Il Suono della Caduta Al Teatro Ringhiera

L’Accademia Arte della Diversità è un progetto che unisce la creazione artistica all’inclusione sociale in ottica professionalizzante. La compagnia è nata dalla lunga collaborazione tra lo […]
“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo”.
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“Beh, ecco, se mi posso permettere, spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande”.
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“La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica, giusto? Occorre superare le divisioni fra capitale e lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. A volte, quando lavoro fino a tardi vedo le luci degli operai che fanno il doppio turno, degli impiegati, degli ingegneri, e mi viene voglia di andare a porgere un saluto pieno di riconoscenza”.
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Adriano Olivetti
Scuola Open Source significa uno spazio dedicato all’innovazione, sociale e tecnologica, dove svolgere didattica e ricerca, follow-up del laboratorio di ricerca e coprogettazione XYLAB (nato nell’ambito dell’iniziativa Laboratori dal Basso promossa dalla Regione Puglia); un hackerspace, luogo in cui persone con interessi comuni nei campi dell’artigianato, tecnologia, scienza, arti visuali e poetiche, editoria, robotica, domotica, biologia ed elettronica e non solo, possano incontrarsi, socializzare e/o collaborare; un centro di promozione del riuso in cui effettueremo un servizio di raccolta per oggetti con tecnologia obsoleta al fine di promuoverne un riuso intelligente; un FabLab: una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale, dotato di una serie di strumenti di prototipazione (stampa 3d, taglio laser, etc.). Uno spazio di ricerca, formazione e co-progettazione aperto a tutti 24 ore al giorno, dove ciascun partecipante, che ha accesso allo spazio tramite tesseramento, si impegna con un gentlemen’s agreement (un atto con il quale ciascuno aderisce ai principi che ispirano il luogo) a preservarlo, mantenerlo accessibile e in funzione, e se possibile, migliorarlo. Si coabita e si condivide il luogo con gruppi formali e informali, animandolo con idee, eventi e progetti.
La Scuola è finalizzata alla produzione, distribuzione e fruizione della cultura dell’innovazione (tecnologica e sociale) in modalità Open Source: oltre a stimolare la nascita di spinoff e progetti di ricerca e a offrire uno spazio di co-living e co-working in cui poter fruire delle esternalità positive delle attività che promuove, organizza corsi di formazione modulati in base ai diversi target ai quali si rivolge (ragazzi, studenti, ricercatori, professionisti, manager, curiosi, decisori e politici):
• moduli ottenuti da progetti di ricerca interna/propria, gratuiti con numero chiuso e selezione su CV e portfolio, si svolgono in loco: durano 15 giorni, ci si iscrive online.
• moduli generalisti per tutti, di breve durata, senza numero chiuso: hanno un fee di accesso, si svolgono in loco e vengono distribuiti anche su web, ci si iscrive online.
• moduli ad hoc per amministratori, politici e manager, sessioni intensive, numero chiuso/posti limitati: hanno un fee di accesso, si svolgono in loco, ci si iscrive online.
La didattica sarà connessa alla ricerca, permettendoci di utilizzare argomenti e docenti coinvolti nei progetti di ricerca per lo sviluppo di moduli didattici, aumentando così l’efficacia degli stessi progetti, riducendone l’impatto economico complessivo. Questo format, connesso alle altre attività (coliving e spinoff) genera un contesto virtuoso dove far gemmare specializzazioni, costruire una comunità solidale, e condividere conoscenza e cultura dell’innovazione, aumentandone la quantità in circolo. Se la Scuola è Open Source significa che rilasceremo “il sorgente”, la coprogetteremo assieme a chi ci vorrà aiutare, la costruiremo con la comunità che l’abiterà. Se è vero che “non esiste una ricetta”, possiamo però costruire un archivio di buone pratiche e format, che possa essere utile e d’ispirazione ad altri. (Magari con un bel sistema di versioning).
Abbiamo bisogno di tutti voi per poter creare la prima scuola open source del mondo, ispirata ai principi di Adriano Olivetti, della Bauhaus, della comunità di Roycroft. Per aiutarci serve innanzi tutto un voto, qui: http://goo.gl/2IZcNj – infine abbiamo bisogno che racconti ai tuoi amici del progetto. La nostra comunicazione è essenzialmente basata sul passaparola, ed è quindi fondamentale alimentare il processo per aumentare la diffusione di questo “messaggio nella bottiglia”.
– Foto di Tommaso Carmassi
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