L'ansia complica i pensieri

Salute mentale

“Diritto a Stare Bene”: una proposta per riconoscere il benessere psicologico come diritto fondamentale

Una proposta di legge intende colmare un vuoto strutturale e culturale: fare della psicologia una leva strategica per la promozione della salute, della coesione e della dignità. Un investimento pubblico per il benessere psicologico come diritto, come responsabilità collettiva

5 Dicembre 2025
La Casa della Psicologia dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha ospitato ieri sera – martedì 2 dicembre – alcuni dei promotori dell’iniziativa “Diritto a Stare Bene”, nata per riconoscere il benessere psicologico come diritto fondamentale. L’associazione “Pubblica” ha infatti presentato una proposta di legge che ha già raccolto oltre 50.000 firme a sostegno della sua discussione in Parlamento. Si tratta di un movimento nato dal basso, che ha coinvolto cittadini, associazioni e numerosi psicologi lombardi iscritti all’Ordine, uniti dall’impegno a diffondere una cultura della salute mentale come bene comune e accessibile a tutti.
La proposta di legge intende colmare un vuoto strutturale e culturale: fare della psicologia una leva strategica per la promozione della salute, della coesione e della dignità. Un investimento pubblico per il benessere psicologico come diritto, come responsabilità collettiva, come strumento per costruire comunità più forti, inclusive, produttive e resilienti.
A confrontarsi sulla necessità di far sì che la salute mentale diventi parte integrante del Sistema Sanitario Nazionale, superando l’attuale logica del bonus una tantum da cui restano di fatto esclusi migliaia di richiedenti, la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia Valentina Di Mattei, Lamberto Bertolè, assessore Welfare e Salute Comune di Milano, Francesco Maesano, giornalista Rai e coordinatore della campagna,
Elisabetta Camussi, psicologa, professoressa associata di psicologia sociale, Università di Milano Bicocca e componente del Comitato Scientifico “Diritto a stare bene”, Greta Stucchi, coordinatrice dei volontari della Lombardia, Laureata in Scienze Psicosociali della Comunicazione, attiva nel Global Mental Health Action Network, Giulia Stucchi, coordinatrice dei volontari di Monza e Brianza, psicologa e specializzanda al terzo anno in Psicologia della Salute presso l’Università La Sapienza di Roma Klaus (Tudor Laurini), content creator, produttore musicale e “viandante contemporaneo” e Simona Silvetro, segretaria, referente per il Consiglio OPL.
“Abbiamo ospitato i promotori della campagna “Diritto a Stare Bene” con cui OPL condivide la necessità di investire in iniziative che vadano a beneficio del benessere psicologico e della salute mentale per i cittadini. Come Ordine siamo quotidianamente impegnati in progetti che allarghino il campo della salute mentale con interventi condivisi ad esempio nelle scuole e nei luoghi di cura affinché si arrivi a rendere strutturale la figura dello psicologo di base accessibile a tutta la popolazione. Come psicologi ribadiamo che la salute mentale è un diritto fondamentale, non un privilegio. Investire in questo ambito significa investire nel futuro delle persone, delle comunità e dell’intero sistema Paese.”, ha dichiarato la professoressa Valentina Di Mattei.
“Troppo spesso – dichiara l’assessore Bertolé – l’accesso alle opportunità di cura e benessere psicologico è condizionato dal reddito: un principio che non possiamo accettare perché significa considerare la salute mentale un tema di serie B. Per questo motivo, l’impegno è ribadire, attraverso le norme e le politiche quotidiane, che si tratta invece di un bene comune che va tutelato. Uno sforzo che deve vedere in prima fila le istituzioni, a partire dal Governo, e tutto il tessuto sociale e produttivo della società. L’impegno di Milano, in questi anni, ha favorito la costruzione di un sistema che prendesse in carico le fragilità prima della cronicizzazione: abbiamo investito 4 milioni di euro in progetti sul benessere mentale, ma c’è assolutamente bisogno che lo Stato risponda presente, sia dal punto di vista delle risorse che dell’affermazione del diritto alla salute come imprescindibile”.
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