Azione al bivio: voci e dubbi degli iscritti lombardi all’Assemblea del partito
Nonostante l’involontario tentativo di depistare i partecipanti in una via inesistente (san Sovino non è presente in nessuna agiografia dei Santi conosciuta) si è tenuta a Milano l’Assemblea degli iscritti lombardi di Azione.
Presso l’aula assembleare del Municipio 3 di Milano di via Sansovino (famoso architetto e scultore del Cinquecento) si sono dati appuntamento centinaia di iscritti al partito guidato da Carlo Calenda.
Parlamentari e dirigenti regionali di Azione si sono confrontati per diverse ore con gli iscritti lombardi, un gruppo caratterizzato da una cospicua rappresentanza di giovani.
Diciamo subito che non si è trattato di un evento autocelebrativo; niente bandiere, nessun orpello, poca forma e molta sostanza.
In effetti non c’è molto da celebrare dopo il pessimo risultato elettorale conseguito dal partito alle europee dove la coalizione guidata da Azione ha raccolto un modesto 3,36%, rimanendo esclusa dal Parlamento Europeo.
Portati i canonici saluti di benvenuto da parte degli organizzatori, è stato il Segretario Regionale lombardo on. Fabrizio Benzoni ad aprire i lavori entrando sinteticamente nel merito dei temi più sentiti dall’assemblea.
Matteo Richetti (capogruppo alla Camera dei Deputati) nel proprio intervento non ha minimizzato il momento particolare che sta attraversando Azione.
“Colgo pienamente il vostro disagio, percepisco un senso di smarrimento ma vi invito a non trasformare questo incontro esclusivamente in uno sfogatoio, diamoci una direzione di lavoro per uscire dalle difficoltà”.
“Ripartiamo dal nostro obiettivo fondativo, cambiare la politica italiana. Abbiamo deciso di farlo mantenendoci terzi rispetto alle logiche degli schieramenti e abbiamo deciso di non prestarci a fare il “lievito” a seconda delle convenienze del momento”.
“Oggi fare una scelta di campo significherebbe annullare la nostra terzietà, rinunciando al senso della nostra presenza, migliorare la politica italiana. Non possiamo permettercelo e non perchè ci riteniamo i migliori ma semplicemente perchè guardiamo con attenzione a quanto sta accadendo”.
“Quando governa il centrodestra si ha la certezza che taluni nodi che vengono al pettine non hanno alcuna possibilità di essere sciolti. Ad esempio ratificare il MES, collegare il tema della sicurezza a quello dei diritti, parlare di modifica della cittadinanza. Non si risolvono le questioni roventi della sanità, della scuola, della fiscalità. Siamo in stallo. Tajani ha avuto recentemente un sussulto sostenendo lo ius scholae. Il nostro gruppo ha messo nero su bianco la sua proposta e lui ha votato contro. Noi saremmo dei furbacchioni che vogliono indebolire la maggioranza. Caro Tajani, noi vorremmo lavorare insieme per migliore il nostro Paese. E’ così che intendiamo la buona politica. Non ci accontentiamo dei vostri – Decreto Rackete, Decreto Ferragni – etc etc”.
“Allora potremmo andare con il centrosinistra, in fondo hanno bisogno di noi come il pane. Un po’ di area liberal democratica servirebbe, eccome. Molti nostri iscritti ci chiedono di rompere gli indugi scegliendo uno schieramento e accompagnandolo sino alle prossime elezioni politiche. Contribuiamo allora a costruire un campo largo di governo, così avremo Presidente del Consiglio Elly Schlein, all’Ambiente Bonelli, al Lavoro Fratoianni, agli Esteri Conte e al Ministero degli Interni Renzi. Diciamocelo chiaramente, siamo pronti a uno scenario di questo genere? Siamo pronti a partecipare ad un Governo che trasformerebbe la spesa pubblica da una voragine a un buco nero? Ben sapendo che non passeranno più le opportunità miracolose messe a disposizione dall’Europa. Il Marione con il suo whatever it takes e la Lagarde non torneranno più. Per avere finanziamenti dall’Europa ci rimarrebbe solo un indebitamento al 7-8% di interessi, oppure smettere di fare debito tagliando le pensioni o ancora la sanità“.
“Rimarrete al 3% allora… potrebbe essere ma ci rimarremo sempre cercando di arginare il declino della politica italiana che inevitabilmente ci porterà a percentuali bulgare di astensionismo elettorale e a un declino ancora maggiore dei servizi pubblici essenziali. Quel gramo 3% alle Europee mi ha fatto capire che forse tanti errori sono stati compiuti ma che nel medesimo tempo non ci siamo sbagliati. Ci siamo giocati una buona fetta del nostro potenziale elettorale perchè forse non siamo stati adeguatamente intransigenti con noi stessi.”
