Il popolo Burkinabé, piccola speranza per un’Africa diversa

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23 Aprile 2021

Il World Gold Council[1], il 14 Luglio 2020, nel pieno dell’epidemia di Covid, dichiara: “Gli investitori hanno abbracciato l’oro nel 2020 come strategia chiave di copertura del portafoglio. La pandemia avrà probabilmente un effetto duraturo (…) e rafforzerà anche il valore dell’oro come risorsa strategica” [2]. Alcuni giorni dopo, il 5 Agosto, l’oro ha toccato il suo prezzo più alto di sempre: 2.048 dollari l’oncia[3]. Un risultato che suona quasi come una maledizione, se si pensa che i popoli che vivono nella miseria più disperata sono anche quelli che sono seduti su immensi giacimenti aurei, ma non ne traggono nessun beneficio[4].

Una di queste nazioni ricchissime di risorse naturali è il Burkina Faso[5], una terra formatasi milioni di anni fa nella valle, circondata da un vasto altipiano, che ospita il lungo fiume Niger ai suoi inizi, e che vive ogni anno due stagioni completamente opposte: parte del deserto del Sahara in estate, zona alluvionale e lussureggiante, piena di laghi e di fiumi, durante l’inverno[6]. È anche una delle nazioni più povere al mondo in cui “si muore ancora di fame, di sete e di malaria”[7]. In questa terra, il cui nome significa “terra degli uomini integri”[8], la principale risorsa mineraria è l’oro, la cui estrazione è in mano ad aziende australiane, canadesi e russe[9].

Nel Burkina Faso c’è stata un’esplosione della produzione d’oro tra il 2000 ed il 2010: in pochi anni il Burkina Faso è divenuto il quinto esportatore d’oro del continente africano (dopo il Ghana, il Sudafrica, il Sudan e il Mali)[10]. Con 17 miniere attive e 60 tonnellate prodotte nel 2020 – erano solo 35 tonnellate nel 2015 –, l’oro non soffre nemmeno la crisi globale dovuta alla pandemia: si tratta di un volume d’affari di 2000 miliardi di FCFA, più di 3 miliardi di Euro, e nel 2021 il volume crescerà ancora, perché tre nuove miniere dovrebbero entrare in fase di produzione[11].

Secondo la Banca mondiale la produzione d’oro ha contribuito sostanzialmente a migliorare la bilancia commerciale: l’oro, con il cotone, genera circa il 95% delle richieste di esportazione del Paese[12]. A comprare l’oro sono soprattutto Svizzera e India[13], mentre per il cotone il mercato è soprattutto legato ai paesi circonvicini, dato che il Burkina Faso è il quarto produttore continentale di cotone[14]. Secondo la Banca africana di sviluppo (BAD) saranno proprio questi due prodotti ad aiutare il Paese a riprendersi dagli effetti del Covid-19: la Banca stima una crescita media del mercato continentale attorno al 3,4% del Prodotto interno lordo (Pil), a fronte di una contrazione del -2,1% del 2020[15]. Il Burkina Faso è una delle dieci nazioni che – sempre secondo lo studio della BAD – conosceranno una crescita economica annua superiore al 5%[16].

Il governo è impegnato in un grande sforzo, sostenuto dai partners privati nazionali e le istituzioni mondiali, che convergono nel Piano nazionale di sviluppo economico e sociale (PNDES) che, inaugurato nel 2016, opera su più comparti in modo coordinato (agricoltura, ambiente, educazione, energia, infrastrutture, sanità e telecomunicazioni[17]) e sta per essere rinnovato ed aggiornato per il quinquennio 2021-2025[18]. Per il suo finanziamento, BAD ha garantito 62 milioni di dollari, la Banca mondiale ha assicurato 310 milioni di dollari e l’Unione europea 116 milioni di euro[19]. Il Burkina Faso sarà la prima nazione del Sahel a beneficiare del piano di finanziamento supplementare della Banca mondiale per i Paesi più fragili[20].

Nel 2021 il Governo di Ouagadougou (in carica dallo scorso 21 Gennaio) dovrà approvare la legge sul partenariato pubblico-privato, ed una sulla promozione del risparmio interno (uno dei più deboli del continente) che oggi copre solo il 5,7% del Prodotto interno lordo, mentre la media per l’Africa occidentale è del 19%[21]. Il PIL del Burkina Faso, calcolato nel 2019 in oltre 44 miliardi, è pari o addirittura superiore a quello di molti altri paesi africani ed asiatici ed è di poco inferiore a quello dell’Estonia e della Bosnia[22] ed il tasso annuo di crescita è persino superiore a quello del Ruanda, considerata la Svizzera d’Africa[23]. Ma il guadagno medio pro capite è di soli 2000 dollari l’anno[24], e questo solo grazie ai ricchi stipendi di chi lavora nel management estrattivo – la maggior parte della gente è alla fame.

