Così le grandi imprese fuggono dalla Roma in decomposizione di Virginia Raggi

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5 Dicembre 2017

La cronaca romana di Repubblica ci mostra oggi la macabra carcassa di una mucca in decomposizione su una sponda del Tevere, nei pressi degli esclusivi circoli sportivi frequentati dalla Roma bene, circondata da rifiuti di ogni tipo. Il bovino deceduto è oggi un’immagine limpida dello stato della Capitale d’Italia, messa in ginocchio dall’immobilismo di un’amministrazione evanescente, che celebra lo spazzamento o l’asfaltatura di limitati tratti di strada come eventi eccezionali, lasciando morire la città al grido di “preferivate Mafia Capitale?”

Ciò che resta dell’alta borghesia del quartiere Prati fa lo slalom tra gli escrementi di cane e le piccole discariche che quotidianamente si formano nei pressi dei cassonetti dell’immondizia. La raccolta – come in tante zone della città – va tremendamente a rilento e in molti casi al passaggio del mezzo meccanico che svuota i cassonetti non segue quello del camion con gli operatori che dovrebbe rimuovere i rifiuti in eccesso. Il quartiere intorno al Vaticano, caratterizzato dall’elegante edilizia piemontese, vive ormai con rassegnazione il suo degrado quotidiano fatto di odori nauseabondi e ratti sempre più numerosi che spadroneggiano tra Piazza Risorgimento e le strade limitrofe. La musica non cambia nelle zone più popolari. A San Lorenzo, i continui ritardi della raccolta porta a porta minacciano ormai la salute degli abitanti, costretti a vivere in un quartiere-discarica con gli androni dei condomini periodicamente invasi di sacchi che non vengono raccolti per giorni. Per ora, sui rifiuti, l’azione della giunta grillina si è limitata a un frenetico giro di nomine, due assessori e un irrealizzabile libro dei sogni. Dei nuovi impianti non si parla praticamente più; le poche volte in cui se ne ne parla i comitati dei quartieri – a cui in campagna elettorale era stato promesso che non sarebbero stati realizzati – insorgono. In compenso è stato chiesto aiuto a cinque regioni governate dagli odiati partiti di prendersi centinaia di tonnellate di indifferenziata per evitare che a Natale il sistema collassi definitivamente.

Nel frattempo, l’azienda dei trasporti è sull’orlo del fallimento, con un concordato preventivo in continuità (dall’esito assai incerto) concesso dal Tribunale Fallimentare di Roma nel settembre scorso. Il primo comunicato che viene diramato ogni mattina dagli uffici di Atac è quello che segnala i quotidiani ritardi dovuti al numero limitato di mezzi in circolazione. Le linee A e B della metropolitana sono dei treni della disperazione, con tempi d’attesa che possono superare i dieci minuti tra un convoglio e l’altro. In superficie, le fermate di numerose linee di bus sono ormai dei luoghi di socializzazione. Accade talvolta che i mezzi spariscano dai radar senza lasciare traccia. «La app diceva cinque minuti, ora è sparito!», esclama l’incredulo turista chiedendo spiegazioni a romani rassegnati che lo guardano con tenerezza. Dove sarà finito quel 70 con a bordo i suoi passeggeri? È mai esistito quel 70? Esisterà, domani, un 70?

Da questa Roma a cinque stelle dove non ci resta che filosofeggiare sull’essenza del 70 e sui laghi artificiali che si formano sulle carreggiate ad ogni pioggia, le grandi imprese e i potenti gruppi finanziari scappano. Dopo Sky e Mediaset, ecco il turno di Unicredit. La meta preferita delle ricche migrazioni è ovviamente Milano, la “capitale morale” dove spuntano grattacieli come funghi, dove sui marciapiedi si potrebbe quasi dormire, dove sulla nuovissima “linea lilla” della metropolitana si può scegliere se aspettare un minuto e trenta secondi per il primo treno oppure tre minuti per il secondo. Insomma c’è tempo per scegliere con calma la playlist di Spotify da ascoltare durante il veloce tragitto.

