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Deriva antidemocratica in Ucraina? La scelta di Zelenskyy e le conseguenze per la democrazia

Il Presidente Zelenskyy, ha firmato – e poi ritirato – una legge che avrebbe privato due uffici anticorruzione dell’indipendenza formale. Decisa per motivi di sicurezza nazionale, la mossa ha riaperto il dibattito sulla salute della democrazia dall’interno del Paese.

31 Luglio 2025

Mentre l’invasione della Russia in Ucraina entra nel cuore del suo terzo anno, per la prima volta dal 2022 le piazze di Kyiv (ma anche Odesa, Dnipro, Leopoli) hanno visto nutrite manifestazioni contro le decisioni del Presidente a livello interno. È notizia, infatti, di martedì 22 luglio 2025 che il Presidente della Repubblica d’Ucraina, Volodymyr Zelenskyy, ha firmato una legge che priva l’ufficio nazionale anti-corruzione (NABU) e l’ufficio speciale del procuratore anti-corruzione(SAPO) della loro indipendenza formale. La sigla giunge subito dopo l’approvazione della stessa legge al Parlamento ucraino (Verkhovna Rada), nella stessa giornata con 263 voti a favore, 13 contrari e 13 astensioni. Protagonista del voto è stato il partito del Presidente Servitore del Popolo, ma schierati a favore sono anche stati i raggruppamenti parlamentari Restaurazione dell’Ucraina e Piattaforma per la Vita e per la Pace, provenienti dall’ex partito Piattaforma per l’Opposizione, euroscettico e pro-Russia, ora bandito.

La legge avrebbe portato i due uffici alle dipendenze del Procuratore generale – ruolo ricoperto in questo momento, da Ruslan Kravchenko – il quale non gode di indipendenza, ed è nominato direttamente dal Presidente della Repubblica. Perciò, il Procuratore avrebbe potuto avere un potere di sorveglianza sulle attività del NABU e del SAPO, eventualmente riassegnando dossier ad altre procure ed addirittura annullando le indagini in corso. 

Il motivo di questa decisione è, secondo lo stesso Zelenskyy, la rimozione dell’influenza russa dalle indagini anticorruzione del NABU e del SAPO. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, e come riportato dal Kyiv Independent, la mossa del Presidente ucraino giunge in un momento particolarmente delicato, in cui il lavoro degli uffici oggetto della legge si concentra su un’indagine riguardante, tra gli altri, il vice-primo ministro Oleksiy Chernishov, e il precedente capo di gabinetto del Presidente, Rostyslav Shurma. Perciò, sottolinea il Kyiv Indipendent, “un attacco alla cerchia ristretta [del Presidente] potrebbe essere stata percepita come una minaccia all’intero sistema di governo e controllo” 

La scelta del Presidente Zelenskyy non è passata inosservata, né a livello interno né internazionale.

Motivo di particolare preoccupazione è stata la prospettiva di un accentramento del potere nelle mani del Presidente, che nonostante i tempi di guerra – e la legge marziale – implicherebbe un passo indietro rispetto all’opera di democratizzazione del Paese, in atto a partire dalle proteste Euromaidan del 2014, e dei tentativi di avvicinamento ai modelli di democrazia liberale occidentale, variabile necessaria per l’eventuale ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Inoltre,  il processo di democratizzazione dell’Ucraina costituisce un motivo fondamentale per il supporto proveniente dai paesi del blocco UE-NATO, come sottolineato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, e dalla Commissaria UE per l’Allargamento, Marta Kos, la quale in un tweet, ha posto l’accento sul rispetto dello Stato di diritto e sui valori condivisi tra l’Ucraina e l’Unione Europea. Dall’altro lato dello spettro politico (e dell’Atlantico), invece, Marjorie Taylor Greene, membro della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti per il Partito Repubblicano, ha commentato su X i fatti degli ultimi giorni nelle piazze, definendoli proteste contro “il dittatore [Zelensky] che rifiuta di fare la pace con la Russia”.

