Papa Leone XIV

Società

Papa Leone: «I migranti che cercano terra ferma non trovino indifferenza o discriminazione»

Nel Giubileo a loro dedicato, Papa Leone XIV propone una visione di missione che non parte, ma resta. E si prende cura delle nuove frontiere della fede: i migranti, la crisi, l’attesa.

5 Ottobre 2025

Trentamila persone hanno sfidato la pioggia questa mattina in Piazza San Pietro per partecipare alla Messa presieduta da Papa Leone XIV in occasione del Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti. Un momento forte, simbolico e ricco di significato. Nel corso di un’omelia densa di temi caldi per la Chiesa e per le società contemporanee(leggi qui il testo integrale), il Pontefice ha rilanciato una visione nuova – ma profondamente radicata – di missione: non più solo partire, ma restare. E abitare le frontiere del dolore e della speranza, che spesso hanno il volto dei migranti.

«La vocazione missionaria nasce dal desiderio di portare a tutti la gioia e la consolazione del Vangelo, specialmente a coloro che vivono una storia difficile e ferita», ha detto Papa Leone, ricordando tra questi «i fratelli migranti, che hanno dovuto abbandonare la loro terra, attraversando le notti della paura e della solitudine».

Una saldatura profonda unisce oggi missionari e migranti: il viaggio verso l’altro, spesso segnato dalla fatica, dallo sradicamento, dalla vulnerabilità. «Se per lungo tempo alla missione abbiamo associato il “partire” verso terre lontane, oggi le frontiere non sono più geografiche: è la povertà che viene verso di noi».

Lo testimonia la storia di tanti migranti, ha continuato il Pontefice, «il dramma della loro fuga dalla violenza, la sofferenza che li accompagna, la paura di non farcela, il rischio di pericolose traversate lungo le coste del mare, il loro grido di dolore e di disperazione: fratelli e sorelle, quelle barche che sperano di avvistare un porto sicuro in cui fermarsi e quegli occhi carichi di angoscia e speranza che cercano una terra ferma in cui approdare, non possono e non devono trovare la freddezza dell’indifferenza o lo stigma della discriminazione».

Parole che rimandando immediatamente a quelle del suo predecessore Francesco, a causa delle quali il Pontefice argentino era divenuto bersaglio costante degli ambienti clericali e laici xenofobi che si nascondevano dietro la foglia di fico del tradizionalismo. Proprio pochi giorni fa, del resto, stimolato dai giornalisti mentre lasciava Castel Gandolfo, Leone aveva detto: «Chi dice di essere contrario all’aborto ma favorevole alla pena di morte non è realmente pro-vita. Allo stesso modo, qualcuno che dice di essere contrario all’aborto ma d’accordo con il trattamento disumano riservato agli immigrati che si trovano negli Stati Uniti, non so se sia pro-vita».

È un cambio di paradigma radicale, che interpella le Chiese, soprattutto in Occidente. Leone XIV non lo nasconde: «Nelle comunità di antica tradizione cristiana, la presenza di tanti fratelli e sorelle del Sud del mondo dev’essere colta come un’opportunità, per uno scambio che rinnova il volto della Chiesa».

Il Papa ha insistito sull’importanza di “restare”, verbo oggi controculturale. Restare a fianco di chi arriva da terre martoriate, senza chiudersi nella “comodità dell’individualismo”; restare per annunciare il Vangelo attraverso gesti concreti di compassione, accoglienza, fraternità. «Restare per guardare in faccia coloro che arrivano e accoglierli come fratelli, essere per loro una presenza di consolazione e speranza».

L’omelia si è poi soffermata sul grido del profeta Abacuc – «Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti?» – per raccontare il dolore silenzioso dei popoli in fuga, e la fede che ne può nascere. «Dio sembra assente, come ricordava Papa Benedetto XVI. Eppure, proprio in quel silenzio, nasce la speranza: “Il giusto vivrà per la sua fede”».

Il Vangelo di oggi – ha spiegato Leone XIV – invita a credere nella forza mite della fede, quella che non si impone, ma trasforma: «Ne basta quanto un granello di senape per fare cose impensabili, perché reca in sé la forza dell’amore di Dio».

Un amore che chiama alla responsabilità. «Tanti missionari e credenti lavorano al servizio dei migranti, promuovendo una cultura della fraternità oltre gli stereotipi. Ma questo servizio interpella tutti. Questo è il tempo – ha detto Leone, citando il suo predecessore Papa Francesco – di costituirci in uno “stato permanente di missione” (Evangelii gaudium, 25).».

Due i pilastri su cui fondare questa nuova stagione: cooperazione missionaria tra le Chiese e rinascita vocazionale, in particolare tra i giovani. Non una strategia, ma un’urgenza. E un invito a «offrire il proprio servizio nelle terre di missione, con rispetto e profezia».

Nel concludere, Papa Leone XIV si è rivolto direttamente ai migranti: «Siate sempre i benvenuti! I mari e i deserti che avete attraversato, nella Scrittura sono luoghi della salvezza. Vi auguro di trovare il volto di Dio nelle missionarie e nei missionari che incontrerete». E ha affidato a Maria, prima missionaria del Vangelo, il compito di accompagnare questa nuova stagione di Chiesa: una Chiesa che resta, accoglie, consola e cammina accanto agli ultimi. La continuità con Papa Francesco è lampante, sebbene esposta con un ragionamento che dà più spazio alla complessità. Ma non per questo è meno audace. Tutt’altra. Se per Francesco la Chiesa si faceva missionaria andando sulle frontiere non solo geografiche dell’esistenza, per Leone adesso sono le frontiere stesso che vengono verso di noi. «Non si tratta tanto di “partire”, quanto invece di “restare” per annunciare il Cristo attraverso l’accoglienza, la compassione e la solidarietà (…), restare per guardare in faccia coloro che arrivano da terre lontane e martoriate, restare per aprire loro le braccia e il cuore, accoglierli come fratelli, essere per loro una presenza di consolazione e speranza».

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.