«Dalla Roma a cinque stelle scappano anche gli storici capisaldi finanziari e seguono la transumanza avviata da Sky, Mediaset, dalla farmaceutica e dalla moda cui anche Eni sembra voler accodarsi. L’immobilismo della giunta Raggi ostacola la concorrenza tra imprese e rende Roma una città fuori dalla  competizione globale. La rinuncia alle Olimpiadi, la vicenda Torri dell’Eur, lo stravolgimento del progetto-stadio (compresa la cancellazione delle tre torri disegnate da Libeskind), negli investitori nazionali e internazionali sono stati il segnale che la Capitale non riesce a individuare un proprio progetto di sviluppo per il futuro e che la giunta M5S alla guida del Campidoglio si muove in uno scenario di incertezze e nell’incapacità di gestire anche le maggiori aziende capitoline», così scriveva stamane la capogruppo del Partito Democratico, Michela Di Biase, in una nota. «Sarebbe interessante anche capire come sono stati utilizzati i quasi 30 milioni di euro di oneri straordinari ottenuti già dal 2006 dalle intese con la Rinascente per il nuovo store di Via del Tritone e che dovevano essere indirizzati alla completa riqualificazione del Rione Trevi. Oggi non c’è nemmeno un marciapiede civile su via del Tritone per i tanti visitatori del nuovo centro commerciale. La Giunta Raggi però pensa alle ovovie», spiega invece il deputato dem Roberto Morassut, vicepresidente della Commissione di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Da destra, l’attacco arriva con una nota congiunta firmata da Fabrizio Ghera – capogruppo in Campidoglio di Fdi-An – e Piergiorgio Benvenuti, presidente dell’associazione Ecoitaliasolidale: «Sul tema dei rifiuti i 5 Stelle confermano il grande dilettantismo e l’incapacità nella gestione di una situazione, che giorno dopo giorno, rischia di diventare emergenza. I quartieri della città sono al collasso, nelle periferie i cassonetti sono stracolmi, con i sacchetti abbandonati ai lati delle carreggiate. Verso il centro storico l’allarme ‘monnezza’ non cambia, addirittura in via Cola di Rienzo ci sono topi morti sul marciapiede mentre sul Tevere viene ritrovata la carcassa di una mucca. Il sindaco aveva sbandierato che avrebbero portato la raccolta differenziata al 70% ed esteso il porta a porta in tutta la Capitale entro il 2021, ma qui la giunta Raggi non riesce a garantire nemmeno la pulizia ordinaria, lo spazzamento delle strade ed il fogliame ancora a terra da giorni, che fa da tappeto alle strade della Capitale, conferma l’inefficienza di questa Amministrazione». C’è anche chi torna timidamente ad animare la piazza, come i lavoratori della Multiservizi che rischiano il licenziamento e attendono risposte dall’inquilina del Campidoglio. L’interessata, sostenuta giorno e notte dai suoi seguaci virtuali (pochissimi i romani, per ovvii motivi) non si scompone, e attacca le amministrazioni precedenti, chiede soldi al Governo ma buca bandi milionari.

Roma oggi è questa. All’immagine leggendaria della lupa capitolina che allattò Romolo e Remo, si sovrappone oggi quella della mucca in decomposizione tristemente adagiata nell’acqua putrida del non più biondo fiume che attraversa la città eterna. In fondo ogni epoca ha i suoi simboli…

TAG: ATAC, Comune di Roma, movimento 5 stelle, piano rifiuti, Roma, Spazzatura, VIRGINIA RAGGI
CAT: Roma