L’incubo della Jihad

Pubblicità per Boko Haram nelle strade e nelle campagne del Burkina Faso[25]

Uno dei motivi principali della condizione di miseria della popolazione è il fatto che il Paese abbia alle spalle decenni di continue guerre: dal 1958 in poi, anno dell’indipendenza, alla guida dell’Alto Volta si sono succeduti diversi dittatori provenienti o da milizie tribali o dall’esercito regolare[26]. L’unico che abbia mai tentato di dare un senso di appartenenza al coacervo di etnie della regione, ed abbia poi onestamente tentato di fare qualcosa per il suo popolo, è stato Thomas Sankara, un ufficiale dell’esercito che, dopo aver visto anni di massacri, era diventato pacifista e chitarrista della band Tout-à-Coup Jazz[27], prima di essere nuovamente risucchiato nell’ennesima guerra civile e, nel 1982, essere nominato Primo Ministro e poi, un anno più tardi, presidente[28].

Sankara stravolge letteralmente l’Alto Volta, che lui rinomina Burkina Faso, la “Terra degli Uomini Integri”[29]: emancipazione della donna, proibizione dell’infibulazione e della poligamia, punizione non delle prostitute ma di loro sfruttatori, campagna sui contraccettivi e contro l’AIDS, apertura della carriera militare e politica per le donne, incoraggiamento delle donne che vanno all’università tramite borse di studio[30]; lotta alla corruzione (per esempio, sostituendo le auto blu Mercedes con delle Renault 5[31]); sostituzione dei night-club occidentali (costosissimi) con delle balere popolari gratuite e, in generale, lotta alle importazioni di prodotti di marca stranieri[32]; riduzione degli stipendi della politica (lui stesso percepiva 450 dollari al mese e, quando è morto, sul conto aveva 150 dollari, e la sua eredità consisteva in un piccolo appartamento e una chitarra)[33].

La lista delle riforme di Sankara continua: sovvenzionamento dell’agricoltura e delle piccole imprese, trasformazione dell’esercito dal professionismo alla leva generalizzata (per diminuire il potere dei militari)[34]; istituzione delle Case del Popolo (in cui i funzionari governativi ascoltavano le lamentele della gente), una grande campagna per donare il sangue, alfabetizzazione e vaccinazione forzata, triplicando posti nelle scuole e negli ospedali, decuplicando i pozzi d’acqua potabile[35]. Una serie di risultati unici al mondo, offuscati dal pugno di ferro con cui ha condotto il governo nei cinque anni del suo potere[36]. Ma la sua parabola politica ed umana è stata brevissima. L’11 ottobre 1987 è stato ucciso in un’imboscata da coloro che erano teoricamente i suoi amici più fedeli[37]. Come nel caso di Che Guevara, hanno ucciso l’uomo, ma hanno ingigantito il mito, perché ancora oggi Thomas Sankara è il simbolo di tutti gli Africani che si vogliono sbarazzare dei vincoli tribali medievali e si percepiscono come un unico, grande, meraviglioso popolo in faticosa marcia verso un grande destino.

Chi è venuto dopo di lui, il dittatore Blaise Campaoré, che è stato probabilmente anche la mano assassina che ha ucciso Sankara, nei 27 anni del suo regime ha cancellato le riforme e sprofondato nuovamente il Paese nelle sanguinose lotte tribali[38]. Ma nemmeno la caduta del suo regime ha migliorato le cose: a partire dal 2015 la jihad islamica ha iniziato ad usare il territorio del Burkina Faso come nascondiglio dopo azioni militari in Mali, Ciad, Niger, Benin e Togo[39], uccidendo chiunque si trovasse sulla loro strada – almeno 1200 burkinabé fino ad oggi[40].

Tra il 2014 e il 2019 nel Sahel, la regione centrale che attraversa tutta l’Africa occidentale, ci sono stati 2200 attacchi terroristici, con 11.500 vittime e milioni di sfollati, la maggior parte dei quali si nasconde in Burkina Faso[41]. Gli attacchi sono compiuti da diversi gruppi, quali il Mouvement pour l’Unicité et le jihad en l’Afrique de l’Ouest (Mujao), il Groupe de Soutien à l’Islam et aux Musulmans (Gsim), Boko Haram e Ansar ul Islam, per indicare i più noti[42].

