La Metro parigina e il dribbling del tornello

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29 Maggio 2015

 

Con una media giornaliera di 145.000 passeggeri senza biglietto, la Metro di Parigi è la prima in Europa per numero di frodi. Le tecniche per evitare di pagare il pedaggio sono tante: i più atletici saltano il tornello o ci passano sotto eseguendo un complicato piegamento di ginocchia e schiena; i più pigri aspettano di accodarsi al primo passeggero pagante accennando un “pardon”; ì più furbi entra in Metro dal senso vietato e raggiungono i binari attraverso le porte riservate all’uscita; mentre i più tecnologici fanno affidamento a Check my metro, un’applicazione nata nel 2010 con lo scopo di segnalare percorsi e consigli per i viaggiatori e che è finita per diventare un sistema per indicare in tempo reale la posizione dei controllori. Per la Ratp, la società che gestisce i trasporti pubblici parigini, il dribbling del tornello si traduce ogni anno in 90 milioni di euro di mancato guadagno, l’equivalente di 40 bus nuovi di zecca o 15 vagoni di ultima generazione.

La tendenza a viaggiare senza biglietto è così diffusa a Parigi che spesso avviene sotto gli occhi del personale Ratp senza che questi facciano niente per evitarlo. Accade, anzi, che in alcune stazioni le porte vengano lasciate aperte proprio per agevolare il passaggio dei tanti “free riders“. Un atteggiamento impensabile nelle metropolitane di altre città. Prendiamo Londra: nonostante il biglietto per un viaggio nella Metro londinese costi quasi il doppio rispetto a quella parigina, evitare di pagare la corsa nella capitale inglese è quasi impossibile. Un sistema di controllo efficientissimo tiene continuamente sott’occhio i viaggiatori, i controllori sono molto più presenti ed evitare il tornello può essere punito anche con l’arresto. Come è successo a Jonathan Burrows, il direttore generale di stabilimento finanziario della City, che nel 2013 ha ammesso di aver più volte frodato le linee di trasporto pubblico londinese ed è stato costretto a pagare l’equivalente di 60.000 euro per evitare l’arresto.

Adam Thomson, corrispondete in Francia per il Financial Times, ha provato a capirci qualcosa di più su questo fenomeno tutto francese chiedendo spiegazioni al sociologo Alain Mergier. “I francesi hanno un strana relazione con la legge”, spiega il sociologo al giornalista. “Chiedono regole per il buon funzionamento della società ma si riservano il diritto di infrangerle quando queste stridono con la libertà personale”. Secondo Mergier, la libertà individuale è alle fondamenta della società francese e a volte può essere più forte della legge. Ovviamente questa “liberté à la française” ha dei limiti: “rubare un croissant in una panetteria, ad esempio, va al di là della nostra libertà perché abbiamo un reato ben definito e, soprattutto, una vittima ben definita”. “Ma la metropolitana – conclude il sociologo – appartiene allo Stato e lo Stato appartiene al popolo. Quando siamo in metro siamo a casa nostra, ‘chez nous‘, ed entrare senza biglietto non è poi una cosa così grave”.

In chiusura d’articolo Adam Thomson racconta di una curiosa coincidenza. Mentre il giornalista si stava sforzando di capire quanto sia comune tra i francesi questa idea di libertà, nella sua casella mail arrivava un messaggio con un file allegato. Era una foto in bianco e nero che ritraeva un giovane e arzillo Jacques Chirac. L’ex Presidente ed ex sindaco di Parigi con un balzo stava scavalcando un tornello della Metro. Ovviamente non si trattava  né di una frode al servizio pubblico né, tanto meno, della prova che in Francia la libertà personale vince sulle imposizioni della legge. A guardare quella foto sorge un dubbio: e se questa abitudine parigina di prendere la Metro senza pagare il biglietto fosse più una questione di conformismo che di libertà?

TAG: adam thomson, chirac, financial times, metro, Parigi
CAT: Parigi, trasporti (aerei, ferrovie, navi, bus)

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