6 Commenti

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  1. raffaella 6 anni fa

    23 novembre 2008: http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-0ef88bec-caa6-42f0-a12c-27fda00216a9.html
    24 agosto 2010: http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/08/24/news/emergenza_topi_in_citt_nelle_strade_troppi_rifiuti-6467622/
    4 maggio 2011: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_maggio_4/emergenza-rifiuti-roma-est-190570287897.shtml
    16 giugno 2011: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_giugno_16/malagrotta-ue-apre-procedura-infrazione-190881088887.shtml
    14 marzo 2012: http://temi.repubblica.it/micromega-online/roma-come-napoli-il-business-dellemergenza-rifiuti/
    7 gennaio 2013: http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/01/07/news/se_ama_inadempiente_sar_commissariata_il_testo_integrale_del_decreto_clini-50084915/
    9 luglio 2014: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/14_luglio_09/emergenza-rifiuti-senza-fine-alta-tensione-marino-ama-d2b99e64-0738-11e4-99f4-bbf372cd3a67.shtml
    18 maggio 2015: http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/05/18/news/rifiuti_marino_appello_ai_lavoratori_ama_aiutate_i_romani-114649165/

    Ne vogliamo parlare? Sono 18 anni documentati. Report parla di 9 anni, nel 2008, di commissariamento straordinario per il problema rifiuti. Qual è la narrazione, dietro a questo articolo? Cosa vuole dire? Che Roma è in emergenza rifiuti? Articolo allora inutile, visto che lo è dichiaratamente da almeno 18 anni documentati. Che il M5S, in un anno e mezzo di lavoro non ha risolto un’emergenza che data da tempo immemorabile? Vero. Che il M5S non è superman? Vero. Ma non credo sia questo che vuole dire: “le aziende se ne vanno”. Perché ci sono i rifiuti non raccolti da sempre? Questa è la notizia? Che le aziende se ne vanno nel 2017 perché speravano ardentemente che il M5S ripulisse Roma in 12 mesi, e così hanno aspettato finora? Qual è la narrazione, dietro a questo scritto? Parlo di “Narrazione” volutamente, visto che la notizia non c’è. “Il sindaco aveva sbandierato che avrebbero portato la raccolta differenziata al 70% ed esteso il porta a porta in tutta la Capitale entro il 2021”, ma invece non fa niente. Cavolo! a 4 anni dalla scadenza di un mandato di 5, il sindaco non ha ancora adempiuto alle promesse. Immagino che abbia scritto lo stesso di tutti gli altri sindaci, dal 1999 al 2016, visto che nessuno ha mai risolto il problema. Se lo ha scritto, leggerò con molto piacere tutti i suoi articoli e le darò atto di essere assolutamente imparziale. Cordialmente

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  2. evoque 6 anni fa

    Era facilmente prevedibile che l’articolo di Salamida ottenesse una replica piccatissima. Sul n.49 del 3 dicembre scorso di Famiglia Cristiana c’è un reportage fotografico realizzato due settimane fa, dal titolo inequivocabile: “Quanto sei brutta Roma”. Di seguito alcuni passaggi random alcuni passaggi: “Ecco come appare Roma sotto l’obiettivo del nostro fotoreporter, che ha girato per le strade del centro della Città Eterna nei giorni di venerdì e sabato 24 e 25 novembre. Sporcizia ovunque, buche stradali, marciapiedi divelti, traffico impazzito e soprattutto le condizioni vergognose in cui vivono tanti senzatetto. Il “sacco di Roma” non è certo dovuto solo all’amministrazione attuale ed è il frutto di anni di malagestione. Virginia Raggi siede in Campidoglio da un anno e mezzo ma non si vedono i segnali della svolta promessi al momento della sua vittoria elettorale. Il degrado si dà quasi per scontato in certe periferie, ma ormai si è diffuso anche nel cuore della capitale. In centro o nelle sue vicinanze. ci sono aree della città che ormai sfuggono a ogni controllo. Tunnel e sottopassaggi ospitano nei loro anfratti sbandati e senzatetto che vivono in condizioni vergognose. Il Comune di Roma dichiara di fare pulizia ogni quindici giorni, ma il popolo dei bassifondi trova sempre nuovi anfratti. Il degrado delle periferie tocca soprattutto San Basilio, Tor Sapienza, Ponte di Nona e Tor Bella Monaca. Un altro problema delle periferie sono i roghi che, soprattutto di notte, si accendono nei campi rom rendendo l’aria irrespirabile…”

