Parigi ha paura?

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27 Gennaio 2015

Parigi ha paura. Dopo gli attentati di inizio gennaio, Parigi non è più la stessa città. I grandi boulevard sono pieni di turisti, lavoratori, studenti e anziani. Appena, tra la folla marciante, appare una barba troppo lunga, una tunica, una borsa troppo nera e troppo ingombrante, gli sguardi di tutti si concentrano su quell’elemento fuori dall’ordinario, per poi muoversi verso il volto del malcapitato, in cerca di uno gesto di rassicurazione.

Questa settimana ho ricominciato il mio semestre a Sciences Po, un’università parigina che si trova a quattro passi dalla più antica chiesa della città, Saint-Germain de Près. La novità post-attentati è che per entrare in qualsiasi locale della scuola si è sottoposti ad un rigido controllo da parte di agenti in borghese: tessera universitaria, ispezione dello zaino se troppo voluminoso. Una volta varcato l’ingresso, tutto sembra tornare alla normalità, fino a quando non si decide di cercare una scrivania in biblioteca per provare a studiare. Una volta iniziato il rito dello studio, si è interrotti da una voce gracchiante dagli altoparlanti le misure antiterrorismo prese dalla scuola, dai possibili controlli ai quali si è sottoposti all’interno dell’edificio, agli zaini sospetti, al piano di evacuazione. Ma gli studenti non hanno paura. Macché.

 

scuole ebraiche

 

Camminare nel Marais o nel Quartier Latin durante il giorno riesce a darti l’idea del mutamento della città: fuori dalle scuole ebraiche un soldato piantona l’ingresso. Nel tornare verso casa, la sera, capita spesso di vedere automobili della polizia attraversare il centro città a sirene spiegate, magari accompagnate da camionette dell’esercito e un veicolo dei vigili del fuoco.

Parigi appare come una ragazza divenuta ormai adulta che ha perso la sua innocenza ma riesce a conservare ancora il suo fascino.

Si, perché nonostante queste settimane ebbre di paura, Parigi rimane bellissima, nel suo trionfo estetico e le sue coppie di giovani innamorati sulla Senna.

Rimane bellissima perché è capace, nella paura, di riscoprirsi forte e unita in quei valori che per tutti i francesi non sono parole scritte in un libro, ma essenza di vita: liberté, égalité, fraternité.

TAG: charlie hebdo, Parigi
CAT: Parigi

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