Memoria e Futuro
Da Calimero alla Balena Bianca
Ah, se ci fosse ancora Ennio Flaiano. Se ci fosse ancora Marcello Marchesi con la sua penna affilata come un rasoio e leggera come una piuma. Loro sì che avrebbero saputo chiudere questa storia della metamorfosi cromatica con una battuta degna degli annali. Qualcosa tipo: “Da Calimero a Moby Dick: la storia di un pulcino nero che sognava di diventare la balena bianca della politica italiana”.
Flaiano avrebbe aggiunto, con quel suo cinismo ben educato: “Naturalmente parliamo di consenso elettorale, non di taglie. Anche se entrambi i cetacei nuotano in acque profonde”.
Ma no, i battutisti sono finiti. Ci rimangono le fanpage misteriose, i video motivazionali con dissolvenze incrociate, e la retorica del “non incasellatemi” che suona come quella di chi ha cambiato così tante scatole da aver perso il conto.
Perché vedete, il video “Fare la differenza” della misteriosa pagina “Giorgia 2027” – quella che nessuno sa chi gestisca ma che tutti guardano ipnotizzati – ci regala proprio questa narrazione: la trasformazione cromatica della protagonista dal nero al bianco. Un percorso di luce, di crescita, di… rebranding, forse, democristiano.
C’era una volta una ragazza tutta vestita di nero. Anzi no, scusate: c’è adesso una signora tutta vestita di bianco. O forse sono la stessa persona? Ah, ma non dobbiamo incasellarla nelle definizioni altrui, ci mancherebbe.
Quella ragazza nerissima della Garbatella che negli anni ’90 parlava di Mussolini come “un bravo politico” è ormai un ricordo sbiadito. Ora c’è una signora candida come un abito Armani alle consultazioni, luminosa come le décolleté con tacco 12 che sfoggia al Quirinale. Il nero è passato. Il bianco è arrivato. E con esso la strategia: recuperare quel consenso democristiano che galleggia ancora nelle acque della politica italiana come l’eco di una balena bianca che nessuno ha mai dimenticato.
Non fatevi ingannare dalle categorie del passato, sembra dirci il video. Non guardate a quel che dicevo quando ero bruna naturale e militante MSI. Io ora sono bionda (grazie Antonio Pruno, hair stylist con salone vicino al Parlamento), sono pacata (anche se “l’anima della Garbatella ogni tanto esce”), sono istituzionale. Sono bianca, anzi Bianca: come i tailleur scelti per incontrare Trump, come il messaggio di moderazione e affidabilità che la DC ha trasformato in consenso per cinquant’anni.
La metamorfosi è completa: dalla ragazza che imbracciava due meloni in un gesto “decisamente trash” (cit.) alla premier che va dal Papa vestita come una prima comunione fashion. Dal rosso sevigliano e verde mela ai colori pastello rassicuranti della tradizione democristiana. Dai jeans a sigaretta troppo stretti alle linee morbide e scivolate di Giorgio Armani. Dal Calimero nero piccolo e incazzato alla balena bianca che punta ad inghiottire tutto il centro moderato italiano. Sempre che il centro sia moderato, in Italia.
E quella pagina da 100mila follower che macina like da un mese? Quella che ha già cambiato nome tre volte dal 2016 (“Giorgia Meloni una di noi”, poi “Giorgia Meloni presidente del Consiglio”, ora “Giorgia 2027”)? Quella è solo una fanpage spontanea, giurano tutti. Un movimento dal basso. Grassroots all’americana, roba da fare impallidire Obama e Mamdami. Gente comune che ha deciso di anticipare la campagna elettorale di tre anni perché, si sa, l’operazione nostalgia democristiana non può aspettare.
Ma in realtà l’obiettivo di “Fare la differenza” è non farsi incasellare. È essere contemporaneamente la ragazza di borgata e la statista internazionale. La militante in nero e la premier in bianco. La figlia abbandonata che diventa Presidente del Consiglio. Il pulcino nero che diventa balena bianca. Il sogno democristiano versione Garbatella.
Perché alla fine, come dice il video con quella retorica da spot della Tim degli anni ’90, ciò che conta è la trasformazione. Dal buio alla luce. Dal nero al bianco. Da Calimero a Moby Dick. Dalle definizioni altrui alla narrazione propria. Dalla fiamma tricolore allo scudocrociato (versione 2.0, ovviamente).
E se da oggi al 2027 vorrete incasellarla in una categoria, vincolarla al passato nero che non passa, ricordate: lei vi ha avvertiti. È già cambiata di colore due volte. Chi vi dice che non lo farà di nuovo? Dopotutto, anche le balene bianche, a volte, si immergono nelle acque più scure. Cantando “Oh Mare Nero, Mare Nero, Mare Nero…”
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