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  3. marco-pascucci 6 anni fa

    Gentile Raffaella,
    se posso interpretare il pensiero dell’autore dell’articolo, la “narrazione” è semplice: Virginia Raggi ha ottenuto il 70% o quasi dei voti al ballottaggio proprio perché il M5S aveva promesso di rivoltare la città come un pedalino. Ma in questi 18 mesi di amministrazione pentastellata non si è visto NULLA di tutto ciò. E 18 mesi sono pochi per risolvere problemi ultradecennali, ma tanti, troppi, per iniziare a decidere una strada da intraprendere. Dopo 18 mesi ancora abbiamo un’assessora all’ambiente (la Montanari) che si ostina a negare la necessità di qualunque

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  4. marco-pascucci 6 anni fa

    Gentile Raffaella,
    se mi è consentito interpretare il pensiero dell’autore dell’articolo, la “narrazione” è semplice: Virginia Raggi ha ottenuto il 70% o quasi dei voti al ballottaggio proprio perché il M5S aveva promesso di rivoltare la città come un pedalino. Ma in questi 18 mesi di amministrazione pentastellata non si è visto NULLA di tutto ciò. E siamo d’accordo, 18 mesi sono pochi per risolvere problemi ultradecennali, ma tanti, troppi, per trovare una strada da intraprendere. Dopo 18 mesi ancora abbiamo un’assessora all’ambiente (la Montanari) che si ostina a negare la necessità di qualunque intervento infrastrutturale per lo smaltimento dei rifiuti, sognando per il futuro percentuali di raccolta riciclata che non ha neanche Copenaghen, e nel frattempo inviando a **nostre spese** i rifiuti in altre regioni o addirittura all’estero. Dopo 18 mesi si favoleggia ancora sulla costruzione di improbabili funivie, mentre ancora non si sa nulla sul destino della Metro C oltre il Colosseo, che – en passant – è uno degli investimenti infrastrutturali più costosi in atto in Italia in questo momento (pagato dallo Stato al 70%!). Dopo 18 mesi abbiamo visto delle opposizioni assurde e puramente ideologiche a possibilità di rilancio della città, quali per esempio le Olimpiadi, per le quali si adduceva il rischio delle solite “colate di cemento” che probabilmente non ci sarebbero mai state (se non altro perché i protocolli finanziari del CIO nel frattempo sono cambiati e quindi si sarebbe potuto utilizzate al massimo le infrastrutture esistenti…), o il progetto dello Stadio della Roma, il cui ridimensionamento è stato soprattutto in termini di opere di compensazione urbanistica, ovviamente con grande giubilo dei costruttori. E se vogliamo scendere in questioni più futili, ma neanche tanto, dopo 18 mesi vedo che per il marcatino di Natale a Piazza Navona viene emesso un bando che invece di favorire la qualità degli espositori ne favorisce l’anzianità, e quindi tagliato su misura poer i soliti noti (ha mai sentito parlare della famiglia Tredicine?)
    Dopo 18 mesi, le imprese se ne vanno, perché forse chi le gestisce ha una visione a lungo termine che la politica romana non ha, e meno che mai mi sembra le abbia il M5S, che è un’allegra banda di onesti dilettanti e nulla più. Stanno fallendo anche loro, e persino più miseramente degli altri.
    Da “romano de Roma” mi piange il cuore darLe questa risposta, ma Le assicuro che altre non ne ho…