Questi gruppi strumentalizzano conflitti già esistenti fra allevatori semi-nomadi e agricoltori stanziali, che si disputano l’accesso alle risorse naturali disponibili[43]. Contro tali gruppi, nel 2014, su proposta della Francia, è stata costituita l’operazione militare “Berkhane”: cinquemila soldati, di stanza in Ciad, a supporto degli eserciti di Mauritania, Burkina Faso, Niger, Mali e Ciad che, fino ad oggi, non sono riusciti a sconfiggere i gruppi estremisti[44]. Analogo esito riguarda anche la “Force Conjointe G5 Sahel”, la forza militare dei cinque Stati del Sahel[45]. Il Burkina Faso, senza aiuto, non ce la può fare, come ha sottolineato il nuovo presidente Roch Marc Kaborè il 9 febbraio 2021 quando, a Bruxelles, ha incontrato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli[46].

La grande corsa all’oro

Thomas Sankara, uno dei più grandi eroi del Continente africano[47]

Le miniere possono aiutare, perché producono ricchezza, o essere una maledizione, perché producono violenza e disordine. In Burkina Faso la bilancia non pende ancora decisamente da alcuna delle due parti, perché mancano ancora le infrastrutture e molto del prodotto proviene dagli artigiani che, come nel Nordamerica del XIX Secolo, scavano nel fango e setacciano l’acqua melmosa dei fiumi, sperando ogni giorno di avere fortuna e di cambiare il proprio destino.

Le estrazioni artigianali non hanno una buona reputazione. L’estrazione del metallo causa rischi seri alla salute delle persone e all’ambiente e i benefici economici sono limitati. Le miniere artigianali sono passate da 200, nel 2003, a più di 700 nel 2014, ed attualmente sono circa un migliaio[48]. Il boom c’è stato durante la grande siccità del 1984, quando migliaia di agricoltori si sono trovati alla fame, hanno perso le loro terre, e non hanno trovato alcuna alternativa al trasformarsi in minatori[49].

Per vendere l’oro c’è bisogno dei contrabbandieri: i minatori del Burkina Faso, del Mali e del Niger sono collegati ad intermediari in Togo, che sono poi lo snodo per il mercato degli Emirati Arabi Uniti[50]. Un affare da 2 miliardi di dollari all’anno, in gran parte governato dai gruppi jihadisti, che negli ultimi tempi, per evitare che questa pacchia finisca, hanno iniziato a prendere di mira gli impianti e il personale delle imprese minerarie del Sahel[51]. Secondo Comtrade (l’International Trade Statistics Database, fondato nel 1996 a Lubiana dallo scienziato Veselin Jevrosimović, che oggi calcola – su incarico delle Nazioni Unite – i dati di tutti gli scambi commerciali del mondo), tra il 2006 ed il 2016 l’oro proveniente dall’Africa occidentale è passato dall’8% al 16% del totale – quasi del tutto grazie agli investimenti sul contrabbando degli operatori degli Emirati Arabi Uniti[52].

Ma il contrabbando non segue le regole stabilite dalla comunità internazionale. Secondo i dati dell’Unicef, nel Burkina Faso spaccano e trasportano pietre e fango, respirando polveri di mercurio altamente tossiche, tra il mezzo milione e i 700’000 adolescenti per otto o dieci ore al giorno – le miniere artigianali funzionano 24 ore su 24[53]. In cambio, ogni lavoratore ha un pasto garantito, i soldi ci sono solo se si trova l’oro: 20% a chi ha investito, tra l’1% ed il 10% ai proprietari dei terreni, il resto viene diviso tra il capo del villaggio più vicino, che garantisce la calma e l’efficienza, ed i lavoratori[54]. Un grammo d’oro, venduto sul mercato ufficiale di Ouagadougou, vale 10’000 FCFA (circa 15 Euro), a patto che ci sia la documentazione che prova che il capo del cantiere sia un burkinabè[55].

