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31 Luglio 2021

Ho capito, esclamò Lucifero, “il mio senso di impotenza, nel vostro mondo è solo un martedì!”

Le rivolse poi uno sguardo interrogativo, sollevato e lei sorrise. Era quasi imbarazzata da quella semplicità, e non lo era perché il Re dell’Inferno in persona si rivelava così ingenuo e fragile, ma perché sapeva che quella era la verità.
Gli uomini, l’umanità intera avevano ormai accettato di vivere seguendo la corrente, senza osservare, senza conoscere e senza comprendere, praticamente non veniva più compiuta alcuna scelta e nessuno si chiedeva dove quella corrente nascesse e cosa o chi l’avesse originata.
Era sufficiente seguire il più vicino, svoltare esattamente dove il più prossimo aveva svoltato, tenersi d’occhio era quindi essenziale, essere connessi era una necessità, distrarsi dal cammino del gregge poteva essere pericoloso, c’era il rischio di rimanere da soli e trovarsi ancora a dover scegliere.

Si diede una leggera scrollata, come se volesse dissolvere quel peso che sentiva su di sé.
Il loro incontro imprevisto era iniziato con la sua apparente disperazione.
“Dottoressa”, aveva detto con fare teatrale e autentico sgomento, “si rende conto? Di cosa le ho appena detto? Non credevo di riuscire a dirlo a lei, a una donna, per chiederle aiuto.”
“Non ci sono riuscito!”, fece una pausa che sembrava studiata “non sono riuscito a….”.

Lo aveva guardato attentamente; qualcosa la metteva in allarme e non la convinceva, sentiva che stava recitando anche in quel momento. E vide chiaramente cosa accadeva, aveva paura di perdere il suo posto, il suo ruolo, la sua maschera gli era caduta per un attimo e lui la rivoleva indietro, subito e per sempre.
Anche lui era perduto tra gli altri, aveva rinunciato al fuoco che lo aveva spinto a ribellarsi al Padre, alla fiamma del suo Cuore, che lo aveva fatto cadere alla ricerca della sua scelta.
Era diventato un uomo.

Così lo aveva trattato come aveva fatto con molti altri uomini prima di lui, quelli che non erano tornati, quando si era spinta oltre.
Quando aveva proposto loro di non fermarsi alla pillola blu.
Il genere umano deve essere impazzito, si era detta negli anni in cui la cura che doveva salvare il cuore si era rivelata capace di sconfiggere la più grande paura degli uomini.
In pochi si erano salvati dall’ultimo incantesimo, che aveva regalato miliardi a chi la cura l’aveva prodotta.
Sapeva bene in quante tasche, in quante vite la menzogna fosse ormai una presenza costante, irrinunciabile e normale, stretta tra le mani di uomini stanchi e benedetta da donne in cerca della bellezza eterna.
E così – come sempre – era giunta alle sue conclusioni. Aveva compreso che in questo tratto del suo cammino, l’umanità aveva scelto di essere condotta al pascolo, di essere salvata anzicchè salvarsi.
Non c’era più alcuna sfida; nessuna scelta da compiere, nessuna anima da interrogare.

Ma davanti a sé aveva il Diavolo. E allora decise di spingersi oltre.
Gli fece notare che non poteva avere problemi con la carne, la lussuria e tutte le varianti del peccato che per millenni aveva usato per compiere la sua missione di tentatore.
Forse – semplicemente – quella era la conseguenza naturale del tempo trascorso a spacciare il sesso per la prova di altro, a confondere il piacere con una colpa, a separare il corpo e l’anima.
Semplicemente, stava sperimentando su di sé gli effetti del miraggio che aveva venduto all’umanità.
Gli raccontò dei tanti uomini ormai grandi che vivevano di pillole da anni, e anche di vite giovanissime che nascondevano in quella formula la paura di cercare l’amore e non il piacere. Gli mostrò una società di servi – che mai avrebbero varcato la soglia – e gli spiegò la differenza dagli schiavi – rinchiusi con la forza ma ancora alla ricerca della libertà.
“Vedi”, gli disse in un modo confidenziale che sorprese anche lei, “non si tratta di essere tenuti prigionieri nella gabbia delle regole sociali del mondo di tutti e costretti ad osservarle per essere riconosciuti”.
“Siamo molto oltre”. “La cura ha funzionato benissimo, non ha sconfitto la malattia, al contrario, l’ha resa definitiva e ha condannato gli uomini a trasformare la cura nella vita normale”.
“Ora la pillola è necessaria, indispensabile per vivere, e nessuno si chiede più se è la cura per qualcosa e se la malattia esiste ancora”.
“Tutti sanno che serve per amare. Che non si può amare senza prendere la pillola”.
“Doveva salvare il cuore e ha ucciso l’amore per sempre”.

“Adesso sta succedendo di nuovo, c’è una nuova paura da provare, condividere e diffondere. C’è una cura da fingere di cercare e un siero per smettere di pensare e non dover scegliere. Infine ci sarà solo quella formula, nessuno ricorderà la malattia e nessuno si chiederà quando è iniziato. Tutti sapranno che il siero c’è sempre stato e serve per vivere”.
“Sarà vinta la vita stessa”.

Fu allora che il suo volto si illuminò e parve aver capito.
Fu allora che ricordò di essere il Diavolo, di essere un Angelo, non un uomo, non uno di quegli uomini nati morti.
Ricordò di avere le ali, poteva scegliere.
Le aprì e volò via da quel mondo.

TAG: cura
CAT: Psicologia, società

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