LA SOLITUDINE DEI PRESIDENTI

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25 Gennaio 2015

Con grande godimento dei commentatori degli italici travagli, in questi giorni spopola ovunque il toto presidente. Chi fa un nome, chi ne fa un altro, chi presenta il suo per bruciarlo, chi aspetta che il tale si bruci da solo. Si cerca il candidato di tutti sapendo che di tutti mai lo sarà a meno che non lo si prenda fuori dalla politica e dai potentati legati alla politica e così, in attesa della fatidica quarta votazione, la girandola continua e il popolo gaudente, spera, fantastica, scommette e sublima le proprie frustrazioni.

Soprattutto il popolo idealizza! Immaginando che la vita di un presidente sia il massimo cui aspirare. Cercherò invece di dimostrare che il lavoro del presidente è uno dei più noiosi, faticanti e madidi di solitudine che si possa immaginare. Andiamo per punti.

Il presidente guadagna un sacco di soldi: si è vero, ma giacchè in genere è un signore che viaggia al di sopra dei settanta anni, con un lungo corso di frequentazioni di corridoi di pubblica utilità, è probabile che i quattrini li abbia già guadagnati e che ora percepisca laute pensioni per cui lo stipendio presidenziale non gli cambia molto la vita. Eppoi, a meno che non diventi una specie di dittatore che desidera farsi costruire mausolei e ville principesche, i quattrini dove e soprattutto quando li spende?

Il presidente, essendo il primo cittadino della nazione, gode di tutte le libertà ed ognuno sa quale prezioso bene sia la libertà. Ma quando mai! Se c’è un mestiere nel quale la libertà te la sogni è quello di presidente. Costretto a vivere in una casa non sua, sempre controllato da quando si sveglia a quando si addormenta; magari anche il respiro, durante il sonno, viene monitorato perchè si sa l’età.., senza la possibilità di fare un passo se non c’è la scorta, impossibilitato a mangiarsi una bella pizza con quattro amici in qualche locale di periferia, costretto ad indossare tutto il giorno giacca e cravatta, costretto a viaggiare in lungo ed in largo in modalità tipo toccata e fuga per cui dei paesi che visita vede ben poco, obbligato a fare salamelecchi ad altri presidenti, alcuni dei quali li manderebbe volentieri a quel paese. Si pensa che almeno la libertà di espressione gli sia garantita in modo assoluto. Non è vero, sennò cosa ci starebbero a fare i portavoce e gli uffici stampa? E’ difficile che un presidente dica quello che pensa, è più probabile che dica quello che i suoi consiglieri gli suggeriscono di dire in modo che chi ascolta possa credere che è quello che lui realmente pensa.

Quanta noia, vedersi davanti tutte le mattine le stesse facce, ma non quelle che puoi incontrare al bar, mutevoli, cangianti nella loro chiassosa umanità, no, sempre gli stessi segretari, gli stessi corazzieri, gli stessi politici insomma gli stessi personaggi della scena teatrale a cui non può sfuggire. Al punto che davvero credo che la morte di un papa e la consacrazione di uno nuovo sia un avvenimento piuttosto eccitante perchè porta un po’ di novità nei palazzi romani.

Un proverbio siciliano che personalmente mi è sempre sembrata una sciocchezza dice che esercitare il potere è meglio che avere rapporti sessuali. Faccio un po’ fatica ad immaginarmi gli ultimi presidenti in acrobazie sessuali. Ed anche scendendo nelle scale presidenziali ed avvicinandoci a personaggi più, si fa per dire, giovani, solo di sesso parliamo, perchè io credo che costoro non abbiano neppure il tempo di fare all’amore in senso profondo ed autentico. Magari hanno una bella moglie di facciata, tante questuanti che poi si sa possono diventare anche amanti, ma poco, vero ed autentico, affetto. Si vabbè magari il potere si esercita con qualche raccomandazione, può darsi che figli e nipoti, solo per il fatto di chiamarsi come il presidente, e lo dico senza alcuna malizia, qualche vantaggio possano averlo. Ma che grande prezzo si paga a questo potere, e quanta solitudine signori presidenti!

Certo può essere bello immaginare, come diceva Falcone, che esista anche lo spirito di servizio, e quando ciò fosse accaduto e accadesse, tanto di cappello, davvero saremmo di fronte a grandi presidenti, capaci di ipotecare in misura totale la propria vita privata a favore della nazione e dei suoi cittadini.

Ora per concludere, siccome a me nessuno ha mai offerto alcuna presidenza, neppure quella della bocciofila sotto casa, non escludo che la mia sia tutta invidia, se così fosse le chiedo perdono signor futuro presidente.

 

TAG: presidente solitudine libertà
CAT: Qualità della vita

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