La Scuola Open Source

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15 Settembre 2015

“Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo”.

“Beh, ecco, se mi posso permettere, spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande”.

“La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica, giusto? Occorre superare le divisioni fra capitale e lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. A volte, quando lavoro fino a tardi vedo le luci degli operai che fanno il doppio turno, degli impiegati, degli ingegneri, e mi viene voglia di andare a porgere un saluto pieno di riconoscenza”.

Adriano Olivetti

 

guarda il video appello

 

Siamo una comunità: artigiani digitali, maker, artisti, designer, programmatori, pirati, progettisti, sognatori e innovatori. Vogliamo creare una scuola d’innovazione sociale e tecnologica, e vogliamo che questo cambi il mondo.

 

Scuola Open Source significa uno spazio dedicato all’innovazione, sociale e tecnologica, dove svolgere didattica e ricerca, follow-up del laboratorio di ricerca e coprogettazione XYLAB (nato nell’ambito dell’iniziativa Laboratori dal Basso promossa dalla Regione Puglia); un hackerspace, luogo in cui persone con interessi comuni nei campi dell’artigianato, tecnologia, scienza, arti visuali e poetiche, editoria, robotica, domotica, biologia ed elettronica e non solo, possano incontrarsi, socializzare e/o collaborare; un centro di promozione del riuso in cui effettueremo un servizio di raccolta per oggetti con tecnologia obsoleta al fine di promuoverne un riuso intelligente; un FabLab: una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale, dotato di una serie di strumenti di prototipazione (stampa 3d, taglio laser, etc.). Uno spazio di ricerca, formazione e co-progettazione aperto a tutti 24 ore al giorno, dove ciascun partecipante, che ha accesso allo spazio tramite tesseramento, si impegna con un gentlemen’s agreement (un atto con il quale ciascuno aderisce ai principi che ispirano il luogo) a preservarlo, mantenerlo accessibile e in funzione, e se possibile, migliorarlo. Si coabita e si condivide il luogo con gruppi formali e informali, animandolo con idee, eventi e progetti.

 

La Scuola stessa, al suo incipit, sarà oggetto di un apposito laboratorio di ricerca e coprogettazione: XYZ, che affronterà il tema progettuale della Scuola Open Source, su tre assi: l’identità (X), lo spazio (Y), i processi (Z).

 

La Scuola è finalizzata alla produzione, distribuzione e fruizione della cultura dell’innovazione (tecnologica e sociale) in modalità Open Source: oltre a stimolare la nascita di spinoff e progetti di ricerca e a offrire uno spazio di co-living e co-working in cui poter fruire delle esternalità positive delle attività che promuove, organizza corsi di formazione modulati in base ai diversi target ai quali si rivolge (ragazzi, studenti, ricercatori, professionisti, manager, curiosi, decisori e politici):

• moduli ottenuti da progetti di ricerca interna/propria, gratuiti con numero chiuso e selezione su CV e portfolio, si svolgono in loco: durano 15 giorni, ci si iscrive online.

• moduli generalisti per tutti, di breve durata, senza numero chiuso: hanno un fee di accesso, si svolgono in loco e vengono distribuiti anche su web, ci si iscrive online.

• moduli ad hoc per amministratori, politici e manager, sessioni intensive, numero chiuso/posti limitati: hanno un fee di accesso, si svolgono in loco, ci si iscrive online.

 

Le commesse per progetti di ricerca vengono divise in moduli didattici, il lavoro è svolto da docenti, tutor e studenti, in modalità cooperativa.

 

La didattica sarà connessa alla ricerca, permettendoci di utilizzare argomenti e docenti coinvolti nei progetti di ricerca per lo sviluppo di moduli didattici, aumentando così l’efficacia degli stessi progetti, riducendone l’impatto economico complessivo. Questo format, connesso alle altre attività (coliving e spinoff) genera un contesto virtuoso dove far gemmare specializzazioni, costruire una comunità solidale, e condividere conoscenza e cultura dell’innovazione, aumentandone la quantità in circolo. Se la Scuola è Open Source significa che rilasceremo “il sorgente”, la coprogetteremo assieme a chi ci vorrà aiutare, la costruiremo con la comunità che l’abiterà. Se è vero che “non esiste una ricetta”, possiamo però costruire un archivio di buone pratiche e format, che possa essere utile e d’ispirazione ad altri. (Magari con un bel sistema di versioning).
 

Stiamo partecipando al bando #chefare e siamo stati selezionati tra oltre 700 progetti provenienti da tutta italia. Adesso siamo in lizza per la fase 2 del bando, durante la quale occorre raccogliere quanti più voti possibili sul sito di #chefare.

 

Abbiamo bisogno di tutti voi per poter creare la prima scuola open source del mondo, ispirata ai principi di Adriano Olivetti, della Bauhaus, della comunità di Roycroft. Per aiutarci serve innanzi tutto un voto, qui: http://goo.gl/2IZcNj – infine abbiamo bisogno che racconti ai tuoi amici del progetto. La nostra comunicazione è essenzialmente basata sul passaparola, ed è quindi fondamentale alimentare il processo per aumentare la diffusione di questo “messaggio nella bottiglia”.

 

“l’innovazione è sempre sociale, altrimenti è speculazione sull’ignoranza degli altri – la conoscenza è magica, se la condividi aumenta”.

 

 

→ il sito della progetto

il concept inviato a CheFare

→ unisciti a noi

vota adesso su CheFare

→ la classifica in tempo reale

→ lo storico dei voti

 

 

 

– Foto di Tommaso Carmassi

TAG: fablab, hacker, hackerspace, innovazione, making, sharing economy, sociale, tecnologia
CAT: scuola, Sharing economy

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