Jazz, a Bergamo da Pérez a Naissam Jalal; tour italiano di Amaro Freitas

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20 Marzo 2024

BERGAMO _ Il jazz come musica senza confini. Complice i movimenti radicali degli Anni Settanta il free jazz, parafrasando Ginsberg, ha contribuito ad allargare molte aree della coscienza. Tutto vero e molto bello anche se forse non è proprio corretto fino in fondo. Nel senso che è il generale risveglio creativo in campo artistico, la nascita della pop culture, la crescita delle battaglie per i diritti e il Sessantotto hanno portato con loro i germi giusti per far crescere e diffondere questa musica. Ecco perchè è considerata giustamente come sinonimo di libertà e nei fatti abbia spinto a innovazione e sperimentazione come poche altre arti contemporanee. In questo ambito formazioni e musicisti fino ai primi Novanta hanno costruito inediti percorsi espressivi inventando spesso qualcosa che difficilmente poteva essere catalogato come classic jazz. Grazie a musicisti geniali come John Coltrane, molte frontiere sono state superate mettendo a disposizione dei giovani un campionario impressionante di possibilità. Dagli incontri con la musica contemporanea a quella di origine etnica e popolare, sono decine i jazzisti che hanno regalato a questa musica una ricchezza espressiva come poche. E non c’è mai una vera crisi. Tutt’altro. Nascono nuove formazioni, avanzano giovani leader e il pubblico resta fedele. Non si dissolve la passione come neve al sole. I festival sono i luoghi canonici per eccellenza per scoprire tutto ciò dal Nord al Sud d’Italia, un paese particolarmente sensibile alle novità di questo genere musicale con un pubblico in grado di muoversi da un concerto all’altro per scoprire nuovi suoni e idee.

Ne ha ben quarantacinque di edizioni alle spalle, una delle manifestazioni più amate: il Bergamo Jazz Festival, organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti ed è diretta questo anno dal sassofonista italo americano Joe Lovano che come motto ha scelto “In The Moment Now”, slogan che racconta molto dello spirito jazz, qualcosa di inossidabile rimasto nella mente e nel cuore di chi ama fare jam. Dal presente al futuro, come musicisti. Di questa rassegna vale la pena di segnare gli appuntamenti e mettere nel conto un salto nella bella città lombarda dal 21 al 24 marzo per seguire un concerto o più tra il Teatro Sociale e il Donizetti.

Il sassofonista portoricano Miguel Zenon,  considerato tra i migliori della ultima onda è tra gli ospiti del calendario di Bergamo Jazz Festival (Foto di Adrien Tillmann)

Apertura il 21 in Città Alta al teatro Sant’Andrea con un  celebre esponente della New Thing dei Sessanta, il pianista Dave Burrel. Per la rassegna “Scintille di jazz” curata dal sassofonista Tino Tracanna doppio set del duo voce e piano formato da Simona Parrinello e Gianluca di Ienno. Due sono gli appuntamenti proposti nella Città Alta, appunto al Teatro Sociale. Il via il 21 con un trio che fa faville con il pianista Danilo Pérez, il bassista John Patitucci e il batterista Adam Cruz. Chiude uno dei più amati trombettisti italiani, Fabrizio Bosso e i suoi inseparabili Julian Oliver Mazzariello al piano, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e il batterista Nicola Angelucci. Domenica 24 stessa location è di scena la violoncellista e cantante cubana Ana Carla Maza in trio per presentare il suo recente album “Caribe”.

Il 22, il Donizetti sarà di uno dei più raffinati chitarristi jazz: John Scofield con il suo progetto Yankee Go Home, alla riscoperta del rock e folk americano. Compagni di viaggio sono: il pianista Jon Cowherd, il contrabbassista Vincente Archer e il batterista Josh Dion. A seguire il quartetto del sassofonista portoricano Miguel Zenòn, tra i giovani più talentuosi in circolazione che ha avuto un Grammy per il miglior album di Latin Jazz (“El arte del Bolero Vol 2”). Con lui una leggenda come il pianista venezuelano Luis Perdomo, il contrabbassista Hans Glawischnig e il batterista Dan Weiss. Al pomeriggio all’Auditorium di piazza della Libertà di scena la poetessa e musicista elettronica Moor Mother con il percussionista Dudù Kouate.

La violoncellista e cantante cubana Carla Ana Maza presenterà  con il suo trio al festival internazionale di musica jazz a Bergamo il suo recente album “Caribe”

Per il ciclo di Tracanna nella piazzetta di via Pignolo in pista il trio del batterista Antonio Fusco e più tardi alle 22 live del trio del batterista Filippo Sala che presenta il suo album d’esordio “Rifugi” con il chitarrista Enrico Terragnoli e il bassista Danilo Gallo.

