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Fisco 2025: taglio Irpef, rinvio sugar tax e novità IVA

Tra le misure più attese spicca il taglio dell’aliquota Irpef per il ceto medio, con l’obiettivo di ridurre l’attuale 35 per cento al 33 per cento

26 Maggio 2025

Il governo è al lavoro su un pacchetto di interventi fiscali in vista del 2025. Tra le misure più attese spicca il taglio dell’aliquota Irpef per il ceto medio, con l’obiettivo di ridurre l’attuale 35 per cento al 33 per cento. In discussione anche una nuova pace fiscale e la riduzione dell’IVA nella compravendita delle opere d’arte. Slitta, invece, l’entrata in vigore della sugar tax, rinviata a gennaio 2026.

Irpef 2025: focus sul ceto medio

Durante il Festival dell’Economia di Trento, il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha illustrato le priorità fiscali del governo. Dopo il taglio dell’Irpef per i redditi medio-bassi, l’attenzione si sposta ora sul ceto medio, in particolare su chi percepisce un reddito tra 28.000 e 60.000 euro. L’obiettivo è ridurre l’aliquota dal 35 per cento al 33 per cento, misura che – secondo Leo – garantirebbe “una boccata d’ossigeno” a una fascia sempre più sotto pressione economica.

Con la Legge di Bilancio 2025, gli scaglioni Irpef sono già stati ridotti da quattro a tre:

  • 23 per cento per redditi fino a 28.000 euro
  • 35 per cento per redditi tra 28.000 e 50.000 euro
  • 43 per cento per redditi superiori a 50.000 euro

Il taglio al 33 per cento per il secondo scaglione, ribadito anche dal vicepremier Antonio Tajani, rappresenta un passo verso un sistema fiscale più equo e sostenibile.

Coperture finanziarie: tra concordato preventivo e lotta all’evasione

Per sostenere il taglio dell’Irpef, il governo punta a risorse provenienti da strumenti come il concordato preventivo, già avviato con risultati iniziali pari a 1,6 miliardi di euro. A ciò si aggiungono i dati incoraggianti sulla compliance fiscale e sulla cosiddetta “clearance” tra imprese e amministrazione, che punta a prevenire il contenzioso e favorire la trasparenza.

IVA sulle opere d’arte: verso un allineamento europeo

Tra le novità in esame figura anche la possibile riduzione dell’IVA sulle transazioni di opere d’arte, attualmente al 22 per cento in Italia contro una media europea del 5 per cento. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, in accordo con il MEF, ha dichiarato che il governo è vicino a una soluzione che possa rilanciare la competitività del mercato dell’arte italiano.

Secondo un rapporto Nomisma, il settore artistico nel 2023 ha generato un giro d’affari di 1,36 miliardi di euro, con un impatto economico complessivo di 3,86 miliardi. Tuttavia, l’aliquota IVA elevata penalizza galleristi, antiquari, artisti emergenti e l’intera filiera, costretta a margini ridotti o alla delocalizzazione.

Sugar tax rinviata: entrata in vigore posticipata al 2026

Slitta ufficialmente la sugar tax, che sarebbe dovuta entrare in vigore a luglio 2025. Il viceministro Leo ha confermato che sarà necessaria una proroga, spostando l’applicazione dell’imposta almeno a gennaio 2026. La misura prevede un prelievo di 10 euro per ettolitro sulle bevande zuccherate e di 25 centesimi al chilogrammo per i concentrati.

La proroga comporta un mancato gettito stimato in circa 60 milioni di euro. Assobibe, l’associazione che rappresenta le imprese del settore, ha ribadito le proprie preoccupazioni sugli effetti occupazionali della tassa. Forza Italia ha espresso pieno sostegno al rinvio e continua a chiedere l’abolizione definitiva del provvedimento.

Pace fiscale: ipotesi per l’estate, ma resta il nodo dei costi

La proposta della Lega di introdurre una nuova pace fiscale entro l’estate 2025 resta sul tavolo. Il piano prevede la possibilità per i contribuenti in difficoltà di saldare i propri debiti con il fisco in 120 rate decennali, senza sanzioni né interessi. Secondo il vicepremier Salvini, si tratterebbe di una misura volta a sanare posizioni debitorie di cittadini che hanno presentato dichiarazione ma non hanno potuto versare quanto dovuto.

Tuttavia, il viceministro Maurizio Leo ha frenato, precisando che la misura sarà valutata con attenzione dalla commissione Finanze e che dovrà riguardare esclusivamente chi è realmente in difficoltà economica, evitando condoni generalizzati.

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