Matite spezzate

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8 Gennaio 2015

Un mondo sempre più complicato, reso difficile dalla paura del confronto tra culture diverse: questo è il senso di desolazione che rimane dentro dopo le immagini tragiche dell’assalto terrorista a Charlie Hebdo.

È terrorismo perché vuole negare l’idea stessa di convivenza e di dialogo, annientando l’informazione, la satira e la critica.

Eppure ti resta dentro l’amarezza di comprendere che abbiamo buttato al vento gli ultimi decenni, arroccandoci in una superiorità inesistente, credendo che non fosse necessario investire nella formazione delle nuove generazioni.

Non si tratta di intelligence e di sicurezza militare ma della capacità di una nazione di formare cittadini consapevoli, in grado di stare al passo con i tempi, in un mondo che cambia e che richiede una marcia in più.

Non abbiamo investito in cultura, in programmi di internazionalizzazione e di integrazione: abbiamo fatto della nostra idea di occidente un alibi che ha impedito che la nostra società evolvesse.

Nelle scuole non si insegna geografia, la geo-politica non si sa neppure cosa sia, le lingue straniere sono rimaste un lusso; per non parlare delle competenze e abilità nel comprendere le notizie e le informazioni.

La politica e il dialogo sembrano, per i giovani, una pratica da evitare, dove gira solo la corruzione e l’interesse privato: il dibattito è quello dei talk show dove ha ragione chi urla più forte e dice le cose più estreme. Per tutto il resto ci sono le fiction e i reality, con distinzioni dalla realtà che a volte è difficile trovare.

Molti guardando sui social network le immagini dell’attentato di ieri avranno pensato di vedere un videogame, non capendo neanche bene perché un vignettista satirico dovesse rappresentare un obiettivo da colpire.

Stiamo facendo crescere una generazione che non ha gli strumenti per affrontare un mondo complesso, dove le frontiere non sono limiti invalicabili ma dovrebbero essere delle opportunità: chi ne ha i mezzi va via, alimentando il flusso di cervelli in fuga, gli altri restano qui, abbandonati, in un paese che non riesce a trovare la strada per il futuro.

Riflettiamoci, bene e a fondo, per comprendere il valore della libertà e della democrazia che l’Europa ha voluto costruire, dove l’Unione non fosse soltanto un’unità amministrativa ma la capacità di creare un futuro. Quelle matite spezzate rappresentano la vita dei giornalisti e dei poliziotti trucidati da una mano folle e criminale ma anche il rischio che corre la libertà di ciascuno di noi. Per questo bisogna continuare a essere tutti Charlie.

 

TAG: charlie hebdo, europa, Formazione, scuola
CAT: scuola

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