Mattina e pomeriggio da non perdere per la presenza di due stelle di livello internazionale. La prima (alle 11 all’Accademia Carrara) è la flautista e vocalist franco siriana Naissam Jalal in tandem con il contrabbassista francese Claude Tchamitchian. In questo caso vale il consiglio di non perdere assolutamente questo talento musicale. Una musicista da assegnare proprio a quella schiera di jazzisti che sperimentano a trecentosessanta gradi. In questo caso Naissam – che solo qualche mese fa ha rilasciato l’album “Healing Rituals” – ha preso ad ispirazione antichissimi canti rituali rileggendoli in modo evocativo. Suona il flauto in un modo tecnicamente perfetto seguendo le lezioni di valorosi jazzisti come Roland Kirk. Assolutamente intrigante e magnetico il modo con cui reinventa improvvisando questi canti di tradizione popolare trasformandoli in sonate per il nostro tempo. Naissam si esibirà l’indomani nella rassegna “Mixitè” , alle ore 19 al Parc di Firenze. In questo caso si aggiungerà anche il pianista Leonardo Montana. La flautista franco siriana sarà di nuovo in Italia il 14 giugno ospite del Ravenna Festival e, infine il 21 luglio, in Sardegna al festival Calagonone Jazz.

Nella stessa giornata, alle 17 all’Auditorium di piazza Libertà, di scena un’altra formidabile cantante, l’albanese Elina Duni che con il chitarrista Rob Luft, il bassista Kiril Tufekcievski e il batterista presenterà il suo progetto intitolato “Songs of love and Exile” dove l’artista fa il focus sul tema delle migrazion proponendo una escursione a tutto campo su canzoni mediterranee e americane. Elina Duni in questo momento è ritenuta una delle migliori artiste che in Europa sta compiendo un lavoro di ricerca tra sonorità della tradizione e musica jazz contemporanea. Lo scorso anno a luglio ha esordito nella prestigiosa etichetta ECM incidendo assieme a Luft l’album “A time to remember”.

La flautista e cantante franco siriana Naissam Jalal è tra presenze più attese del festival di Bergamo. Dopo il festival si esibirà anche a Firenze e al Ravenna Festival

E’ un altro calibro da novanta ad aprire la giostra della sera: il sassofonista Bobby Watson che si esibirà assieme a musicisti di bella stazza come Curtis Lundy, contrabbasso e Victor Jones alla batteria. E due emergenti come il pianista Jordan Williams e il trombettista Wallace Roney Jr.

In omaggio dei leggendari Art Ensemble of Chicago che al Donizetti suonarono il 20 marzo del 1974 il batterista di quella mitica formazione Famodou Don Moye ha voluto accanto a sé ad esibirsi il bassista Junius Paul, il violinista Eddy Kwon, il pianista e trombonista Simon Sieger, la poetessa e musicista elettronica Moor Mother e Dudù Kouate, percussionista. Per “Scintille di Jazz” alle 18,30 è in programma il set di Raffaele Fiengo (ore 18,30) e il quartetto misto pugliese-lucano H-Owl Project.

Domenica 24 si apre al teatro Sant’Andrea (ore11) con il duo di Emanuele Cisi, al sax e Salvatore Bonafede al piano. Alle 15 nella Sala Piatti è di scena il quartetto della contrabbassista Federica Michisanti con il clarinettista francese Louis Clavis, il violoncellista Salvatore Maiore e il percussionista Michele Rabbia.

La cantante di origini albanesi Elina Duni particolarmente apprezzata per il suo tipo di ricerca nell’ambito della musica popolare . Ha inciso la scorsa estate per la prestigiosa ECM

Imperdibile il 24 il solo del pianista Abdullah Ibrahim, già conosciuto tempo fa come Dollar Brand. In campo per la chiusura il Modern Standards Supergroup che allinea altri quattro stelle: Ernie Watts, il danese Niels lan Doky, Darryl Jones, il bassista Felix Pastorius figlio del grande Jaco e infine il batterista Harvey Mason. Ma non c’è solo Bergamo Jazz. Il 21 marzo, primo giorno di primavera parte in Italia la tournée di un esponente del jazz brasiliano da tenere sott’occhio perché è già adesso una stella ma diventerà ancora più grande sulla scena internazionale. Il primo appuntamento è a Isole Sonore di Milano, la rassegna che propone otto protagonisti del pianoforte: dalla musica classica al jazz. E lui è Amaro Freitas ed davvero un grande regalo andare ad ascoltarlo in concerto. Ha un approccio alla tastiera assolutamente unico. Capace di imprimere al suo pianismo ardite escursioni. Dal jazz tradizionale “stride” passa a Monk per ammiccare verso Chick Corea e Dollar brand. Dietro le spalle ha naturalmente la grande cultura musicale del Nord est brasiliano (è di Recife). Il suo ultimo album “Y’Y” è un omaggio alla foresta amazzonica e come lui stesso dice “un invito a vivere, sentire, rispettare, e prendersi cura della natura, riconoscendola come nostra antenata”. Amaro Freitas sarà in concerto anche il 23 all’Auditorium Centro Civico di San Vito al Tagliamento (Udine) per San Vito jazz Festival, il 24 al Laguna Libre Club di Venezia, il 26 a Torre Unipol di Bologna, il 28 all‘Officina Pasolini di Roma in concerto presentato da Max De Tomassi.

Il giovane pianista brasiliano Amaro Freitas approda in questi giorni per un tour in alcune città italiane il suo ultimo disco dedicato alla natura e alla foresta amazzonica

 

TAG: Bergamo Jazz Festival, Chick Corea, Danilo Perèz, Dave Burrel, Dollar Brand, Fabrizio Bosso, Joe Lovano, Joe Scofield, John Coltrane, Tino Tracanna
CAT: Musica

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