In ogni caso, anche le miniere artigianali migliorano il livello di vita della popolazione locale, tant’è vero che i consumi, tra il 2009 ed il 2014 (ultima cifra disponibile) nelle aree delle miniere artigianali, sono cresciti del 10%[56]. Ma sono cifre legate alla parte minima della produzione artigianale – quella che non scompare in Togo e poi negli Emirati[57]. Per questo, ovviamente, lo Stato si batte perché i minatori artigianali scompaiano e, nel 2015, ha riformato il Codice Minerario (legge n°36-2015)[58]. Da allora, sono arrivate le multinazionali straniere: la Iamgold a Essakane e la Semafo- Endeavour a Mana (entrambe canadesi)[59] e la Nordgold russa – una società controllata dall’oligarca russo Alexey Mordashov[60].

La forza schiacciante della Nordgold

La fantascientifica acciaieria Severstal di Cherepovets, nella Russia Nordoccidentale[61]

Secondo “Forbes” si tratta del 51° uomo più ricco del pianeta, con un patrimonio intorno ai 32 miliardi di dollari[62]. Si è laureato in ingegneria negli anni dell’Unione Sovietica e, alla caduta del Muro, è stato incaricato di gestire la privatizzazione del comparto russo dell’acciaio, da cui è nato il gruppo multinazionale Severstal, che Mordashov ha guidato per 19 anni, finché aveva talmente esteso i propri interessi industriali e commerciali privati da poter rinunciare a quell’incarico[63], e – del resto – nel frattempo era entrato nel jet-set moscovita e tra i principali finanziatori del Teatro Bol’šoj di Mosca[64].

Una parte del suo nuovo business è quello minerario con la Nordgold, una società nata nel 2007 a Mosca con solo un paio di concessioni minerarie in Russia[65], e che oggi è divenuto un gruppo multinazionale, basato a Londra, che nel 2020 ha chiuso con un fatturato di 1,86 miliardi di dollari ed un guadagno netto di 767 milioni di dollari[66]. Nordgold possiede cinque siti minerari in Russia, uno in Kazakistan, uno nella Guyana francese, uno in Guinea e tre in Burkina Faso: Bissa, Bouly e Taparko[67]. La multinazionale ha investito, dal 2009 a oggi, oltre 1 miliardo di dollari e le tre miniere rappresentano insieme un volume di produzione di 360’000 once d’oro, il 40% della produzione totale del gruppo[68].

Sebbene il sito della Nordgold assicuri che la multinazionale supera qualsiasi esame etico, di protezione ambientale e di regole d’assunzione[69], secondo le indagini dei giornalisti e delle ONG internazionali le cose stanno in modo leggermente diverso. Innanzi tutto perché, a causa della presenza del fondamentalismo islamico, sono sempre più insistenti le grida a favore di una nazionalizzazione: “Nel Burkina le concessioni accordate a società straniere, come la canadese Semafo e la Nordgold del magnate russo dell’acciaio Alexey Mordashov, non si traducono in vantaggi concreti per la popolazione rurale. Alimentano piuttosto il fuoco della propaganda integralista: dai pulpiti delle moschee e di internet gli imam maledicono il neocolonialismo che depreda le risorse nazionali”[70].

A ciò si aggiunge il fatto che due delle miniere della Nordgold (Bissa Gold e Taparko Gold) hanno improvvisamente smesso di versare i denari pattuiti per il Fondo minerario per lo sviluppo locale, che dal 2015 ad oggi aveva raccolto, a favore delle popolazioni burkinabé, 51 miliardi di FCFA (27,5 milioni di dollari)[71]. Una parte di quei soldi è andato nelle delocalizzazioni forzate, a causa delle quali i villaggi devono abbandonare luoghi vicini all’acqua (e di cui gli abitanti erano intestatari dei diritti di proprietà) per spostarsi in zone più aride, lasciando l’acqua alle miniere: Bissa Gold ha spostato ufficialmente 2783 persone, ma naturalmente si tratta di cifre puramente indicative[72]. In Guinea, alla miniera di Lefa, le cose vanno peggio; “nelle sue gallerie abbandonate perché prive di redditività, regolarmente, dei cercatori venuti a cercare qualche residuo d’oro muoiono, sepolti”[73].

Ma il problema centrale rimane quello della gestione di una miniera in una zona di guerriglia, nell’ambito della quale l’esercito regolare nazionale non è in grado di far rispettare le condizioni pacifiche necessarie per lo svolgimento delle normali quotidiani funzioni di una miniera. Nel 2019 l’azienda comproprietaria delle miniere gestite da Nordgold, l’australiana Perenti Global, dopo un attacco dei jihadisti contro il suo personale che è costato 19 morti e 26 feriti, ha deciso di abbandonare il Burkina Faso[74].