“E’ il momento di ricordarci che siamo qui insieme perchè abbiamo condiviso un sogno. Ci può stare che per qualcuno il sogno sia svanito ma per chi ancora crede nella nostra comunità è arrivato il momento di serrare i ranghi. Il mal di pancia che si percepisce dalla Sicilia alla Valle d’Aosta non può consumarsi esclusivamente con dinamiche interne, congressuali o meno. Dobbiamo tornare a guardare fuori, a chi guarda verso di noi come valida alternativa politica. Dobbiamo tornare a dispiegare le nostre vele”.
Il microfono è passato quindi alla platea. Iscritti, simpatizzanti, amministratori locali, l’elenco di coloro che intendono parlare riempie diverse pagine d’agenda. Cinque minuti per intervento, il rischio di andare lunghi è concreto.
Comune denominatore è il disagio che la comunità di Azione sta vivendo, sia come diretta conseguenza della perdita di consenso sia per una certa indecisione nel tracciare una chiara linea politica.
Alla fine quello che è stato chiesto in quasi ogni intervento è una riflessione interna congressuale, una chiara scelta di campo e un posizionamento stabile che non metta in perenne confusione i possibili elettori, oltre a una sostanziale autonomia decisionale dei territori riguardo le alleanze nelle elezioni comunali e regionali.
E se da un lato l’assemblea plaude alla scelta (fortemente voluta dai dirigenti locali di Azione) di schierarsi con il campo largo in Liguria dall’altra, con il massimo candore e pubblicamente, il segretario provinciale di Varese annuncia che è vicinissimo alla chiusura di un patto elettorale con Forza Italia.
Tra i numerosi interventi (impossibile citarli tutti) mi sembra opportuno riportare quello di Giulia Pastorella, deputata eletta alla Camera nella Circoscrizione elettorale Lombardia 1.
“Ricordo l’ultima riunione alla quale ho partecipato a Roma, il Direttivo nazionale. Da quell’incontro siamo usciti ribadendo alcuni punti fermi. Un posizionamento liberal democratico e terzista, la necessità di dare ascolto ai territori ( e poi abbiamo visto come è andata…), il riconoscimento di un ruolo a chi si è impegnato attivamente.
La posizione di Azione è chiara dall’inizio e non è cambiata. Vogliamo essere alternativi a un centro sinistra populista e a una destra reazionaria. Purtroppo tanti continuano a metterlo in dubbio e sfruttano questo terzismo per giustificare scelte divisive, lamentele, addirittura uscite.
Ci viene richiesto da diverse parti un congresso. Io ci sto, il congresso lo vorrei fare ma a determinate condizioni. La mia condizione è che se decidiamo un posizionamento, se il congresso conferma questo posizionamento, allora poi non possiamo ogni due secondi avere qualcuno (interno o esterno) che ci dice:… no, non era così.
La seconda cosa è che se questo posizionamento è quello di cui io sono totalmente convinta, quello originario di un’Azione liberal democratica, allora questo Congresso non possiamo farcelo tra di noi. Dobbiamo aprire… aprire una fase congressuale, aprire una fase di ripensamento considerando che ci sono altri attori e che con questi attori ci dobbiamo discutere.
Omissis…
In questo momento dobbiamo anche dare l’impressione di avere un progetto più ampio… è anche una questione di prospettiva e di narrativa, perché ricordiamoci che abbiamo tre anni davanti, e allora cosa faremo in questi tre anni? … Per me la parola fondamentale per i prossimi tre anni è “ricostruire”, mettiamoci a ricostruire quest’area.
Un conto è arrivare alle prossime elezioni all’interno di un campo, un conto è arrivarci con una forza terza che poi si rivelerà determinante nella scelta di quale campo sarà quello vincente, o determinerà quale campo sarà moderato dal nostro essere presenti sullo scenario politico italiano”.
“Avanti con chi ci crede”.
Per ascoltare un parte dell’intervento di Giulia Pastorella attivate questo link.
https://www.instagram.com/p/C_5hzQaiFfT/?hl=it
Certamente Azione sta vivendo un momento di deciso confronto interno, vedremo nel tempo se si rivelerà propedeutico a una ripresa del consenso degli iscritti e degli elettori o se porterà a una ulteriore contrazione della propria base.
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