La moda, le mode

L’Ultimo Sogno di Armani: Milano si inchina al Re della Moda

di Chiara Perrucci 29 Settembre 2025

Un défilé commovente celebra cinquant’anni di genialità e grazia. La città e il mondo lo salutano come si fa con i miti: in piedi, in silenzio, con Amore

Milano– Milano la città della Moda, pronuncia il suo addio più solenne e splendente a Giorgio Armani , l’uomo che per cinquant’anni ha vestito il mondo di grazia, sobrietà e poesia. Nella cornice sublime della Pinacoteca di Brera, tra colonne neoclassiche e lanterne bianche,  va in scena l’ultima collezione donna primavera-estate 2026, disegnata dal Maestro, presentata ventiquattro giorni dopo la sua scomparsa, avvenuta lo scorso 4 settembre.

Una sfilata con il sapore di un addio ma anche la potenza di un lascito. Una celebrazione. Un abbraccio collettivo. E un inchino, da parte di una città – e di un mondo – che ha camminato con lui , lungo cinque decenni di rivoluzione silenziosa.

Una passerella tra sogno e capolavori pittorici immortali come quelli di Raffaello e Tiepolo, 127 look (82 da donna e 45 da uomo), che raccontano l’ultima visione di Giorgio Armani: abiti leggeri come pensieri, tuniche che accarezzano l’aria, completi da uomo in sete impalpabili, blazer destrutturati e dhoti reinventati. La sua isola, Pantelleria, ha prestato la palette: sabbia bruciata, lava, pietra, blu oltremare. Per la sera, l’Oriente: viola, zaffiro, plissé in toni di luce. E sempre, ai piedi, scarpe basse: un segno di umiltà, forse. O di verità.

Mentre Ludovico Einaudi suona “Nuvole Bianche” e “Divenire”, ogni passo sulla passerella sembra una nota, ogni volto un ricordo, ogni abito una dedica. Quando Agnes Zogla, musa del designer, chiude la sfilata, la sala intera si alza in piedi. In silenzio. Con gratitudine.

In prima fila, le icone del cinema che Armani ha vestito e amato: Cate Blanchett, Glenn Close, Spike Lee, Richard Gere – indimenticabile in American Gigolò, look ora esposto accanto a Bernardino Luini. Tutti lì, non per un semplice evento di moda, ma per onorare una vita intera dedicata all’eleganza.

Accanto a loro, alcuni tra gli stilisti internazionali più noti come: Paul Smith, Dries Van Noten, Dean & Dan Caten. Nessuno ha voluto mancare. Nessuno avrebbe potuto. “Rispetto. Questo è ciò che siamo venuti a dimostrare”, ha detto Dean Caten. “Nessuno lo meritava più di lui”, ha aggiunto Dan. In passerella anche alcune delle sue modelle storiche come Daniela Pestova, Markus Vanderloo, Gina Di Bernardo. In platea, una delle donne Armani per eccellenza e sua musa del passato, Antonia Dell’ Atte, ancora Federica Pellegrini con Matteo Giunta, Giuseppe Tornatore, Laura Mattarella, Liliana Segre, Tony Servillo, Margherita Buy, Paola Cortellesi, Valeria Mazza, Lilly Gruber e tanti altri volti noti del nostro cinema, sport e televisione.

La mostra “Giorgio Armani: Milano, Per Amore”

Oltre la passerella, il tributo continua: la mostra “Giorgio Armani: Milano, Per Amore” accosta 129 capi iconici dello stilista ai capolavori del Rinascimento italiano. È la prima grande retrospettiva di moda mai allestita a Milano, un onore che nessun altro aveva ricevuto prima. Perché nessun altro era Giorgio Armani.

Fino all’11 gennaio 2026, la mostra sarà aperta al pubblico. Un pellegrinaggio per chi crede ancora che la moda sia una forma d’arte, e che l’eleganza sia una questione di spirito, prima ancora che di stile.

Al termine della serata, Leo Dell’Orco, compagno di una vita, e Silvana Armani, nipote e anima della maison, escono in silenzio, accompagnati dalle note di Einaudi. Non ci sono altre parole da dire. Solo un vuoto da sentire.

Lo stilista che ha vestito oltre cento film, che ha rivoluzionato il guardaroba maschile e femminile con un gesto gentile e deciso, che ha trasformato l’essenziale in iconico, ha lasciato il suo ultimo sogno in eredità. E lo ha fatto con la discrezione che lo ha sempre definito.

Come lui nessuno mai. Perché Giorgio Armani non era solo un designer. Era un linguaggio. Un modo di camminare nel mondo. Un abito che raccontava chi volevamo essere.

E ora che Milano gli ha detto addio, resta una certezza: il suo stile non morirà mai. Perché l’eleganza vera è eterna. Come lui. Nel firmamento di Stelle, risplende l’ inimitabile blu Armani. Per sempre.

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