
Partiti e politici
La pazza idea di Giorgia: iniziare a lavorare per portare Fitto al Quirinale
Manca tanto tempo, più di tre anni, ma Meloni inizia a prepararsi e come prossimo presidente della Repubblica ha in testa un nome: Raffaele Fitto
Nelle more di un’estate in cui la politica estera ha monopolizzato il dibattito – dazi, Trump, Putin, volenterosi, Starmer, Macron – un gustoso retroscena circola nei capannelli stanchi del Transatlantico: “Giorgia ormai si fida soltanto di Raffaele”. Raffaele è l’ex enfant prodige di Maglie, democristiano di formazione – il padre è stato uno dei punti di riferimento del moroteismo pugliese – divenuto poi berlusconiano ma mai entrato nelle grazie del Cavaliere che lo ha sempre ritenuto troppo “da Prima Repubblica”, insomma pochi sexy per il nuovismo di Villa San Martino. Fitto si muove tra berlusconismo e centrismo, salvo poi virare a destra nel conservatorismo europeo, operazione che ha consentito alla premier italiana di entrare nella stanza dei bottoni d’Europa.
Nonostante il posizionamento strategico a destra e l’adesione a Fd’I, Fitto si è sempre mosso nel solco del democristianismo. Strategia che è risultata premiante in virtù del ruolo che oggi riveste l’europarlamentare di Maglie. Ed è proprio l’abito che oggi indossa a Bruxelles ad aver elevato Fitto a quirinabile. Perché dietro quella frase che circola in queste ore in Transatlantico si cela proprio questo dettaglio: Fitto è il candidato della premier al Quirinale. Altro che Tajani o Crosetto. Il democristiano di Maglie può essere il nome forte per succedere a Mattarella nel caso in cui il centrodestra avesse la maggioranza nella prossima legislatura. E sarebbe un passaggio di consegne nel segno del moroteismo. Con un ulteriore dettaglio: in occasione della prima elezione di Mattarella Fitto ruppe proprio con Berlusconi e voto l’attuale inquilino del Quirinale. Dettaglio che Mattarella non dimenticherà mai.
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