schlein und pride

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5 Giugno 2023

Un giorno il pride sarà obsoleto come lo è diventata la festa della donna, ma quel giorno non è ancora arrivato.

Intanto qualcuno dica ad Arisa che la sua mamma severa al pride non ci andrà mai. La cantante, dopo essere caduta in una serie di dichiarazioni nonsense, ha completato la sua personale parabola dell’incomprensione invitando la premier al pride, senza rendersi conto che è più probabile ci vada il papa.

E per una madrina che se ne va cento ne arrivano e poiché sono lontanissimi i tempi in cui si faceva fatica a trovare qualcuno che venisse a cantare a un pride nazionale, oggi il motto Liberté Egalité Beyoncé riassume perfettamente quanto la macchina dell’intrattenimento funzioni con un carburante LGBTQ+.

Cosa diversa è invece l’occasione politica, che può diventare un’imboscata oppure un trampolino. Ma visto che l’ambizione moralistica di questo governo è anche il suo tallone d’Achille, male farebbe la Schlein a non cavalcare l’onda della parata.

Sempre osserviamo che all’esercizio del potere il governo fa seguire una predica solenne: le nomine rai che diventano sinonimo di liberazione della cultura italiana, la maternità surrogata che la commissione giustizia punta a dichiarare reato universale.

Più che fratelli d’Italia dovremmo parlare degli Avengers, una lega di supereroi che vogliono liberare il mondo dal male, e tra questi fratelli l’unico uomo che può guidarli è una donna, che ha, guarda caso, imposto pronomi maschili nelle comunicazioni ufficiali.

A ognuno i suoi asterischi.

 

 

 

 

 

 

TAG: arisa, Elly Schlein, giorgia meloni, Pride Month
CAT: società

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