A Palermo una piazzetta in memoria a chi combattè al fianco del dittatore Franco
Domani mattina, alle ore 10, si svolgerà a Palermo la cerimonia per lo svelamento della targa toponomastica dedicata ad Amedeo Guillet, cui verrà intitolato il largo tra le vie Ammiraglio Rizzo e Giuseppe Cimbali, all’interno dell’ottava Circoscrizione. La figura di Guillet, ufficiale militare e personaggio complesso del periodo coloniale italiano, non ha alcun legame significativo con la storia o la cultura di Palermo. Intitolare uno spazio pubblico a una figura che non ha radici nella città o in Sicilia rischia di apparire come una scelta arbitraria, priva di quella connessione autentica con il territorio che dovrebbe essere al centro delle decisioni toponomastiche. Ma il problema principale, in realtà, non è questo. Dal curriculm di Amedeo Guillet pubblicato nel comunicato stampa del comune di Palermo, manca una parte. Forse la più importante. Sì perchè il Guillet, nell’agosto del 1937, accettò la proposta del generale Luigi Frusci di seguirlo nella guerra civile spagnola, contro le forze repubblicane, in cui ebbe la possibilità di distinguersi particolarmente nel combattimento di Santander e nella battaglia di Teruel, dove operò prima al comando di un reparto carri della divisione “Fiamme Nere” e poi alla testa di un tabor di cavalleria marocchina. Dopo un breve periodo di convalescenza in Italia, venne trasferito in Libia al comando del VII squadrone Savari, deluso dalla mancata promozione al grado di capitano promessagli dal generale Frusci al rientro dalla guerra di Spagna. Per chi non lo sapesse il generale Luigi Frusci, come il Guillet, fu membro del Corpo Truppe Volontarie (C.T.V.), già Missione Militare Italiana in Spagna (M.M.I.S.), la denominazione assegnata ad un corpo di spedizione italiano, durante il regime fascista, composto in gran parte da volontari del Regio Esercito e della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale, inviato in Spagna a supporto del dittatore Francisco Franco e delle forze spagnole nazionaliste durante la guerra civile spagnola. Stiamo forse riscrivendo la storia? Com’è pensabile dedicare, in questo caso un largo, a un ufficiale che militò nella divisione che si distinse, in Spagna, nella battaglia di Santander dove vennero catturati 17.000 cittadini fedeli alla Repubblica, molti dei quali furono fucilati immediatamente?
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