Partiti e politici
Caro italiano, cara italiana di sinistra, cosa aspetti a dimetterti?
Essere di sinistra e votarsi alla sconfitta è evidentemente un tutt’uno un po’ dappertutto. Ma essere di sinistra e non sentirsi nulla, né abitante di territori sconosciuti, né reduce orgoglioso, e neppure interprete inquieto di uno stato d’animo, è una condizione solamente italiana. L’uomo e la donna di sinistra in Italia finiranno per consunzione. Per come stanno le cose, la stirpe dovrebbe estinguersi in un decennio o poco più, oltrepassato il quale per dare un nome alle ex-cose di sinistra si dovranno cercare e scovare altri parametri linguistico-sociali. Se ci pensate un attimo, è davvero paradossale che la sinistra in Italia muoia con molto anticipo sulla destra, avendo sempre studiato di più (o forse soprattutto per questo) e con lo studio e le scuole occupato tutto quel che c’era da occupare. Se un beneficio c’è, dalla morte della sinistra in Italia, è che un sacco di poltrone torneranno idealmente libere, per essere riallocate con i nuovi parametri politici del momento. Non si parlerà più dell’occupazione del Potere da parte della sinistra, un mantra di questo mezzo secolo, ma se ne potrà comunque gustare la storia attraverso i racconti liberali dei legittimi eredi. I quali, indicando la poltrona sulla quale soggiornano le loro terga, potranno dire a turisti incuriositi: «Qui sedeva un comunista e, dopo di lui, uno comunque di sinistra. Spesso chic, spesso di buoni studi, spesso totalmente scollato dalla vita reale».
Muove sincera tenerezza che uomini e donne di sinistra, italiani di sinistra, abbiano provato un brivido di soddisfazione nell’impresa del già comunista Melenchon che si è portato a casa un bel venti. Ma il tipo dev’essere sveglio e con i piedi sulla terra, se a 65 anni è un ganzo delle nuove tecnologie e appassionato di fumetti. Per dire che sta molto dentro il suo mondo, anche se poi ne immagina uno abbastanza da fuori di zucca. Sarà forse un paradosso, ma oggi non è tanto quello che dici ma come lo dici, e soprattutto quello che sei, o che sembri essere. Adesso, con tutta la buona volontà. Ma alle prossime elezioni, i Melenchon de noantri prenderanno il quattro se lo prendono. Non è meglio pensionarsi definitivamente?
Un altro non trascurabile problema è che moltissima gente che qui in Italia si direbbe di sinistra è molto borghese e protetta, per cui culturalmente non accetta l’idea di sparire così, con un tratto di penna su carta bollata. Per onorare studi fatti, università frequentate, salotti, week end regolari, marce per i diritti, petizioni firmate, bisognerà fornire lorsignori di ragioni inoppugnabili altrimenti continueranno a stare nella giungla come giapponesi anche se là fuori la guerra è finita da un pezzo. Ma come può un borghese, anche un po’ radical chic, dismettere l’affascinante casacca di uomo o donna di sinistra? Molti hanno risolto subito, facendosi renziani ma solo perché in quel momento passava Renzi, se passava Pincopallo erano pincopalliani. Quindi non è Renzi il problema, anche se tutto il movimento tellurico di questi anni che circonda il nostro provincialotto toscano gli ha ormai fatto credere d’essere lui, la ragione d’ogni spaccatura. Quelli che non sono diventati renziani perché Matteo non sa stare a tavola, hanno necessità di qualcosa di più strutturato ed anche giusto che sia così. Spesso, la volontà di non considerare chiusa definitivamente una storia è una volontà cieca, finge laddove servirebbe consapevolezza, richiama principi ispiratori di secoli passati, si rifà a meccanismi politici totalmente superati dalla disinvoltura di questo tempo. Le persone che hanno studiato, duole dirlo, si complicano le vie d’uscita perché non accettano la semplificazione di questo tempo diverso. Vogliono restare di sinistra dove non c’è neppure un luogo, figuriamo una casa (comune). Inseguono le 32 ore settimanali senza provare vergogna, anzi forse la provano un po’, ma poi volto e rughe dissimulano e un aperitivo serale in un posto fico fa dimenticare il tutto. . Sono in un classico cul de sac classico, da scuola calcio.
È necessario un luogo fisico dove stare, un luogo politico? Macron ha risolto come sappiamo. Ha tolto tutti dall’imbarazzo con la massima disinvoltura e nessuno ha detto ba. Non sei di sinistra ma non sei neppure di destra? Benissimo. È stata sufficiente un’autocertificazione. Più semplificato di così, la gente non aspettava altro. Nessuno gli ha fatto la pulci su questa menata, qui da noi avremmo imbastito mesi di inutili polemiche. L’ingenuo Renzi ha fatto l’operazione inversa: ha continuato a dirsi di sinistra pur facendogli modesto orrore. Il giochetto non ha pagato.
Siete dunque chiamati a una risoluzione del vecchio contratto, cari uomini e donne di sinistra, come quando si cambia gestore telefonico. Un posto nuovo non c’è, e neppure si vede all’orizzonte. E all’orizzonte, semmai, ci sono le elezioni nazionali. Diciamola tutta: siete moderatamente nella merda.
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