In uno dei più grandi bar alla moda di Ouagadougou si vede chiaramente che il popolo burkinabé è estremamente consapevole, politicamente e culturalmente, del proprio posto nel mondo[75]

Operai, ingegneri e management del gruppo Nordgold vengono difesi da un numero imprecisato di miliziani provenienti dalla Russia che, se da un lato si sono dimostrati in grado di difendere le miniere da attacchi provenienti dai gruppi terroristici[76], dall’altra costituiscono comunque un pericolo per la popolazione locale: nel 2014 le maestranze della miniera di Bissa Gold decisero uno sciopero generale a causa del fatto che la società concessionaria della licenza estrattiva, la Somika, che aveva firmato un certo contratto con garanzie umanitarie, sociali, sanitarie e sindacali con la popolazione locale, aveva poi venduto la maggioranza a Nordgold, che ha ignorato gli accordi precedenti[77]. Le truppe mercenarie di Nordgold hanno reagito con un pestaggio indiscriminato, lasciando anche dei morti sul terreno[78].

Il governo di Ouagadougou non ha né la forza né la voglia di reagire. Dal 1992 in poi, a causa della scarsissima entità dell’interscambio commerciale, la Russia ha chiuso la sua Ambasciata in Burkina Faso, così come in atri paesi dell’Africa Occidentale, aggregandole a quella della Costa d’Avorio[79], ed ha trasferito la propria azione diplomatica alle aziende industriali presenti sul posto – come Nordgold. Seguendo lo scambio ufficiale di messaggi tra i due paesi, si intuisce che, dopo gli attacchi terroristici a Bissa Gold ed a Semafo, la Federazione Russa abbia collaborato con miliziani addetti alla sicurezza presenti intorno alle miniere[80].

Ma il Burkina Faso è diverso dagli altri paesi africani: la sua élite politica e militare è debolissima, e quindi il tasso di corruzione (che esiste) è relativamente basso[81]. Ogni azienda multinazionale che arriva è, da sola, più ricca dell’intero Paese (come nel caso di Nordgold)[82]. Anche il Burkina Faso è un coacervo di tantissime etnie che, essendo continuamente attaccate dall’esterno, tra loro vivono in pace e concordia, e quando Blaise Campaoré, nel 2014, violando per l’ennesima volta la legge che impedisce ad un presidente di candidarsi per un secondo mandato, ha annunciato che sarebbe rimasto, la popolazione burkinabé, insieme a quella di tutte le altre etnie, è scesa pacificamente in strada e, fermandosi del tutto, ha costretto il presidente ad andarsene[83].

Tutto accade informalmente, in strada, con la partecipazione di decine di comitati di cittadini e piccole ONG che stanno sfruttando il fatto che il PIL sia decuplicato negli ultimi 20 anni per partecipare alla decisione sulle linee di indirizzo politiche. Il paese, con grande consapevolezza, si indirizza ad un presente ecocompatibile, ad accordi di sviluppo incentrati sull’inclusione[84], sulla comprensione del fatto che, partendo da una situazione di tale debolezza, la carta vincente è lavorare insieme, usare insieme gli aiuti internazionali, accettare che le risorse naturali vengano sfruttate dagli stranieri fino a quando i confini non saranno sicuri, il jihadismo sconfitto, le infrastrutture fondamentali (scuole, strade, ospedali, elettricità, acqua potabile), previste dal PNDES, non saranno state completate[85]. Nel nome di Thomas Sankara e del popolo degli uomini integri, che un giorno abbraccerà tutto il grande continente africano.

 

