Cieli in saldo

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13 Febbraio 2019

Ieri sera, tornando da un viaggio di lavoro, ho deciso di andare a casa a piedi dalla stazione: ero stanco, sì, ma avevo anche voglia di fare 4 passi.

Dalla stazione mi sono incamminato per Piazza Carlo Felice, e da lì in Via Roma; era da tempo che non la percorrevo di sera, e quel che ho visto mi ha lasciato di sasso. Nonostante i servizi dei telegiornali regionali avessero parlato del fenomeno, vedere di persona le decine e decine di senzatetto sdraiati sul pavimento di marmo liscio e pulitissimo della via centrale della mia città mi ha costretto a rallentare il passo e a osservare meglio.

Nel tratto di Via Roma che va da Piazza Carlo Felice a Piazza San Carlo ne ho contati 32.

32 tra uomini e donne, chi seduto, chi sdraiato, chi intento a chiacchierare con i volontari che portano coperte o cibo o anche solo il calore di quattro parole.

Uno strabismo sociale, un contrasto di strati: pareti fatte con cartoni per ripararsi dal freddo, tablet accesi, confezioni di vino da discount appoggiate ai rilievi in marmo degli ingressi dei negozi di lusso. Bicchierini da caffè e stracci, e cani accucciati che vegliano i loro padroni/amici, ciotole di riso thai condivise tra una donna asiatica e un ubriaco che offre una Moretti. E i neon, le insegne, i cartelli dei saldi.

25%, 50%, 75%

Sneakers Adidas sistemate in ordine fuori dai rifugi temporanei e notturni, e stracci, calzettoni e infradito di plastica, buste di plastica e nastro isolante per unire le giunture del cartone e contrastare gli spifferi gelati.

Non so bene che dire con questo: non ho certamente soluzioni o cose particolarmente intelligenti da dire; ho camminato e camminato, e continuavo a ripetermi che no, non pensavo che fosse così, qui. Che non fosse così grave, così esteso, così ‘normale’.

Invece è così, ed è qui, grave ed esteso. Io l’ho visto.

TAG: povertà, senzatetto, società, Torino
CAT: società, Torino

Un commento

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  1. lina-arena 5 anni fa

    Per parte mia ho assistito a scene ancora più mortificanti di senza tetto che dormono su un cumulo di coperte di Pile ,magari insieme al cagnolino, accanto alle porte di ingresso di un’agenzia dell’UNICREDIT a Catania in piazza Verga. La scena è allucinante ed ignobile, specie per il cliente della Banca, che dopo aver fatto una buona colazione, si reca dal suo consulente bancario per il solito investimento quotidiano. Possibilmente frodando il prossimo. Tuttavia rimane un signore o una signora che dispongono di denaro e che hanno dormito sotto un tetto con il conforto del termosifone. La visione quotidiana di questa scena mi ha indotto a scrivere al locale quotidiano per invitare il direttore dell’agenzia bancaria a pagare una stanza del noto albergo cittadino , allogato nello stesso edificio dove la Banca ha i suoi tesori, ed ospitare il senzatetto. ( ostinato a non dormire alla Caritas) in un vano dedicato agli umani .Il diorettore dell’agenzia avrebbe evitato ai suoi clienti lo spettacolo, penoso, doloroso ma necessario, di chi non dispone di un castelletto bancario e trascorre le notti a far la guardia, senza compenso, dei tesori altrui.

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