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Terzo mandato in Trentino: il governo impugna la legge, Lega vota contro in CdM
Il governo impugna la legge sul terzo mandato in Trentino: Fugatti parla di attacco all’autonomia, la Lega vota contro in Cdm. La parola ora alla Corte costituzionale.
Il terzo mandato in Trentino si trasforma in un caso nazionale. Il 19 maggio 2025, il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge provinciale che consente al presidente della Provincia autonoma di Trento di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. La norma, approvata il 9 aprile dal Consiglio provinciale con 19 voti favorevoli e 16 contrari, è stata promossa dalla Lega per permettere al governatore Maurizio Fugatti di ricandidarsi nel 2028 .
La decisione del governo ha provocato una spaccatura all’interno della maggioranza. I ministri della Lega hanno votato contro l’impugnativa, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno sostenuto la linea della premier Giorgia Meloni, contraria al terzo mandato. Il vicepremier Matteo Salvini ha minimizzato la frattura, definendola una “questione locale” .
Il terzo mandato in Trentino, una nuova occasione polemica per la Lega?
Il presidente Fugatti ha duramente criticato l’impugnativa, definendola “un atto istituzionale molto pesante contro le prerogative dell’autonomia trentina, con una chiara valenza politica”. Ha sottolineato che le autonomie speciali, come il Trentino, hanno competenza legislativa esclusiva in materia elettorale, come riconosciuto indirettamente dalla Corte costituzionale nella sentenza sulla Campania .
La legge trentina è stata approvata lo stesso giorno in cui la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale una norma simile in Campania, volta a consentire un terzo mandato al presidente Vincenzo De Luca. Tuttavia, mentre la Campania è una regione a statuto ordinario, il Trentino-Alto Adige gode di uno statuto speciale che conferisce maggiore autonomia legislativa .
La questione del terzo mandato in Trentino potrebbe avere ripercussioni anche in altre regioni a statuto speciale, come il Friuli Venezia Giulia, dove il presidente Massimiliano Fedriga potrebbe trovarsi in una situazione analoga. La decisione finale spetterà alla Corte costituzionale, che dovrà valutare se la legge trentina rispetta i principi della Costituzione e dell’autonomia regionale .
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