Salute mentale

La selezione psichica permanente

25 Gennaio 2020

Quando Darwin, che sicuramente era una “brava”persona, costruì l’ipotesi della selezione naturale, forse non sospettava l’uso smodato e spesso cruento che si sarebbe fatto di questo concetto, per giustificare la persecuzione di tante minoranze. È stato un aspetto storico che grondava e gronda ancora sangue.

Ma c’è qualcosa d’altro che si affianca, sia pure con conseguenze meno violente e crudeli. C’è qualcosa che non solo è un efficace supporto a quelle persecuzioni alle quali prima si è accennato, ma che vive di una propria autonomia florida e più o meno giustificabile. E cioè la selezione, conscia o inconscia, di una continua valutazione selettiva delle differenze tra le persone, differenza fisica, di ruolo e posizione sociale, di sesso, di età, di salute, di caratteristiche psicologiche. Questa continua ricollocazione che noi facciamo degli altri e che gli altri (mi dispiace…) fanno di noi, sembra che rappresenti il condimento quotidiano della giornata di ognuno. Anzi, forse possiamo dire che ci nutriamo di continue gerarchizzazioni valutative, nel bene e nel male.

Forse un giorno quando capiremo bene come veramente funzionano i nostri neuroni (o forse ce lo spiegheranno i marziani) potremo cercare di identificare se strutture paranoico-valutative sono dentro di noi, frutto – come il buon Darwin insegna – di una lotta per sopravvivere. Per ora possiamo solo fare l’ipotesi psichica che la tendenza alla valutazione e quindi alla selezione, sia attiva dentro di noi proprio per una compulsione paranoica, non solo funzionale ad identificare il possibile nemico, ma anche ad assicurarci una posizione gerarchicamente soddisfacente.

Ma forse tutta la macchina psichica non fa che agire per strutturazioni, classificazioni, collocazioni dell’enorme materiale esperienziale che si è accumulato e continua ad accumularsi per le nuove percezioni riorganizzando collegamenti e quella funzione che ora è così di moda e cioè dare ulteriore senso e significato (il che lo capisco solo, da freudiano, se “marcato” dal banale schema di riferimento: piacere e sofferenza).

Tante ideologie che continuamente si intrecciano nella nostra vita non fanno che rafforzare la nostra tendenza selettiva. Che sia il misto di ammirazione e di invidia per chi ha successo, nello spettacolo, nello sport, nella vita pubblica, o l’atteggiamento pseudo-comprensivo  per chi è brutto, storpio, malato, povero, e altre “sventure”umane, continuamente scatta il meccanismo selettivo per il quale abbiamo l’illusione di salvarci. Ma proprio quando pensiamo, con un po’ di compiacenza narcisistica, che dopo tutto siamo in una buona posizione nella gerarchia della vita, la nera “nube”della depressione sempre in agguato, si infiltra e svuota ogni maniacale virtuosità. Però, per i saggi meccanismi di sopravvivenza, attraverso dinieghi e maniacalità, per i più fortunati, si può continuare. C’è un detto militare che dice «l’armata marcia sempre». Così si continua a marciare.

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