Il rischio della mossa di Zelenskyy, definita sempre dal Kyiv Indipendent scacchisticamente “a blunder” (un errore madornale) sarebbe dunque, oltre a costituire un pericolo per la salute della democrazia ucraina, quello di minare la fiducia dei Paesi UE e NATO, offrendo perciò un fianco scoperto alla Russia per poter continuare l’invasione, sul piano militare, e la propria opera di disgregamento della fiducia nelle istituzioni attraverso le proprie azioni di propaganda, all’interno dell’Ucraina e al di fuori.  A livello interno, la scelta di Zelenskyy potrebbe essere considerata come una mossa autoritaria, motivata da ragioni di sicurezza nazionale, e potrebbe costituire un segnale di deconsolidamento democratico – o per meglio dire, un freno al processo di consolidamento democratico di un regime considerato “ibrido” ma il quale, nonostante la guerra, in questi anni ha mostrato una tendenza positiva verso la democrazia. 

Nei giorni immediatamente successivi alle proteste, lo stesso Presidente Zelenskyy è tornato poi sui suoi passi, proponendo una riabilitazione dell’indipendenza degli uffici NABU e SAPO, pur difendendo la sua mossa e sottolineando la volontà di limitare l’influenza russa all’interno del Paese.
Le manifestazioni popolari, e la reazione di osservatori, giornalisti ed esperti, hanno perciò costituito un meccanismo di freno e sorveglianza sulle azioni dei vertici ucraini, dimostrando in questo modo la vivacità della cultura democratica ucraina, attiva sia nei confronti dell’esterno (contro l’invasione da parte della Russia) sia verso ciò che succede all’interno delle istituzioni e dei processi democratici domestici. Dopo giorni di proteste, in data di oggi, 31 luglio, è stato decisa in seno alla Verkhovna Rada, nell’ambito di una riunione di emergenza, la riabilitazione dell’indipendenza formale per gli  uffici NABU e SAPO, con una grande maggioranza di 331 votanti a favore, poi immediatamente firmata dal Presidente Zelenskyy.

I fatti degli ultimi giorni hanno comunque costituito un test politico per il Presidente Zelenskyy, e sulla forma che assumerà la democrazia ucraina, provata da stress esterni – che, come ricorda il centro di ricerca sulla Democrazia, Freedom House, hanno deteriorato i diritti civili e politici della popolazione ucraina – ma animata da un fervente dibattito pubblico, che dalla guerra non si è lasciato abbattere. 

 

 

Bibliografia e sitografia

Morlino, Leonardo, Democracy Between Consolidation and Crisis: Parties, Groups, and Citizens in Southern Europe (Oxford, 1998; online edn, Oxford Academic, 1 Nov. 2003), https://academic.oup.com/book/10493

https://x.com/ZelenskyyUa/status/1948463364985806942 https://www.theguardian.com/commentisfree/2025/jul/24/ukrainians-angry-zelenskyy-wartime-red-lines-new-law-anti-corruption 

https://freedomhouse.org/country/ukraine 

https://www.politico.eu/article/war-in-ukraine-corruption-protests-democracy-volodymyr-zelenskyy-vladimir-putin/ 

https://kyivindependent.com/editorial-dark-hour-for-ukrainian-democracy/ 

https://kyivindependent.com/editorial-right-now-ukraines-democracy-risks-a-russian-style-backslide/ 

https://kyivindependent.com/explainer-does-law-on-anti-corruption-infrastructure-have-anything-to-do-with-russian-influence 

https://kyivindependent.com/48-lawmakers-from-various-factions-registering-bill-to-safeguard-independence-of-anti-corruption-bodies/  

https://kyivindependent.com/parliament-votes-on-bill-restoring-nabu-sapo-independence/

https://www.theguardian.com/world/2025/jul/22/zelenskyy-approves-bill-weakening-anti-corruption-bodies-despite-big-protests 

https://freedomhouse.org/country/ukraine/nations-transit/2024 

 

 

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