L'architettura e noi
L’architettura come immagine: un teatro sull’autostrada, per esempio
L’immagine è l’immediatezza dell’architettura, una sorta di anima che si rivela e si impone. L’immagine non ha “scala”, può essere in un particolare o in un ambiente. La sua caratteristica è quella di uscir fuori dall’insieme o dall’ambiente e di essere come un’aura percepibile. Essa è dovuta alla soggettività del progettista, che parte da una cognizione comune e la trasforma. L’immagine è la trasformazione di un tipo. Questo progetto per l’area dell’ex Pirelli a Lainate sullo svincolo autostradale per Milano trasforma lo svincolo stesso in un teatro. L’immagine, quindi, è anche un traslato, un trasferimento dall’ambito concettuale a quello intuitivo.
“La conoscenza ha due forme: o è conoscenza intuitiva o conoscenza logica; conoscenza per la fantasia o conoscenza per l’intelletto; conoscenza dell’individuale o conoscenza dell’universale; delle cose singole ovvero delle loro relazioni; è, insomma, o produttrice di immagini o produttrice di concetti”. Queste parole sono l’inizio della “Estetica” di Benedetto Croce (quarta edizione, 1912).
Sono ancora attuali, se non che l’arte si è fatta sempre più concettuale e quindi le contaminazioni sono molte. Il teatro, concetto, è in realtà un giardino che ne costituisce l’immagine, la quale fa da sfondo al contenuto funzionale del progetto, costituito dall’edificio del centro commerciale, il quale a sua volta ne diventa la scena. In questo gioco di reciproche contaminazioni si realizza la sintesi tra concetto e immagine: cioè la concretezza del progetto.
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