Emilio Vedova e le avanguardie musicali del ‘900

:
22 Ottobre 2015

A pochi giorni dalla chiusura di una Biennale Musica che ha lasciato più di qualche perplessità, la musica del secondo Novecento torna al centro della vita culturale veneziana con una intensa rassegna dedicata ai rapporti tra il pittore Emilio Vedova e l’avanguardia musicale.

La cura Mario Messinis, che è stato stimolato dalla Fondazione Vedova a riannodare le relazioni – sia culturali che affettive, come tiene a sottolineare nella presentazione – tra l’artista veneziano e la temperie musicale dei suoi tempi. Un rapporto, quello tra Vedova e la musica, lo ha ricordato bene il Presidente della Fondazione, Alfredo Bianchini, che non era tanto quello di un appassionato “tradizionale”, quando piuttosto di una sensazione di corrispondenza della pratica musicale con quella della propria arte.

Ecco quindi, nel suggestivo Magazzino del Sale alle Zattere che del pittore conserva alcune grandi opere, la Venezia che “conta” ritrovarsi, affollatissima, attorno a questa bella iniziativa, per un programma variegato aperto dall’Omaggio a Vedova di Luigi Nono, breve pezzo che dimostra un po’ gli anni (è del 1960, primo lavoro elettronico del compositore veneziano), ma che è in qualche modo un inevitabile rito di ingresso nella serata.

Una prima assoluta di Wolfgang Rihm, Geste Zu Vedova, è un lavoro costruito con sapienza dentro tensioni che cercano di riverberare il gesto pittorico del dedicatario e restituito con intensità dal Quartetto Minguet, anche se mi sembra inesorabilmente (e forse inevitabilmente) legato a un lessico ormai esaurito dal punto di vista esplorativo.

***

(Segnalo, già che ci siamo, che in un’intervista a Leonetta Bentivoglio uscita sulla Repubblica un paio di giorni fa e prendendo nettamente le distanze dalla musica “leggera”, lo stesso Rihm dice del pop e del rock cose piuttosto imbarazzanti tipo “bisogna avere competenze specialistiche per godere dei movimenti di un modello ritmico che ha battute rigidamente lineari” o “un brano pop va suonato molte volte per poter essere recepito“…)

wahh

***

È sempre di grande impatto invece l’ascolto spazializzato del meraviglioso Gesang der Jünglinge di Karlheinz Stockhausen, incastonato nel cuore della serata (grazie all’attento controllo di Alvise Vidolin) e in grado di trasmettere ancora conturbanti bagliori. (Fatelo ascoltare nelle scuole, non solo in serate speciali!)

Il quartetto Minguet torna sul piccolo palco assieme alla soprano Monica Bacelli, per un’interpretazione del Quartetto per archi n.2 di Arnold Schönberg, primo lavoro esplicitamente atonale del compositore, ma ancora intriso di sapori mahleriani. Una resa, quella del quartetto e della Bacelli, davvero intensa e ragguardevole per equilibri e ambiguità espressiva.

Il giovane Andrea Vecchiato propone poi con convinzione il classico Density 21.5 per solo flauto di Edgar Varèse, prima del finale con la Grande fuga per quartetto di Beethoven, un lavoro certamente evitabile, sia per la lunghezza della serata (che era già coerente e completa di per sé), sia per l’approccio del Minguet, qui piuttosto sconcertante per impaccio iniziale e per complessiva scarsa aderenza espressiva.

“Custodia del fuoco o adorazione delle ceneri?”

La domanda “mahleriana” si pone necessaria, come sempre quando si parla di musica “contemporanea” (della pertinacemente scarsa diffusione di pagine ormai consolidate del Novecento nei programmi delle stagioni concertistiche così come delle estreme difficoltà di rinnovamento espressivo di molti nuovi lavori), anche se il contesto di questa rassegna spinge chiaramente a un disegno già storicizzato.

mostra_immagini_amici

La serata inaugurale ha risposto al quesito con l’ottimo successo e l’alta qualità musicale complessiva. Da stasera a domenica (qui il programma) il resto della rassegna, con una prima di Claudio Ambrosini e lavori di Nono, Feldman, Bartòk, Webern, Berg, Lachenmann, Maderna e Kurtàg.

Sperando che la forza del gesto pittorico di Vedova e dei compositori citati riesca anche a uscire dal contesto celebrativo per riprendere a dialogare con altri pubblici.

Questo sarebbe un successo ancora maggiore.

 

 

TAG: arte, Emilio Vedova, musica contemporanea
CAT: Musica, Musica classica

Nessun commento

Devi fare per commentare, è semplice e veloce.

CARICAMENTO...