Da ben prima di ieri, giorno della morte di Silvio Berlusconi, ci si interroga sul futuro della sua creatura politica e di tutto il centrodestra. Molti esponenti di Forza Italia hanno dichiarato, contemporaneamente al proprio dolore, anche l’intenzione di proseguire nel percorso tracciato dal fondatore. Sappiamo però che il futuro di un partito così legato al carisma del fondatore dipende non solo dai dirigenti, ma anche e soprattutto dagli elettori. Abbiamo chiesto un parere sulla questione a due studiosi come Gianluca Scroccu e Paolo Pombeni.
Gianluca Scroccu è Professore di Storia Contemporanea e di Storia dell’Italia repubblicana alla Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari ed è un profondo conoscitore del Berlusconismo e dei suoi avversari. Ha da poco pubblicato, con Carocci Editore, il volume “La sinistra nell’Italia repubblicana. Dalla Resistenza al campo largo“. Il libro, scritto con la Professoressa Anna Tonelli (Ordinaria di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo), racconta quasi ottant’anni di vita della sinistra nell’Italia repubblicana illustrando le radici politico-ideologiche e i complessi sviluppi dei movimenti e dei partiti che hanno cercato di distinguersi per i valori e gli ideali di democrazia, uguaglianza, solidarietà e giustizia sociale.
Bisognerebbe avere la sfera di cristallo per averne la certezza già in queste ore appena successive alla sua morte.
Certamente pensando agli ultimi risultati elettorali, ma anche e soprattutto a come è strutturato il partito (personale e basato sulla figura del suo leader), si può ragionevolmente pensare che avrà molta difficoltà.
Occorre capire in che modo si svilupperanno gli intrecci interni al partito, ma anche alla famiglia e all’entourage. Nessuna delle figure di spicco del partito, compresa Marta Fascina, sembra essere in grado di raccogliere l’eredità di Berlusconi. Antonio Tajani, figura di alto profilo e forse tra i migliori ministri di questo Governo, potrebbe avere grandi difficoltà a guidare questo processo post-berlusconiano da Ministro degli Esteri, e inoltre non ha lo stesso carisma del fondatore.
Possiamo ipotizzarlo, ma naturalmente ci sono altre componenti interessate (anche per come si sta muovendo Forza Italia all’interno del Governo) a intercettare quella parte dei dirigenti che il partito ha creato. In effetti stiamo parlando di uno dei partiti più vecchi. Nato come grande novità e ora per paradosso, insieme alla Lega che ha la primogenitura e che ha un problema simile per Bossi, tra i più longevi in Parlamento.
All’elettorato di Forza Italia potrebbero essere interessate le forze appartenenti al cosiddetto “Terzo Polo”, che potrebbe giocare un ruolo importante ora che non c’è più la figura carismatica, ma anche problematica, di Berlusconi.
É molto complicato capirlo, in effetti qualcuno (ad esempio Lucio Malan) è già andato verso Meloni, ma molti elementi di Forza Italia potrebbero dare problemi alla fisionomia che Meloni sta dando al suo soggetto politico.
Nel “Terzo Polo” c’è però piu spazio e se Fratelli d’Italia dovesse subire quello che è capitato anche alla Lega, cioè passare da un risultato eclatante a uno meno importante, potrebbero esserci molti spazi. In molti potrebbero essere attratti da Renzi e seguire le orme di chi è gia passato dall’entourage berlusconiano al “Centro” (che però, proprio per la presenza di Berlusconi, non ha mai raggiunto il 10%), come ad esempio Carfagna, Gelmini e Moratti.
Da quel punto di vista è già stato fatto molto su Berlusconi, penso ai lavori di Orsina e a quelli di Gozzini, ma certamente da adesso sarà piu facile vedere tutti i suoi aspetti e si potrà ragionare su cosa è stato.
Certamente, piaccia o no, Berlusconi ha condizionato le vite di una generazione intera di italiani, sia di chi lo amava sia di chi lo odiava. Questo lo mette dentro un percorso di valutazione storica che lo affianca ad altre grandi personalità della storia italiana dall’Unificazione in poi.
Paolo Pombeni è Professore emerito ed è stato titolare dei corsi di Storia dei sistemi politici europei e di Storia dell’ordine internazionale presso la Scuola di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. Già direttore dell’Istituto storico italo-germanico (Isig) di Trento e dell’Istituto di Studi Avanzati dell’Università di Bologna, è stato anche direttore del Centro Studi Progetto Europeo e ha ricoperto importanti ruoli ricevendo numerosi premi. Editorialista per alcune importanti testate, ha da poco pubblicato il suo ultimo lavoro, edito da Il Mulino, intitolato “L’apertura. L’Italia e il centrosinistra 1953-1963“
É molto difficile prendere una posizione su questo argomento. Molto dipende, come sempre in questi casi, da come si svilupperanno le lotte di successione.
Saranno fondamentali anche le elezioni europee, ma ancora prima le elezioni amministrative di questo autunno che si terranno in Molise e Trentino Alto Adige. In quella occasione ci saranno indicazioni su come l’elettorato reagirà alla scomparsa di un uomo che, bene o male, era Forza Italia, un partito che senza di lui è molto difficile da immaginare. É possibile che un leader si appropri della sua eredità, ma io in questo momento non vedo un erede (in futuro potrebbe arrivare) capace di vincere sulla concorrenza.
Ritengo fattibile che una parte dell’elettorato possa spostarsi verso il “Terzo Polo”, ma che la dirigenza si sposti mi sembra più difficile. Il “Terzo Polo” non ha molto da offrire e per la dirigenza attuale ci sono offerte più succulente sia presso la Lega che presso Fratelli d’Italia. Chi si sposta verso il “Terzo Polo” fa un salto nel buio perchè molti posti sono già occupati, ad esempio, dalla nuova iniziativa di Letizia Moratti.
L’elettorato potrebbe invece considerare attrattiva una proposta che salvarebbe un’identita diversa, che non sia quella della sinistra di Elly Schlein o della destra di Giorgia Meloni.
Si, ma con un limite molto forte. Renzi e Calenda sono molto ingombranti e rendono abbastanza difficile un’operazione di attrattiva. Per avere maggiore possibilità di successo servirebbe una leadership meno egocentrica.
Abbiamo ospitato i punti di vista di due esperti, ma occorre considerare anche un aspetto di cui forse si parla poco: i soldi. Forza Italia ha potuto svolgere le proprie attività anche grazie al sostegno economico che Silvio Berlusconi ha potuto garantire. Ora bisognerà capire quali saranno le mosse della famiglia e dei figli.
Marina, PierSilvio e gli altri potrebbero anche non scendere direttamente in politica, ma il loro appoggio economico sarà indispensabile per tenere in vita la creatura politica del padre, e che nel padre si è sempre pienamente riconosciuta e identificata.
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