. L’opera ripercorre la storia e la carriera del grande sassofonista argentino.
Enrico Merlin sarà presente a due incontri: il primo sabato 14 alle 18,30 con “10 dischi per un secolo possono bastare” in cui l’autore di “100 dischi per un secolo” proporrà un percorso attraverso le pietre miliari della discografia del Novecento. Come lo è “Bitches Brew” di Miles Davis a cui Merlin ha dedicato l’omonimo saggio scritto con Veniero Rizzardi che sarà presentato domenica 15 alle 11,30.
Un classico del festival è il trekking musicale alla Sella del Diavolo il promontorio che si affaccia sul Golfo di Cagliari: venerdì 13, dopo una passeggiata naturalistica guidata da Stefania Contini, si ascolterà a mezzogiorno il Duo Gipsy, accoppiata di chitarre ispirata a Django Reinhardt. Sabato 21 chiude il festival alle ore 19 con il concerto del pianista Federico Battista Melis nel giardino di Villa Binaghi, in via Cesare Battisti con un repertorio che spazia da Ravel a Chopin.
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