Una giornata particolare o forse solo ordinaria

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30 Ottobre 2020

Nel periodo del covid tutto è ammissibile, tutto è giustificabile, anche il semplice disservizio diviene ordinaria amministrazione, e così capita di dover andare a pagare due multe che, per carità, mi spetta per assolvere al mio dovere di cittadino e contribuisco così a rimpinguare le casse dello Stato. Soprattutto, poi, se i comuni sono in difficoltà e allora i privati cittadini zelanti, e abituati a pagare le tasse, si apprestano a prelevare qualche soldino, circa 150 euro, per poter ottemperare il proprio dovere.

Cosa accade allora? Che La banca che già nei mesi scorsi aveva dovuto sopperire al fatto che altre due filiali fossero chiuse e che tutti gli adempimenti fossero sospesi per covid, e che nel mese di Luglio aveva “ospiitato” più di cento persone al giorno circa  – un eufemismo per dire che sulla strada antistante sporca, lurida e maleodorante,  ne erano accalcate un numero enorme al giorno – suddetta banca stamattina recava un foglio su cui c’erano segnalate le tre filiali, tutte e tre dislocate su Napoli, non in provincia, a cui poter rivolgersi. Cerco di contattare la banca, ma è un’impresa da titani, provo allora a ricercare su internet la loro pec per poter esporre il mio reclamo. Sono passate circa quattro ore, ma non ho avuto nessun tipo di contatto.

Dopo aver onorato il mio dovere di cittadino, pagando le infrazioni, cerco di smaltire la rabbia, e mi dirigo al Bosco di Capodimonte dove il guardiano mi avverte che, avendo superato l’orario in cui è consentito, posso solo passeggiare non più correre, essendo la corsa consentita dalle 700. alle 900. Scocciata, mi attengo alle disposizioni.

Non è stata un granché di giornata, si prospettano sempre più chiusure, ovunque si ascoltano numeri crescenti di malati, corsie di ospedali che si affollano, persone che recriminano perché vedono un futuro duro e incerto. Le attività ricreative sono ormai quasi tutte sospese, i punti di ristoro sono soggetti a forti limitazioni, si limitano le uscite, quando lo si fa non si è mai a cuor sereno. Adesso che le ordinanze regionali di contenimento del virus hanno raggiunto anche i centri sportivi e persino i parchi, polmoni della città, luoghi dove per antonomasia ci si rilassa, si respira aria pura, si gode di una bellezza e del relax che le nostre deliranti città ci negano, cosa ci resterà per non ammalarsi di crisi di nervi e depressioni?

 

TAG: coronavirus
CAT: Psicologia, Sanità

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