Il Sogno della Crisalide canta “Le tue scuse”- intervista al canatutore

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22 Novembre 2023

Lo scorso 10 novembre è stato pubblicato  “Le tue scuse”, il singolo che anticipa il prossimo album de Il Sogno Della Crisalide. In un sound frizzante tra elettronica e indie pop l’autore racconta con ironia le avventure dei giovani italiani che cercano fortuna all’estero. Il Sogno della Crisalide è un progetto musicale nato nel 2013 da poche idee ma confuse di Vladimiro Modolo. Il suo viaggio inizia direttamente sul palco di diversi locali di Roma. Suona in apertura di artisti noti tra cui Stefano Rampoldi (Edda, Non Voglio che Clara, I sei ottavi). L’11 Settembre 2015, esce, in anteprima su repubblica.it il brano “Colpa della fame”, ispirato alla vicenda della morte di Stefano Cucchi. E’ grazie a questo brano che vince il premio nazionale Augusto Daolio come miglior testo. Il 22 Marzo 2017, è uscito il primo disco intitolato “Vie d’uscita”. Con il singolo “Le tue scuse” pone il primo tassello del suo prossimo album edito da Gallia Music. In questa intervista, Il Sogno della Crisalide racconta il suo percorso artistico e la sua ferma idea in merito a temi quanto mai attuali.

Hai un nome d’arte molto curioso: da dove nasce?

Il mio nome d’arte nasce dal nome di una rivista di psicologia e cultura, “Il sogno della farfalla”, a cui ho sostituito “Crisalide”, per trasmettere un’idea di evoluzione e mutamento.

 Quali sono le scuse a cui alludi nel titolo del singolo?

Quelle che molti giovani ahimè si raccontano, dopo aver fallito un proprio progetto di vita, incolpando ciò che è fuori di loro invece che dentro.

Parli di giovani italiani che migrano all’estero: qual è la tua esperienza a riguardo? Hai mai pensato di trasferirti anche solo per un attimo?

Non sono mai emigrato all’estero, se non per brevi periodi, ma ho tutti i miei più cari amici che lo hanno fatto, e buona parte di essi ha finito col tornare a casa. Sì, ho pensato anche io di trasferirmi, era il 2007, e Berlino mi aveva attratto tantissimo. Ma poi ho pensato che non ne valesse fino in fondo la pena.

Pensi che all’Italia manchi qualcosa per rendere possibile la vita di un artista?

Senza dubbio il coraggio. Quello ad esempio che manca alle major di credere in un’artista valido, senza cercare le scorciatoie nei talent. Il risultato è che se inizi a fare musica a 20 anni e te ne freghi dei talent, aspetti altri 20 anni prima di vedere qualche risultato concreto. Come dico sempre, rischi di trovarti a presentare un disco direttamente al centro sociale anziani del tuo quartiere!

ASCOLTA IL SINGOLO

Hai sempre scelto temi impegnati: quale ruolo affidi alla tua musica?

Sono un sociologo. Ho un occhio attento a ciò che succede fuori di me. Trovo noioso e banale parlare solo d’amore. Riduttivo e spesso tremendamente falso. Non concepisco il fatto che sia possibile fare un intero disco che parli solo ed unicamente d’amore. Mi infastidisce. La musica può e deve essere un modo per trasmettere un punto di vista sulle cose, può e deve aprire coscienze, sensibilizzare.

Questo singolo è il primo tassello del prossimo progetto discografico: cosa puoi anticiparci a riguardo?

Sarà un disco nostalgico, riassunto per bene in una frase estratta da un episodio della serie Netflix, “Black Mirror” ed intitolato “San Junipero”, che è tra l’altro presente all’interno della prima traccia del futuro L.P. e che testualmente dice “vivi immerso nel passato…. Nei ricordi….”. Sarà un disco che punterà a far viaggiare con la mente nel tempo, ricordandoci però di dove e come siamo oggi.

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