Li chiamano eroi, ma non li pagano
È la più grande residenza italiana per anziani e disabili. Si trova a Cesano Boscone, alle porte di Milano, si chiama Sacra Famiglia, a meno di quattro chilometri dallo stadio di San Siro. Oltre 2000 lavoratori che si occupano di persone della terza età e di disabili. Una vero e proprio paese dentro una città, Cesano Boscone appunto, appoggiata praticamente al capoluogo lombardo.
A circa la metà di questi lavoratori Sacra famiglia deve pagare gli arretrati per il rinnovo del contratto Aris: circa 1000 Euro a testa. Promessi in busta paga a Ottobre, non ottemperati a Novembre, l’azienda non sa dire con precisione se e quando pagherà. Enrica Gabelli e Rossana Costa, due lavoratrici dell’Istituto, raccontano nell’intervista che potete vedere qui sotto l’inottemperanza contrattuale, le difficoltà nel lavorare in condizioni difficilissime a causa del Covid e dello sgomento che si prova quando ti vedi privato di un diritto e di una legittima remunerazione. Soldi che una famiglia ha messo a budget per spese di casa.
Walter Gelli, responsabile nazionale della Sanità della Confederazione Unitaria di Base, spiega anche che Sacra Famiglia ad un certo punto avrebbe motivato il mancato pagamento a seguito dell’incertezza provocata dal Ministero delle Finanze, per cui non si capisce se il pagamento del dovuto vada anche tassato o no. “La nostra proposta, dice Gelli, è stata quella di cominciare a pagare il dovuto trattenendo l’eventuale tassazione, e in caso di successiva verifica nel caso non fosse prevista l’azienda potrebbe pagare la restante parte con un conguaglio”.
Dall’azienda nessuna risposta. I lavoratori non solo non sono stati premiati, malgrado tutti li abbiano chiamati eroi durante la prima ondata di pandemia. Ma non hanno preso neppure i soldi che gli spettavano.
Naturalmente silenzio sui media, nelle istituzioni, e persino sui social.
Andrà tutto bene, come no.
Ecco le interviste alle lavoratrici
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