Cosa vi siete persi

La Bella Rabbia

di Marco Di Salvo 14 Giugno 2025

Per gli strani percorsi che si prendono quando ci si incammina nella selva di libri che ci circonda e, spesso, ci confonde, mi sono trovato a leggere due romanzi da poco pubblicati, apparentemente diversi per stile e contesto, ma con un filo rosso (è proprio il caso di dirlo) che li unisce. Quello della rabbia e della rivolta.

Pino Corrias, con Romanzo Rosso (SEM edizioni), ci immerge nel cuore incandescente degli anni Settanta, “gli anni del furore e del piombo”. Attraverso la storia di Piero Villa, detto Biondo – militante del gruppo Il Mucchio  costeggiante l’Autonomia Operaia – Corrias dipinge un affresco epico di una generazione in lotta, quella del ’77 italiano. Milano diventa teatro di “sogni armati, barricate, amori bruciati e vite in fuga”, in un racconto che unisce violenza e tenerezza. L’opera cattura il paradosso di un’epoca sospesa tra slancio rivoluzionario e tragedia, dove l’utopia si trasforma in ferocia, chiudendosi con la caduta di un ideale collettivo.

A distanza di decenni da quei tempi, Alberto Guidetti (già componente della band Lo Stato Sociale e apprezzato produttore musicale) in Con Rabbia e Con Amore (Feltrinelli) trasferisce quel conflitto nella contemporaneità, dando alle stampe un “romanzo-manifesto di guerriglia esistenziale”. Protagonista è Andrea Costa, ventiquattrenne intrappolato in un magazzino di bricolage nella periferia di Bologna, in “un lavoro che detesta perché gli divora tempo ed energie”. La sua battaglia non è più contro lo Stato, ma contro lo sfruttamento del precariato globale, in quelle che Guidetti chiama senza mezzi termini “guerre di classe”.

Il confronto tra i due romanzi rivela un’evoluzione drammatica della protesta. Corrias radica la rabbia nel contesto specifico dell’Italia degli anni di piombo, con riferimenti a movimenti storici e lotta armata. Guidetti, al contrario, delocalizza la rivolta nelle periferie anonime del capitalismo contemporaneo (che sono anche quelle dell’anima del protagonista e dei suoi sodali), dove i magazzini sostituiscono le fabbriche e lo sfruttamento assume forme liquide. Anche i protagonisti incarnano questa transizione: Biondo è il ribelle romantico e militarizzato, “soldato del Mucchio” segnato dalla clandestinità; Andrea Costa è l’anti-eroe della Generazione Z, schiacciato tra sopravvivenza economica e il sogno mai abbandonato di diventare scrittore. Non clandestino, ma a rischio anonimato, circondato com’è da figli di papà “artisti” a carico economico della famiglia.

Lo stile riflette questa divergenza. Corrias adotta un tono epico e nostalgico, “chiarificatore dell’aria di un tempo”, mentre Guidetti sceglie un realismo crudo (con uno stile asciutto ma capace di belle cavalcate di parole) che trasforma la rabbia in manuale di resistenza quotidiana. La collera stessa muta natura: in Romanzo Rosso esplode in azione collettiva e progetti rivoluzionari; in Con Rabbia e Con Amore si interiorizza, diventando strumento di autodifesa esistenziale contro un sistema che frammenta i legami sociali e porta quasi all’implosione del protagonista.

Diverso l’esito del racconto. Se Romanzo Rosso si chiude come un requiem per un’utopia tradotta in tragedia, Con Rabbia e Con Amore lascia aperta la ribellione individuale in un mondo senza bandiere, una ribellione che, anch’essa, non sembra avere alle viste un happy end. Insieme, questi libri tracciano una mappa della protesta italiana: dal mito dell’assalto al cielo alla fatica di sopravvivere nel deserto sociale contemporaneo. Oggi Guidetti fa vibrare quel ricordo nella carne viva del presente, dimostrando come la rabbia – pur mutando forma – resti un motore inestinguibile. Ce n’est qu’un debut?

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