[1] https://www.gold.org/ . Associazione – fondata nel 1987 – che unisce, su scala internazionale, le maggiori aziende minerarie aurifere.
[2] https://www.farodiroma.it/africa-grande-corsa-alloro-monitoraggio-dellestrazione-mineraria-delle-nazioni-unite-di-a-martinengo/
[3] Angelo Martinengo, “Africa. Grande corsa all’ oro, monitoraggio dell’estrazione mineraria delle Nazioni Unite”, “Faro di Roma”, 18 Gennaio 2021, https://www.farodiroma.it/africa-grande-corsa-alloro-monitoraggio-dellestrazione-mineraria-delle-nazioni-unite-di-a-martinengo/
[4] Rémi Bazillier-Victoire Girard, “Malédiction des ressources naturelles et mines artisanales: le cas de l’or au Burkina Faso”, https://theconversation.com/malediction-des-ressources-naturelles-et-mines-artisanales-le-cas-de-lor-au-burkina-faso-102855
[5] http://www.vita.it/it/story/2018/11/26/nelle-viscere-del-burkina-faso-il-forziere-delloro-africano/257/
[6] Michel Ben Arrous, Lazare Ki-Zerbo, “African studies on geography from below”, Codesria, Dakar 2009
[7] Natascia Aquilano, “Nelle viscere del Burkina Faso, il forziere dell’oro africano”, http://www.vita.it/it/story/2018/11/26/nelle-viscere-del-burkina-faso-il-forziere-delloro-africano/257
[8] http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bf528d64-3c0d-44c2-bffb-70baf051624d.html
[9] Autori Vari, “Calendario Atlante De Agostini 2021”, Istituto Geografico De Agostini, Novara 2020, page 410
[10] Le Faso.net, https://lefaso.net/spip.php?article99247
[11] https://www.jeuneafrique.com/1131013/economie/burkina-faso-les-promesses-de-lor/
[12] https://www.jeuneafrique.com/1133049/economie/burkina-faso-de-la-resistance-a-la-relance/
[13] https://www.diplomatie.gouv.fr/fr/dossiers-pays/burkina-faso/presentation-du-burkina-faso/
[14] https://www.diplomatie.gouv.fr/fr/dossiers-pays/burkina-faso/presentation-du-burkina-faso/
[15] https://www.agenceecofin.com/economie/2303-86472-top-10-des-pays-africains-qui-connaitront-les-plus-fortes-croissances-economiques-en-2021-selon-la-bad
[16] Agence Ecofin, https://www.agenceecofin.com/economie/2303-86472-top-10-des-pays-africains-qui-connaitront-les-plus-fortes-croissances-economiques-en-2021-selon-la-bad
[17] “Jeune Afrique”, “Une nouvelle Afrique?”, n° 3089, June 2020, page 168
[18] “Jeune Afrique”, “Une nouvelle Afrique ?”, n° 3089, June 2020, page 168
[19] https://www.jeuneafrique.com/1133049/economie/burkina-faso-de-la-resistance-a-la-relance/
[20] https://www.jeuneafrique.com/1133049/economie/burkina-faso-de-la-resistance-a-la-relance/
[21] https://www.jeuneafrique.com/1131013/economie/burkina-faso-les-promesses-de-lor/
[22] https://www.cia.gov/the-world-factbook/field/real-gdp-purchasing-power-parity/country-comparison/
[23] https://www.cia.gov/the-world-factbook/field/real-gdp-growth-rate/country-comparison/
[24] https://www.cia.gov/the-world-factbook/countries/burkina-faso/#economy
[25] https://www.agcnews.eu/burkina-faso-rimpasto-di-governo-e-jihad/
[26] https://www.blaisecompaore.com/en/political-and-military-career/1960-1983-engagement/
[27] https://www.theguardian.com/world/2015/sep/27/jazz-and-revolution-burkina-faso-recalls-the-spirit-of-sankara ; https://archive.is/20130222180430/http://www.thomassankara.net/spip.php?page=imprimir_articulo&id_article=527&lang=fr
[28] https://web.archive.org/web/20161010234702/http://www.infoaut.org/index.php/blog/approfondimenti/item/13137-chi-era-thomas-sankara
[29] http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bf528d64-3c0d-44c2-bffb-70baf051624d.html
[30] http://www.resistenze.org/sito/os/gr/osgrdc05-012450.htm
[31] http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bf528d64-3c0d-44c2-bffb-70baf051624d.html
[32] https://www.youtube.com/watch?v=cwHKxGvpD_U
[33] https://www.youtube.com/watch?v=cwHKxGvpD_U
[34] http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bf528d64-3c0d-44c2-bffb-70baf051624d.html