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  5. raffaella 6 anni fa

    Diciamo, allora, che i romani sono esasperati, perché speravano che, finalmente, arrivasse qualcuno che “ripuliva la città”, in senso reale e metaforico, in pochi mesi e così non è stato? Speravano nel miracolo, senza fare nulla perché il miracolo avvenisse? Nessuna fatica, nessuno sforzo. Sono venuta a Roma, la prima volta, nel 1987. 30 anni fa. Ho fatto una piccola vacanza con un’amica. Ridevamo come matte perché ci ostinavamo a cercare un cestino dei rifiuti per buttare carte e resti del nostro pranzo all’aperto, pur stando sedute in mezzo ai rifiuti! Nonostante questo, la nostra educazione non ci permetteva di buttare comunque per terra. Non ce la facevamo. Ridevamo del fatto che alla nostra domanda: “A che ora passa l’autobus n…?” ci veniva risposto: “Sì, passa di qui”. “Sì, ma a che ora?”. Risposta: “Passa”. 3 anni fa, l’ultima volta in cui sono venuta a Roma, la situazione non era cambiata. Almeno per gli autobus! Non credo che Roma verrà mai “ripulita” da nessun sindaco, se i romani non sono i primi a farlo. Io, se non trovo un cestino per buttare i rifiuti, tengo le cose in borsa. Preferisco trasformare la mia macchina in un cassonetto che buttare qualsiasi cosa dal finestrino. E’ solo questione di rispetto di ciò che è “di tutti”. E’ una forma mentis, non ci posso fare niente. L’ho imparata fin da piccolissima dai miei. Sono diventata così abile che, a casa nostra, buttiamo un sacchetto di spazzatura ogni due settimane. Uno. Se non c’è il rispetto di ciò che è pubblico, nessun intervento politico potrà mai cambiare nulla, se non con la coercizione. Se un autista Atac decide di assentarsi, perché ha di meglio da fare (assenteismo al 9%: http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/09/26/news/atac_la_piaga_degli_autisti_irreperibili_ho_dimenticato_il_telefonino_cosi_saltano_840_corse_al_giorno-176522058/) i romani non si devono arrabbiare col sindaco, ma con l’autista assenteista. Se gli assenteisti, in AMA, risultano il 12,6% al giorno (http://www.corriere.it/opinioni/17_aprile_23/record-assenteisti-all-ama-roma-f2b83caa-2780-11e7-b1fd-6ac3feee71e3.shtml) si può dar colpa alla Raggi di non riuscire ad abbattere la piaga dell’assenteismo (come fa Rizzo, imputando a Raggi di non aver neanche provato a risolvere il problema pluridecennale in ben 10 mesi di lavoro). Ma forse, prima di tutto, bisogna prendersela con i lavoratori che rubano uno stipendio, visto che decidono di non lavorare in cambio dei soldi che ricevono. Peccato che colui che ha scritto l’articolo non abbia comunque risposto alle mie domande. Se questa situazione va avanti da decenni, senza che nessuno sia mai riuscito in alcun modo ad intaccarla, resta il mio interrogativo: qual è la narrazione, dietro all’affermazione che le imprese se ne vanno ora da una Roma in decomposizione per colpa di Raggi? Qual è, visto che è in decomposizione da decenni? Tutto qua.

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  6. evoque 6 anni fa

    La Raggi è una poveretta inconsapevole di sé e di ciò che la circonda. Meglio sarebbe stato, se fosse rimasta da Previti & Co a fare fotocopie.
    I Romani sono incivili.
    Tutto vero.
    Però mi domando come mai all’epoca del governo Renzi i grillini – politici e fan – dicevano che non stava facendo niente dopo solo un mese o due dall’insediamento. Mentre ora per la Raggi sono così comprensivi, naturalmente addossando la colpa a tutti gli altri.
    E governare un Paese di 60 milioni di abitanti non è certo come governare una città di 2,5 milioni di abitanti.
    La realtà è che il M5s non voleva arrivare al governo di Roma, avrebbe preferito continuare urlare ai quattro venti quanto fossero corrotti mafiosi incapaci tutti gli altri, tranne loro. Purtroppo, la nota insipienza romana li aveva stra-votati. E adesso…godeteveli.

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