Padri in guerra

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19 Marzo 2022

Adorati figli miei.
Questa sensazione non è nuova, ci convivo mio malgrado da oltre due anni, la avverto senza che si riveli mai apertamente, come una presenza effimera, uno spirito molesto e titubante, che non può ancora mostrarsi in piena luce.
Non vuole, attende il momento propizio, ma so che è lì anche se non posso vederlo e neppure mostrarlo a qualcuno.
La tentazione più forte è anche la paura più grande, essere solo.
Mi rendo conto che qualcosa di terribile è accaduto ed è ormai troppo tardi per preoccuparsi e tentare di rimediare, siamo stati isolati, separati, circoscritti e resi vigliacchi.
Ognuno di noi, che lo voglia o meno, è stato diviso dagli altri, dai suoi amici, dalla famiglia, dalla società ed è costretto a credere di essere solo e ad avere la terribile, fottuta paura che si prova da soli di fronte all’immenso fantasma che ci sovrasta, il destino di morte a cui siamo diretti, tutti.
Ci trasciniamo composti e allineati, uno accanto all’altro formiamo una lunga  fila, ma non siamo mai “insieme”. Ci dirigiamo verso la fine e l’oblio e rimaniamo assorti e chiusi in noi stessi, senza reagire, inesorabilmente soli e terrorizzati.
In apparenza, siamo vittime inermi, incolpevoli, soggiogate da una forza troppo grande contro cui è inutile resistere; siamo stati spezzati e privati di ogni fede.
In realtà, abbiamo dimenticato di avere una scelta e iniziamo a rivolgere la nostra frustrazione contro i nostri simili, mostriamo i denti e adesso siamo pronti ad azzannare il prossimo, a infierire sulla carne dei nostri nemici, su chiunque altro non rispetti la fila, non percorra il nostro pietoso cammino verso il nulla con la testa bassa e lo sguardo spento.
Ognuno è il guardiano del gregge a cui appartiene, a ciascuno è stata dato il compito di controllare che il pensiero comune venga rispettato e gli è conferita la licenza di tradire e l’autorità per punire i renitenti.
Così siamo entrati in guerra, come un esercito di automi senza vita e lo abbiamo fatto perché ci è stato promesso che avremo ancora una vita, se trionferemo.
Siamo tiepidi e senza sangue, pronti ad eseguire ordini insulsi, ma noi siamo i giusti e questo ci basta.
Ci hanno garantito che saranno altri a morire, altri a soffrire, a essere feriti e mutilati e saranno solo gli indegni, i riottosi, gli inferiori e i primitivi riuniti nell’esercito del male.
Tutti colpevoli, rei di aver rifiutato di arruolarsi come noi e di illudersi, di credere e di avere fede.
Questa è una guerra come le altre, necessaria ai padroni del mondo, ma non lo è del tutto.
Siamo stati abituati a vedere il mondo degli altri attraverso il nostro mondo, i morti al di là del vetro, dove non arrivano gli schizzi del sangue e neppure il suo odore acre.
Possiamo fare il tifo, convinti di aver scelto la squadra come abbiamo fatto da bambini sulle spalle di nostro padre e con le mani strette alla sua sciarpa con i colori giusti, quelli dei più, della maggior parte.
Sicurezza, questo ci serve per vivere, e poco male se lo spazio si riduce, qui siamo al sicuro e nessuno deve provare a insidiare questa pace, effimera e falsa, ma familiare.
Pagheremo di più per mantenerla, la pace.
Ci hanno detto che questo è il prezzo inevitabile, dovremo mangiare meno e avremo freddo un po’ ma è nostra la colpa per aver derubato il pianeta delle sue ricchezze come se non dovessero finire mai.
Ci faremo dire dai ragazzi venuti dal Brasile come si ama la terra e come si governano le locuste che hanno causato la carestia.
Austerità e parsimonia saranno lievi perché sono l’antidoto alla nostra colpa.
E infine saremo liberati dalla dipendenza più grande, finalmente qualcuno che è migliore saprà amputare il nostro egoico padrone e toglierci la sete del denaro. Inutile e vorace, il denaro ci ha illusi e condotti nella guerra che minaccia il nostro mondo giusto. Dovremo imparare a vivere senza possederne e a smettere di chiederne,  perché il mondo libero si è regolato da sé e ha trovato tra noi gli eletti, consegnando loro il compito di guidarci.
Il potere di vita e di morte non è un abuso, è una virtù necessaria e solo a quei sacerdoti puri sarà permesso di avere ricchezze.