[35] http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bf528d64-3c0d-44c2-bffb-70baf051624d.html
[36] https://www.amnesty.org/download/Documents/POL1000011988ENGLISH.PDF ; https://oxfamilibrary.openrepository.com/bitstream/handle/10546/125821/bk-country-profiles-burkina-faso-part1-010190-en.pdf?sequence=17&isAllowed=y
[37] http://www.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bf528d64-3c0d-44c2-bffb-70baf051624d.html ; https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/10/14/news/thomas_sankara-125097440/
[38] https://www.jeuneafrique.com/depeches/8036/politique/burkina-ceremonie-dinvestiture-pour-michel-kafando-ses-pouvoirs-en-question/ ; https://www.rfi.fr/fr/afrique/20151221-assassinat-sankara-mandat-arret-international-contre-compaore ; http://archive.wikiwix.com/cache/index2.php?url=http%3A%2F%2Fwww.unhchr.ch%2Ftbs%2Fdoc.nsf%2F%28Symbol%29%2F8d3fe6b44a5f39bdc1257172005150ec%3FOpendocument
[39] Autori Vari, “Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo”, Terra Nuova Edizioni, Firenze 2019, pages 91-92
[40] Amaury Hauchard, “Un voto impossibile nel nord del Burkina Faso”, https://www.internazionale.it/notizie/amaury-hauchard/2020/11/20/burkina-faso-elezioni-attacchi
[41] Giuseppe Mistretta, “Le vie dell’Africa. Il futuro del continente fra Europa, Italia, Cina e nuovi attori”, Infinito edizioni, Formigine (Modena) 2020, pages 61-63
[42] Giuseppe Mistretta, “Le vie dell’Africa. Il futuro del continente fra Europa, Italia, Cina e nuovi attori”, Infinito edizioni, Formigine (Modena) 2020, pages 61-63
[43] Giuseppe Mistretta, “Le vie dell’Africa. Il futuro del continente fra Europa, Italia, Cina e nuovi attori”, Infinito edizioni, Formigine (Modena) 2020, pages 61-63
[44] Giuseppe Mistretta, “Le vie dell’Africa. Il futuro del continente fra Europa, Italia, Cina e nuovi attori”, Infinito edizioni, Formigine (Modena) 2020, pages 61-63
[45] Giuseppe Mistretta, “Le vie dell’Africa. Il futuro del continente fra Europa, Italia, Cina e nuovi attori”, Infinito edizioni, Formigine (Modena) 2020, pages 61-63
[46] Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale Luiss, https://sicurezzainternazionale.luiss.it/2021/02/10/presidente-del-burkina-faso-incontra-vertici-dellue
[47] https://frontierenews.it/2011/10/thomas-sankara-il-rivoluzionario-dellafrica-antimperialista/
[48] Rémi Bazillier-Victoire Girard, “Malédiction des ressources naturelles et mines artisanales: le cas de l’ or au Burkina Faso”, https://theconversation.com/malediction-des-ressources-naturelles-et-mines-artisanales-le-cas-de-lor-au-burkina-faso-102855
[49] Isabelle Hanne,” Pour tout l’or du Burkina Faso” https://www.liberation.fr/apps/2015/08/orpaillage-burkina/
[50] https://www.repubblica.it/venerdi/2021/01/15/news/burkina_faso_jihad_africa_al_qaeda_isis_reportage-282102011/
[51] https://www.repubblica.it/venerdi/2021/01/15/news/burkina_faso_jihad_africa_al_qaeda_isis_reportage-282102011/
[52] Angelo Martinengo, “Africa. Grande corsa all’ oro, monitoraggio dell’estrazione mineraria delle Nazioni Unite”, “Faro di Roma”,18 Gennaio 2021, https://www.farodiroma.it/africa-grande-corsa-alloro-monitoraggio-dellestrazione-mineraria-delle-nazioni-unite-di-a-martinengo/
[53] Natascia Aquilano, “Nelle viscere del Burkina Faso, il forziere dell’oro africano”, http://www.vita.it/it/story/2018/11/26/nelle-viscere-del-burkina-faso-il-forziere-delloro-africano/257
[54] Natascia Aquilano, “Nelle viscere del Burkina Faso, il forziere dell’oro africano”, http://www.vita.it/it/story/2018/11/26/nelle-viscere-del-burkina-faso-il-forziere-delloro-africano/257
[55] http://www.vita.it/it/story/2018/11/26/nelle-viscere-del-burkina-faso-il-forziere-delloro-africano/257
[56] Rémi Bazillier-Victoire Girard, “Malédiction des ressources naturelles et mines artisanales: le cas de l’or au Burkina Faso”, https://theconversation.com/malediction-des-ressources-naturelles-et-mines-artisanales-le-cas-de-lor-au-burkina-faso-102855
