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Giustizia

Cosa prevede il Ddl sulle intercettazioni?

di Pietro Danna
24 Luglio 2015

Dopo forti contestazioni avvenute in commissione Giustizia della Camera dei Deputati, il ddl di riforma del processo penale ha ottenuto il via libera e la prossima settimana sarà esaminato nell’aula di Montecitorio.

Nel testo, tra le norme che hanno suscitato maggior interesse, si trovano le disposizioni sul regime delle intercettazioni, quale strumento delle procure nella fase delle indagini preliminari.Molto ha fatto discutere l’emendamento presentato dal deputato Alessandro Pagano (Ncd) che prevede la pena della reclusione da 6 mesi a 4 anni per chiunque diffonda, al fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate. La punibilità è però esclusa qualora le riprese costituiscano elemento di prova nell’ambito di un procedimento dinnanzi all’autorità giudiziaria o siano utilizzate nell’ambito dell’esercizio del diritto di difesa.
Il testo prevede inoltre che il Governo predisponga norme per evitare la pubblicazione di conversazioni irrilevanti ai fini d’indagine e comunque riguardanti persone estranee ad esse, attraverso una selezione del materiale relativo alle stesse intercettazioni.Si è deciso di non operare alcuna restrizione per quanto riguarda i reati intercettabili, mentre si semplificherà il ricorso allo strumento investigativo delle intercettazioni per i reati contro la pubblica amministrazione.

Lo stesso autore dell’emendamento aspramente criticato, specie dal M5S, ha così difeso il suo operato: “Niente più abusi con le intercettazioni e rispetto della privacy. Non ci sarà alcun bavaglio per la stampa e sarà pienamente garantito il diritto alle indagini dei giudici. E’ un testo equilibrato e bilanciato, risultato di un confronto positivo tra le diverse forze di maggioranza su un tema che dieci anni fa era tabù e che oggi può arrivare ad una svolta di buon senso, a garanzia di tutte quelle persone che senza motivo si trovano sottoposte alla gogna mediatica”
Oltre alle opposizioni, anche il Partito Democratico ha espresso delle riserve sul provvedimento tramite la relatrice del testo e presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti: “La ratio di queste norme è la tutela dei privati, nessuno vuole mettere il bavaglio ai giornalisti. Come relatore sono disponibile a riflettere su piccoli aggiustamenti che possano servire a chiarire la norma”.
Il provvedimento sembra dunque voler colpire direttamente la pubblicazione di materiale raccolto all’insaputa dell’interlocutore e dunque potrebbe interessare molte delle inchieste giornalistiche che non diventano necessariamente prova in un processo penale, come ad esempio i vari tipici servizi di trasmissioni televisive come Report, Piazza Pulita, Ballarò, Annozero, Le Iene e Striscia la notizia : per questo motivo si annuncia bagarre in aula sin da quando il provvedimento arriverà in aula, ossia presumibilmente lunedì 27 Luglio.

giustizia governo intercettazioni
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