La irresistibile ascesa di EllyEsse

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1 Marzo 2023

Atto I

L’inizio della fine della sinistra non può inscriversi in un solo momento ma in una serie di eventi politici che si sono concatenati sin dal 9 novembre 1989. La caduta del muro, degli steccati interni ed esterni, l’embricarsi di eventi politici tutti finalizzati a quelli economico-finanziari, il dilagare della globalizzazione e ancora mille altri hanno creato la diastasi o crinale tra il XX secolo e il successivo. Inutile farne la storia ma quel che è sotto gli occhi di tutti è la drammatica metamorfosi della politica, la scomparsa dei partiti, la demonizzazione dell’ideologia, la scomparsa dell’identità.

I partiti possono cedere il passo ai comitati spontanei che nella peggiore espressione diventano aggregazione populistica, quella che vediamo nella metamorfosi di parte della sinistra divenuta movimentista a 5 stelle. Ma quello che in politica non si può tollerare è la vaporizzazione della spinta emotiva o ideologica o ideale o passionale che cede di fronte all’affarismo e alla convenienza quale spinta aggregativa.

La sinistra an-identitaria si è dissolta appena una giovane politica ha cominciato a gridare “il Re è nudo”, appena ha osato il richiamo (orrore!!! direbbe qualcuno) alle parole d’ordine della sinistra d’antan, quella che fu: povertà, indigenza, morti per smog, migranti morti sulla rena di una spiaggia, carceri assassine. La vignetta satirica di Forattini che dipingeva proprio i vetusti dirigenti comunisti “Giù le mani dal popolo palestinese” è stata sostituita da un giovane deputata che ha due caratteristiche:

a)      vince sempre. Giovanissima “si iscrisse al Parlamento europeo”, (frase di Pajetta riferita a Berlinguer) vincendo a sorpresa, nelle elezioni del 2014, nel Nord-Est; nel 2020 stravolge gli equilibri consacrati in Emilia-Romagna e accede al tavolo della Regione come Vicepresidente; nel 2022, stravince nella pur perdente corsa del PD alle nazionali. Insomma dove c’è Elly c’è sapore di vittoria. E questo agli italiani di sinistra piace, dopo anni di sconfitte intercalate con qualche scampolo vittorioso, per altro conquistato da un ex DC;

b)     piace anche, e forse soprattutto, agli anziani perché dice quel che pensa e che in quel che dice molti ritrovano i loro pensieri e le loro parole che altri ci hanno tolto. La prima grande vittoria di EllyEsse non è avvenuta il 26 febbraio ma quando ha cominciato ad erodere l’omologazione imperante nella cosidetta sinistra, quando ha cominciato a dire al Parlamento europeo cosa stava succedendo nel Mediterraneo, quale pasticcio erano gli accordi di Dublino sui migranti, quando ha avuto la forza di mettersi contro tutta la sinistra omologata e battersi per recuperare quel briciolo di passione, dignità, integrità da tempo diventati simboli di resa. La ricerca spasmodica di valori, passione, forza con incredibile dispendio di energie le ha conferito l’immagine della Pasionaria, ci ha ridato Dolores Ibàrruri, tanto quanto le donne della resistenza, non cedendo mai alla retorica vieta ma costruendo fatti senza lacrimucce costruite nel backstage di qualche talk show.

Ecco il miracolo che cercava Moretti: è arrivata una ragazza giovane, una forza della natura che ci ha raccontato delle cose, altro che di sinistra, quelle che volevamo sentire e che ora vogliamo tradotte in realtà. Una rivoluzionaria, pasionaria consapevole che può piacere o meno ma che non si maschera da politica nostrana. Ha una sua identità marcata e riconoscibile. Scrive nel 2018 da Parlamentare Europea nella Prefazione di un volume …” Ognuno di questi esempi mostra perfettamente i limiti dell’attuale impianto dell’Unione e ci pone di fronte ad un bivio fondamentale per il futuro del progetto europeo, che vede su fronti contrapposti chi auspica una resa e il ritorno ai confini nazionali, e chi propone, all’opposto, una maggiore integrazione politica dell’Unione e l’adozione di meccanismi decisionali in senso più comunitario che intergovernativo”…

Come armi dunque usa il confronto istituzionale, franco, aperto e convincente.

Atto II

I DIVERSAMENTE GIOVANI

Perché gente diversamente giovane, o meglio matura, o meglio ancora della IV età, o per ultimo, anziani hanno votato Elly?

Domenica 26 febbraio 2023, primarie del PD. Ero al seggio, da mai-iscritto al PD, e mi sono trovato circondato da miei coetanei, diversamente abili o giovani, con gli acciacchi, una signora si lamentava del Reuma-Meteo, un altro della penna dimenticata, nel senso che non si ricordava come si chiamasse “quella cosa per scrivere”. Insomma eravamo 4 vecchietti al gazebo e tutti chiedevano come si scrivesse quel nome straniero. Sono stato guardato malissimo, da giovane quale non sono, quando ho detto: “non c’è bisogno di scrivere il nome, c’è già, basta metterci la croce”.

Gli anziani dunque hanno votato per Elly, disinvolta e spigliatissima nipote di Agostino Viviani, un guru giuridico della sinistra, tenace promotore dei diritti civili, che propugnò e difese anche con Marco Pannella. Da Presidente della Comm. Giustizia del Senato nel 1978 fece approvare la L.194. Elly, dalla loquela travolgente che non ti lascia parlare, Elly che in una prefazione ad un libro del 2019 (vedi foto) ammetteva quanto in Parlamento europeo si potesse fare di più, Elly che rappresenta il nuovissimo fuori dagli schemi, dalle narrazioni stantie di questa sinistra vecchia e ormai invecchiata più di noi. Elly che non parla di Gramsci, di Togliatti ma dice delle cose, dice delle cose che toccano il cuore a chi non può curarsi e non respira per lo smog, Elly che finalmente ci libera dal giogo così ben descritto da Luca Ricolfi “ perché l’uomo di sinistra è così antipatico” e, aggiunge chi scrive, saccente; Elly che non lo è e che ti parla davvero e ti ascolta ( a volte straripa ma è il suo carattere), Elly che sembra il bimbo che dice “ questo c***o di Re è sempre nudo”. E i ” diversamente giovani” queste cose le capiscono, eccome!

 

 

TAG: Agostino Viviani, Luca Ricolfi, parlamento europeo, sinistra identitaria
CAT: Partiti e politici

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