
Sanità
Il Gruppo San Donato chiude il 2024 con ricavi boom a 2,57 miliardi
Il Gruppo San Donato, operatore leader della sanità privata italiana, ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 2,57 miliardi di euro w un margine operativo lordo di 323 milioni (+ 40%)
Il Gruppo San Donato, operatore leader della sanità privata italiana, ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 2,57 miliardi di euro, in crescita di quasi il 30% rispetto agli 1,978 registrati l’anno precedente, un margine operativo lordo di 323 milioni (+ 40%). La crescita dei ricavi e della marginalità, spiega una nota del gruppo, che ha recentemente acquisito i due gruppi polacchi American Heart of Poland e Scanmed.è stata guidata principalmente dall’incremento della quota di fatturato relativa ai pazienti solventi, dalle acquisizioni in Polonia, dalla piena operatività dei due nuovi poli ospedalieri, l’Iceberg del San Raffaele e il nuovo Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, dalla gestione degli ospedali in Iraq e le attività di efficientamento operativo e organizzativo, tramite la centralizzazione di attività trasversali e lo snellimento della governance.
«Questo è un gruppo che sa perfettamente dove vuole andare e sa da dove viene. Un gruppo che registra 5,8 milioni di pazienti trattati nell’ultimo anno, in 161 strutture sanitarie di cui 58 in Italia, con oltre 8.000 posti letto, 11.000 medici che gestiscono tra l’altro 250.000 accessi in pronto soccorso», ha commentato Angelino Alfano, presidente del Gruppo San Donato, già ministro nei governi Berlusconi, Letta e Renzi «Oggi Gruppo San Donato mira alla riduzione significativa dell’incidenza delle malattie e a democratizzare l’accesso alla salute e al benessere, rendendoli più facilmente accessibili a tutti, attraverso soluzioni innovative e sostenibili nel settore sanitario».
«Completiamo il percorso di razionalizzazione della governance, semplificando maggiormente e rendendo più trasparenti i processi interni, per essere ancora più concentrati sui nostri obiettivi di efficienza e progressione della medicina moderna. Il tutto valorizzando la fedeltà e la crescita dei nostri collaboratori», ha aggiunto Paolo Rotelli, vicepresidente del Gruppo San Donato. «Esportare il know-how sanitario italiano è una missione in cui credo profondamente. Parliamo di un sistema fondato su competenze mediche d’eccellenza, capacità gestionale e valori umani. Condividerlo con altri Paesi, soprattutto in aree come il Medio Oriente, significa promuovere non solo benessere, ma anche stabilità, cooperazione e diplomazia», ha detto Kamel Ghribi, vice presidente del Gruppo San Donato.
Secondo Rotelli, le recenti scelte dell’amministrazione americana nel campo accademico e della ricerca avvantaggeranno il gruppo: «Stiamo investendo in varie aree, come il diabete, le maculopatie e il trattamento di patologie neurologiche come le demenze. Tutti noi potremo invecchiare con più tranquillità. Siamo nella top 10 per qualità della ricerca a livello internazionale e ringrazio Trump per aver cancellato i finanziamenti a tanti istituti stranieri”, perché “possiamo fare la lista della spesa e da Harvard portare tanti ricercatori al San Raffaele». Rotelli non si è invece sbilanciato sull’ingresso di nuovi soci: «Non è una cosa nuova parlare con fondi o altri gruppi ospedalieri. Incontriamo fondi e investitori, potenziali partner ogni settimana. Quando troveremo partner perfetto apriremo il capitale».
È stato inoltre completato il processo di riorganizzazione, con una governance aziendale snellita. Tutti i consigli di amministrazione delle società operative sono stati sostituiti da amministratori unici, mentre nel cda della holding siedono, oltre ad Alfano presidente e ai tre vice Paolo Rotelli, Marco Rotelli e Kamel Ghribi, l’amministratore delegato Marco Centenari, cresciuto nel gruppo, i consiglieri Augusta Iannini (già magistrato, moglie del giornalista Bruno Vespa) e l’avvocato Nicola Grigoletto.
Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, secondo cui dovremmo «imparare a vedere l’erogatore di natura privata di un servizio pubblico non piu’ come un antagonista, ma come parte integrante di un sistema sanitario che deve rispondere alle esigenze di tutti i cittadini ed e’ anche tempo di riconoscere questo valore».
Paolo Rotelli ha inoltre chiesto più risorse per la sanità: «Ci vogliono 30 miliardi in più in sanità, non in missili… se vogliamo che in Italia non ci siano più liste d’attesa, aggiungiamo 30 miliardi al Fondo sanitario nazionale, è importante aumentare il budget. La Francia e la Germania spendono il 9-10% del Pil in salute e non ci sono 2 anni di attesa, l’Italia spende il 7 per cento. Come vogliamo curare le persone spendendo così poco?». Una richiesta di cui il ministro della Salute Orazio Schillaci, presente in videocollegamento, deve aver certamente preso nota, vista la stima manifestata al principale operatore privato della sanità italiana. «I traguardi raggiunti finora che sono il frutto di una visione che coniuga competenza, responsabilità sociale, capacità di evoluzione – ha detto Schillaci. I numeri che oggi presentate dimostrano un’attività importante a livello nazionale e internazionale, che ha sviluppato cure di qualità, eccellenze cliniche in tanti ambiti e che si fonda su concetti chiave come innovazione, sostenibilità in primis e centralità della persona».
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