Katharina Zeller in fuga dal tricolore

Partiti e politici

Katharina Zeller in fuga dal tricolore

Il rifiuto di indossare il tricolore al momento del passaggio di consegnova interpretato come una chiusura e un messaggio politico oppure era semplicemente una mossa di marketing politico ben studiata?

20 Maggio 2025

A Merano, la neo-sindaca Katharina Zeller ha fatto parlare di sé non solo per la vittoria elettorale, ottenuta al ballottaggio con il  57,4% dei voti contro il sindaco uscente Dario Dal Medico, ma anche per un gesto che ha sollevato più di qualche sopracciglio al momento del passaggio di consegne: la decisione di non indossare la fascia tricolore al momento del passaggio di consegne.

Zeller, esponente della Südtiroler Volkspartei (SVP)  e figlia dell’ex senatore Karl Zeller, ha scelto di presentarsi come una figura “linguisticamente trasversale”, cercando di attrarre anche l’elettorato italiano con la lista “Merano Coraggiosa”, che ha riportato  l’Svp al governo locale dopo dieci anni. Alle immediate polemiche, la neosindaca ha risposto con una nota-stampa, per “fare chiarezza” ed “evitare strumentalizzazioni”.

«La mia reazione nel rimuovere la fascia tricolore subito dopo che mi era stata posta sulle spalle non deve in alcun modo essere interpretata come un gesto di disprezzo verso i simboli della Repubblica o verso il tricolore stesso. Indosserò la fascia con il massimo rispetto in tutte le circostanze previste dal protocollo istituzionale, come sempre fatto anche dai miei predecessori di lingua tedesca», ha affermato in una nota Zeller. «Vorrei inoltre sottolineare che in Alto Adige, per consuetudine, il distintivo ufficiale previsto per i sindaci è il medaglione con lo stemma della città», ha aggiunto. «In questo contesto, l’insistenza dell’avvocato Dal Medico nel volermi far indossare anche la fascia — in modo forzato e fuori dalle pratiche locali — è stata percepita da me come un gesto provocatorio e un chiaro segnale di sgarbo istituzionale. In un momento già carico di tensione, ho vissuto quel gesto come una sfida personale. La mia reazione è stata istintiva, umana, e in nessun modo politica o simbolica contro il tricolore».

In un contesto dove la coesione sociale è fondamentale, soprattutto in una città come Merano, caratterizzata da una forte identità locale, il rifiuto di indossare il tricolore va interpretato come una chiusura? Oppure era semplicemente una strategia di marketing politico ben studiata?

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