Da De Michelis al socialismo prossimo venturo

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12 Maggio 2019

Prendo lo spunto dalla scomparsa di Gianni De Michelis che non ho avuto il piacere né di conoscere né di frequentare ma che ricordo negli anni ottanta come Visionario e autentico interprete delle vicende politiche italiane, nient’affatto capito dai suoi colleghi parlamentari. Visionario appunto, unico in Italia, forse con Napoleone Colajanni ( il nipote) a capire il significato della svolta di Deng XiaoPing in Cina da cui è poi derivata la sortita di quel grandissimo paese alla conquista del mercato e del mondo con una concezione tutta demichelisiana di Stato Imprenditore e calmieratore del plusvalore privato.

La visione della digitalizzazione che ci ha portato al nuovo regolamento GDPR nell’Italia era già in nuce nella concezione del socialista veneziano. La sua immagine apparentemente stravagante in discoteca o a piedi nudi nella laguna aveva caratura ben precisa: magliette e camicie sudate, capelli lunghi e discoteca stanno a Craxi e De Michelis come il doppiopetto a Rumor e Andreotti. Il messaggio lanciato agli italiani suonava: cambiamo modo di vivere, usciamo dalle chiese DC e andiamo ad incontrare la società. Messaggio davvero socialista, neo marxista, d’incontro con il mondo variegato che compone la società attuale. Messaggio autenticamente centrifugo “verso e per”.

Da qui bisogna prendere insegnamento specie nel nostro ambito dove le ragnatele politiche vengono tessute come orizzonti nuovi e non ci si accorge che spesso sono zavorre. Zavorre centripete che finiscono per essere confinate a conciliaboli autoreferenziati senza costrutto.

E mi riferisco a quel grande Socialista che fu Mitterrand, tuttavia dalla politica contraddittoria, perché seguì De Gaulle nella sua “grandeur” fino alle armi atomiche e allo sviluppo del Deuxième Bureau, quasi fosse la CIA o il Mossad, alla politica africana sostanzialmente post-colonialista, alla sua guerra contro Gheddafi, senza un briciolo di visione prospettica sulla Jihad islamica ferocemente combattuta. Combat che poi ha portato allo sviluppo del terrorismo islamico. Sostanzialmente omologo della politica reaganiana in Europa, non seguì le orme di quell’altro grandissimo Gigante Socialista che fu Willy Brandt che, con la sua Ost-Politik, anticipò con una visione lungimirante l’affiliazione russa verso l’Europa mentre oggi noi, che non la capimmo, siamo subalterni economicamente ed energeticamente a quel paese.

Da Mitterrand ad Epinay il passo è brevissimo. Certo fu un colpo da maestro politico, di politica politicienne che a lui riusciva benissimo. Ma che poi vide scomparire quel collante fino al crollo dei socialisti francesi che si riuniscono oggi nel ridotto di una stanza.

Noi Socialisti stiamo facendo e faremo la stessa fine con messaggi comunicativi scadenti, come quello che fa riferimento ad Epinay, la cittadina francese in cui si coagularono i gruppetti socialisti che poi portarono Mitterrand alla Presidenza, evento che nessuno al disotto dei 60 anni e che non sia socialista conosce. Faremo questa fine se non si raccolgono in senso centrifugo e non più centripeto le istanze della gente. Personalmente, ricevo segnali inquietanti dall’Umbria dove si muore di cancro come non mai, e dalla Campania, dove operatori sanitari implorano aiuto contro l’occupazione sistematica del potere, nonchè da Taranto e Brindisi, i cui stabilimenti industriali sono diventati killer mortali, mentre all’epoca di De Michelis Ministro delle Partecipazioni statali erano fiorenti e di nostro possesso, ricevo segnali dal Comitato Rodotà che vuole trasformare il Codice Civile sui Beni comuni per evitare le incongruenze degli artt.116 e 117 della Costituzione. E non possiamo disattendere, salvo scomparire dal circuito mediatico e politico, che oggi maledettamente purtroppo coincidono.

Ecco la nostra mission, aprire alle istanze della popolazione, persa tra partiti inesistenti e chiacchiere da social dei nostri ministri. De Michelis avrebbe usato i social in modo più congruo, più concreto per aggregare, noi li usiamo per disaggregare o per coagulare al massimo “quei quattro gatti” che erano i repubblicani e che adesso sono i socialisti privi di personaggi carismatici.

Da dove ripartire: Lo scopo è quello di una riallocazione dei principi socialisti e di sinistra in genere nel panorama politica anche europeo. Dovremo porre la discussione tra noi tutti allargando il  network a tematiche essenziali quali il trend verso cui marcia la società, i nuovi lavori, la digitalizzazione dei dati e le sue possibilità di occupazione, la finanza produttiva e non speculativa, lo stesso stile di vita, la ricerca della felicità come secondo Costituzione Americana, una Europa non più ingessata e che risponda alle istanze delle minoranze emarginate e disagiate. Da lì si dovrebbe ripartire, non certo dalle polemichette che si rivelano sempre più mezzi di distrazione di massa.

TAG: Gianni De MIchelis, Psi, Socialismo oggi
CAT: Partiti e politici, società

Un commento

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  1. gianmario-nava 5 anni fa

    “…Taranto e Brindisi, i cui stabilimenti industriali sono diventati killer mortali, mentre all’epoca di De Michelis Ministro delle Partecipazioni statali erano fiorenti e di nostro possesso…” Se sono oggi killer vuoi che non lo fossero allora? Di cosa parliamo? De Michelis ha sfondato il bilancio pubblico con Craxi, non riuscendo peraltro a comprarsi il voto di una quota egemone dei voti degli italiani. Tutta questa lungimiranza non la vedo. “Combat che poi ha portato allo sviluppo del terrorismo islamico.” Quindi sarebbe stata la guerra a Gheddafi e alla Jihad islamica che ha generato il terrorismo? Quel Gheddafi che ha finanziato tuitti i terrorismi europei e ha fatto guerra a tutti i suoi vicini costringendo la Francia ad intervenire più volte? Ho capito bene?

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