Quello spirito che rimaneva nascosto si è nutrito a sufficienza e ora si mostra nella sua forma grandiosa e trionfante.
Ma è davvero questo il mondo ?

Non lo è.
Credevamo che fosse solo questione di tempo e che i minori e i diversi che abitano l’altro lato del mondo avrebbero capitolato e si sarebbero lasciati condurre da questa parte.
Del resto, hanno resistito fin troppo nella loro condizione inferiore, comandati da capi del tutto simili a noi che con noi hanno fatto affari, era ormai ora di prenderci anche il loro emisfero.
Ma hanno risposto di no, folli e ingrati.
Facciamo la guerra, quindi.
Anzi, la facciamo fare a quelli che abbiamo già conquistato e resi uguali ai giusti; che muoiano pure per la nostra causa, piangeremo alla vista dello scempio e delle ferite che gli verranno inferte e potremo aizzare i cani all’indirizzo di chi si opporrà.
Che la sconfitta non è contemplata, dovessimo anche sacrificare tutte le vite richieste e l’intero campo di battaglia, avremo vinto comunque.
Perché per noi vinceranno i nostri padroni e i capi e i grandi iniziati che finora hanno sempre previsto il nostro futuro e lo hanno reso realtà.
Gli eletti che hanno creato questo mondo denso e perfetto in cui ci trasciniamo composti e con gli occhi bassi fino allo schermo, dove ci parleranno e da loro sapremo cosa ci aspetta domani.
Adesso siamo in guerra e ci dicono che dobbiamo vincere ad ogni costo.

Figli miei, non è così.
Tutto è cambiato e sta travolgendo il palcoscenico della grande recita, viene giù il fondale immobile che abbiamo creduto essere la realtà. Al suo posto si anima il campo di battaglia e il dolore diffonde il suo urlo terribile. Non c’è più uno schermo a proteggerci e niente ci può garantire che il sangue non bagnerà il pavimento della nostre case.
Qualcuno ha attaccato.
Qualcun altro reagisce.
Altri muovono fili che un tempo parevano invisibili e ora stentano a nascondersi.
Come sempre l’umanità ha dovuto attendere un’esplosione per risvegliarsi e adesso molti hanno gli occhi spalancati, sono tornati in sè, vigili e veloci, imparano e comprendono, sono pronti e sono sempre di più.
Io non sono solo, e voi non lo sarete.
Sempre più uomini si riconoscono e rinnegano i maghi neri che ancora muovono le braccia e recitano le loro formule maligne; abbiamo scritto di ripudiare la guerra e ne abbiamo iniziata una senza esitare per loro mandato.
Spendono i nostri soldi e impegnano le nostre vite per armare i plotoni di morti viventi che si dirigono al fronte, ma hanno un nuovo avversario e quel nemico siamo noi.
Noi che non rispondiamo più agli ordini.
Noi che siamo svegli e rompiamo le file.
Noi che sentiamo per primi il rantolo dei feriti, le urla dei superstiti e l’odore della morte.
Noi che riveliamo il sortilegio e spezziamo l’incantesimo che ha soggiogato il mondo.
Non combatteremo questa guerra. Non siamo vigliacchi, al contrario abbiamo troppo coraggio e lo useremo per provare a ribaltare il loro potere che credono eterno.
Con l’amore dichiariamo la nostra guerra all’odio altrui e avremo pazienza e saremo resistenti e non cederemo mai più il nostro potere e mai più venderemo le vite e il futuro dei nostri figli a questi orrendi mostri.
Noi siamo un’altra specie, abbiamo radici salde infitte nel cuore dell’universo e braccia forti e protese verso un altro mondo.
Siamo noi l’umanità e sveglieremo altri uomini finché tutti gli occhi saranno aperti e limpidi e i maghi non potranno più nulla.
Solo allora la guerra finirà perché non ci sarà più il nemico e nessun bottino che valga la pena di conquistare.
Torneremo in pace e saremo di nuovo miti e pazienti, scriveremo le storie da raccontare a voi, amati figli, che potrete tramandarle ai vostri figli e farli addormentare al sicuro.

Questo è il mondo, figli miei.
Questo è il potere degli uomini e questo è l’amore che dovrete cercare sempre finché avrete vita e insegnare a chi vi seguirà quando sarete padri.

Con amore, papà.

TAG: amore durante la guerra, padri e figli
CAT: Storia

Un commento

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  1. andrea-lenzi 2 anni fa

    papà, ma non potremmo regoalre il nostro numero in funzione delle risorse delle aree dove abitiamo e del pianeta intero, di modo da non dover lottare per cibo e risorse? poiché quello è il problema principale: dover mangiare ogni giorno per non morire

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