[57] https://www.lepoint.fr/culture/docu-tele-public-senat-poussiere-d-or-au-burkina-faso-14-04-2016-2032220_3.php#
[58] https://www.droit-afrique.com/uploads/Burkina-Code-minier-2015.pdf ; https://www.mines.gov.bf/informations/actualite/details?tx_news_pi1%5Baction%5D=detail&tx_news_pi1%5Bcontroller%5D=News&tx_news_pi1%5Bnews%5D=79&cHash=1374780800c09c1983a02a12ff01f074
[59] Jeune Afrique, “Une nouvelle Afrique”, n° 3089, 20 Juin 2020, page 174
[60] https://www.tagesschau.de/wirtschaft/mordaschow-ein-oligarch-rettet-tui-101.html
[61] https://eugene.kaspersky.com/2017/09/15/when-in-cherepovets-visit-severstal-steel-plant/
[62] https://www.forbes.com/profile/alexey-mordashov-family/
[63] https://www.forbes.com/profile/alexey-mordashov-family/
[64] Mathieu Brier, “La riche idée du développement Enquête sur une Montagne d’or” https://www.cairn.info/revue-z-2018-1-page-32.htm
[65] https://www.nordgold.com/about/history/
[66] https://www.nordgold.com/upload/iblock/1b1/Nordgold%202020%20Annual%20Report.pdf, pages 6-7
[67] https://www.nordgold.com/about/geography/
[68]Emmanuuel Atcha “ La filière aurifère au Burkina Faso:le russe Nordgold maintient son rythme en 2019”
https://afrique.latribune.fr/afrique-de-l-ouest/burkina-faso/2019-03-29/filiere-aurifere-au-burkina-le-russe-nordgold-maintient-son-rythme-d-investissement-en-2019-812487.html
[69] https://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://www.nordgold.com/&prev=search&pto=aue ; Par Malicgk Diawara, “Mines- Nikolas Zelensky :< L’ Afrique a une place centrale dans notre stratégie>” Le Point -èconomie”, 17 Février 2017
[70] Giovanni Porzio, “Burkina Faso. Il Paese del terrore”, “Il Venerdì “- “la Repubblica” 15 Gennaio 2021, www.repubblica.it
[71] Obiectjf Afrique n° 209, 7 Octobre 2020, https://www.tresor.economie.gouv.fr/Articles/2020/10/12/a-la-une-d-objectif-afrique
[72]“Non sempre l’oro luccica”, “Sguardi”, 1/2016, page 4, https://vedere-e-agire.ch/content/uploads/2016/02/BROT_Dossier_0116_IT_web1.pdf
[73] Mathieu Brier, “La riche idée du développement Enquête sur une Montagne d’or” https://www.cairn.info/revue-z-2018-1-page-32.htm
[74] https://www.miningmagazine.com/development/news/1376942/perenti-exiting-burkina-faso-contracts ; https://www.afr.com/companies/mining/perenti-rocked-by-deadly-terrorist-attack-20191107-p538b9 ; https://www.miningweekly.com/article/perenti-to-exit-northern-burkina-faso-2019-12-02 ; https://www.reuters.com/article/us-perenti-operations-africa-idUSKBN1Y605B
[75] https://www.peaceinsight.org/en/articles/back-future-burkina-faso/?location=burkina-faso&theme=
[76] 2015.10.30 IHS Global insight on Nordgold
[77] https://www.greenleft.org.au/content/extractive-imperialism-and-resistance-burkina-faso ; 2020.09.18 Burkina Faso Extractive Imperialism And Resistance
[78] https://www.greenleft.org.au/content/extractive-imperialism-and-resistance-burkina-faso ; 2020.09.18 Burkina Faso Extractive Imperialism And Resistance
[79] https://cotedivoire.mid.ru/web/cote-d-ivoire-fr
[80] https://www.mid.ru/en/maps/bf/-/asset_publisher/wSGsCU0eYGOZ/content/id/3982790 ; https://www.mid.ru/en/maps/bf/-/asset_publisher/wSGsCU0eYGOZ/content/id/3888047
[81] https://tradingeconomics.com/burkina-faso/corruption-rank ; https://tradingeconomics.com/burkina-faso/corruption-index
[82] https://www.cia.gov/the-world-factbook/countries/burkina-faso/ ;  https://www.indexmundi.com/g/g.aspx?c=uv&v=65&l=it
[83] https://www.peaceinsight.org/en/articles/back-future-burkina-faso/?location=burkina-faso&theme=
[84] https://www.un-page.org/planning-green-future-burkina-faso ; https://reliefweb.int/report/burkina-faso/burkina-faso-land-incorruptible-path-networked-future
[85] https://www.oneplanetnetwork.org/resource/plan-national-de-developpement-economique-et-social-pndes ; http://www.pndes2020.com/pdf/06-en.pdf

TAG:
CAT: Nordafrica, tutela del territorio

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