Quel treno per Marrakesh, che non è più lo stesso

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27 Gennaio 2022

Graham Nash, cantante del complesso pop inglese The Hollies, a soli 24 anni è un uomo ricco e famoso. È l’estate del 1966, e sua moglie, Rose “Jennifer” Eccles, lo ha appena lasciato, perché lo ritiene immaturo e poco serio, e Graham sta anche pensando di lasciare la band, imprigionata in contratti discografici che li obbligavano a canzoncine stereotipate e stupide – come “I love Jennifer Eccles”, che Graham aveva scritto per sfottere affettuosamente il perbenismo della moglie, e cui i produttori avevano cambiato il testo, rimbecillendolo quanto basta per farne una canzone da hit parade.

“Ho preso il sacco a pelo, la chitarra ed una borsa a tracolla di vestiti e sono volato a Casablanca. Una città deludente, occidentale, ma dove ho incontrato un ex ufficiale francese, ridotto a un cencio da chissà quali consumi e quali brutti ricordi, che mi ha detto: vai a Marrakesh, lì troverai il vero Marocco. Sicché sono andato alla stazione, ho controllato di avere ancora soldi abbastanza per pagare il biglietto, e sono partito”.

Il Marrakesh Express nell’attraversamento del deserto

Nash prende un posto in prima classe, ma si accorge subito di essere circondato da turisti europei e da professionisti impomatati, per cui si sposta in terza classe: lì trova la vera gente, famiglie affastellate l’una sull’altra in compagnia delle loro oche, galline, maiali, capre e cani, tutte impegnate a discutere a voce altissima ed a condividere pane e qualcosa. Graham ha uno spinello, che condivide, e passa due ore indimenticabili, che gli aprono poi le porte, una volta arrivato a destinazione, per dormire in una casa privata, con l’ospitalità magnifica ed ineguagliabile delle famiglie musulmane.

Quando torna a Londra, in autunno, ha in tasca delle nuove canzoni, e la fa ascoltare ai ragazzi della band: “Mi guardavano come fossi pazzo. Mi hanno detto subito che gli Hollies non avrebbero mai e poi mai registrato quella roba a metà tra Kerouac e Lawrence Durrell. Così ho finito il tour del 1967, per cui avevo un contratto già firmato, ed alla fine mi sono fermato in California – sono andato a trovare David Crosby, con cui avevo fatto amicizia quando ero ancora sposato”. Crosby gli presenta Stephen Stills e, siccome Graham non ha un posto per dormire ed ha pochi soldi, perché è in causa con la band e con la ex-moglie, lo portano a casa di Mama Cass Elliott, la cantante dei Mamas and Papas che, per prima, ha comprato casa nel Laurel Canyon, e che è già famosa per ospitare tutti gli artisti senza casa che circolano tra San Diego, Hollywood, Los Angeles e San Francisco.

Da sinistra: Dennis Hopper, Eric Clapton, Joni Mitchell, David Crosby, Chris Hillman (Byrds), sua moglie, sua figlia e, in fondo a destra, Mama Cass Elliot (Laurel Canyon, estate 1968)

La prima sera, David Crosby gli presenta una ragazzina canadese scappata di casa, Joni Mitchell, per cui David ha appena prodotto il primo, meraviglioso disco di canzoni: “La guardavo come fosse una fata di un mondo magico. La sua voce mi creava un nodo in gola. Il suo modo di sorridere mi ha mostrato, per la prima volta, cosa significhi arrivare a casa”. A casa di Mama Cass tutti suonano, ammonticchiati alla bell’e meglio nel giardino, mangiando pannocchie di granturco e pomodori dell’orto. Ognuno qualcosa di proprio. Graham decide di suonare la sua canzone per Marrakesh, e spiega che l’ha scritta perché quel viaggio gli aveva mostrato che andare via dall’Inghilterra non basta – bisogna andare via dalla vita che si fa in Europa. Nasce una delle storie d’amore più famose e strazianti, finita perché Joni, che soffriva il fatto di essere reclusa con un uomo simbiotico e due gatti, è scappata e, per riprendersi, ha passato due inverni, da sola, nella foresta canadese, senza acqua corrente e senza elettricità.

Da sinistra: Graham Nash, Stephen Stills e David Crosby, durante la sessione fotografica fatta dalla Atlantic, sulla veranda di Mama Cass Elliot, per il disco del 1969

Ma questo accadrà dopo. A casa di Mama Cass, David e Stephen e Joni imparano la canzone, che diventa un punto fermo delle serate dell’autunno del 1968. Arriva l’inverno, servono soldi, ed i tre ragazzi decidono di suonare insieme. Crosby suona ancora con i Byrds, Stills ha appena lasciato i Buffalo Springfield – l’Atlantic firma un contratto con uno dei primi supergruppi della storia del rock, sapendo che i tre nomi, messi insieme, avrebbero venduto, anche se avessero cantato delle ninne-nanne medievali. All’inizio i tre suonano brani che avevano già suonato con le rispettive band di provenienza, finché, nel maggio del 1969, l’Atlantic decide che sia arrivato di fare un disco vero. “Marrakesh Express” sarà la prima canzone ad essere registrata, il primo singolo pubblicato.

Joni Mitchell, David Crosby e Eric Clapton ad un picnic nl prato di casa Elliot (autunno 1968)

L’altra canzone, “Our house”, che racconta l’amore tra Graham e Joni, non viene registrata, perché Graham la ritiene una “cosa privata” tra lui e Joni – verrà pubblicata solo dopo che lei se ne sarà andata via, lasciandolo ferito a morte. Ma la vita è un treno lanciato in piena corsa, e fa pochissime fermate. Crosby Stills & Nash diventa un enorme successo commerciale, politico e sociale, e permea la grande Summer of Love del 1969 e gli anni successivi, passando da Woodstock alle proteste contro la guerra in Vietnam. Quella prima, bellissima canzone, la cantano ancora, ma adesso con uno spirito diverso: “Ci fa pensare a quelle giornate di bellezza ultraterrena, alla gioventù, ai tanti amici che abbiamo amato e non ci sono più – così come non c’è più quel treno. Sono tornato in Marocco, ma era tutto cambiato, come è cambiato tutto dopo il tramonto della grande speranza”.

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CAT: Nordafrica, viaggi

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